Certi amici è una enorme fortuna averne. Ma certi amici va anche bene che tu ne abbia uno, perché se ce ne fosse più di uno così, ritengo che gli effetti per fisico e libertà personale non sarebbero positivi. Che poi non è stato male rientrare nella vecchia casa. Peccato non avessimo le chiavi. Mi fa male una spalla. Sul momento sembrava una buona idea. È inspiegabile l’effetto che decenni di amicizia possano avere. Non riesco a immaginare che persona sarei diventato senza questa straordinaria esperienza. A volte mi stupisco che abbiamo una quantità così grande di cose da raccontarci quando alla fine ogni cosa anche vagamente interessante mi sia…
Torpedine?
There was a time when I used to be sober. I did not like it: things had borders too sharp, everything was defined, and limited, and things just were o were not. Here things are blurred, possibilities are maybe not endless but they are enough. I do not get bored. I do. I drink. I talk. I sing. I walk. Friends used to call me “la Torpedine”. Bè andava bene. Ho avuto nomi peggiori. Ho avuto tanti nomi. Sono stato cose anche molto diverse. Non ho ancora capito però come adattarmi. Mi è sempre mancato quel tipo di ragionevolezza. Mi sembra la ricerca di equilibri fra diverse rese. Un rinunciare…
Per diverse ragioni
Questo è il millesimo post che pubblico su questo blog. Avrei voluto fosse un post diverso. Ma certe cose succedono e si scrive di quel che bisogna scrivere a quel momento. Mille post non sono pochi, ci sono così tante tracce di me in queste pagine che io nemmanco le riconosco tutte. Mille post non sono tanti, vista la quantità di cose che sono successe e che qui non hanno trovato spazio. Tanti o pochi, belli o brutti, ecco il numero mille. Vedi mio antico Amore, ci sono cose che non ho detto, per diverse ragioni. Innanzitutto non le capivo: allora ricordavo la parola cattiva detta in un momento di…
Com’è che si diventa distanti?
Ipotizziamo che in un certo istante della tua Vita tu ti trovi ad essere estremamente vicino ad una persona. Questo vuol dire molte cose: che tu avverta il suo respiro, la regolarità e la forza dello stesso, la serenità o l’ansia che comunicano ad ogni istante. Che in qualche modo lo usi come metronomo, che lo ascolti, che ti adatti a quello. Lei o lui è il genere di persona che tieni il più spesso possibile a portata di braccio, di modo da poter donare o ricevere una carezza, da perderti in un abbraccio o stringerla ed affogarle ogni sua paura fra le tue braccia. È un genere di situazione…
Il tuo nome
Il tuo nome lo pronuncio solo la notte, quando non vi è il sole a spiarmi, quando non corro il rischio che un refolo di luce si introduca nella stanza, lo ascolti e lo porti via. Il tuo nome lo pronuncio solo fra pareti che conosco, che ho interrogato e nelle quali ripongo fiducia. In questo modo sono sicuro che non provino a ghermirlo, a farlo loro. Il tuo nome mi piace pronunciarlo a bassa voce, e lentamente. Mi piace assaporarne ogni lettera, il modo in cui si fondono in sillabe rotonde, il modo in cui le sillabe sfumano una dentro l’altra. Il tuo nome lo lascio riposare durante il…
Goliardia
La Goliardia, mi ha insegnato alcune cose. Parlo della Goliardia, quella vera, quella che i Goliardi, quelli veri, chiamerebbero Santa Madre. A volte il termine viene usato per indicare un certo modo di vivere leggero e scherzoso. Ecco, questo uso di quella parola lo trovo sbagliato, trovo crei confusione. I seguaci di Golia Abelardo, sono altra cosa. E no, non dipende solo dal cappello. Anche perché non si tratta di cappello ma di berretto e una ragione in questa differenza c’è. La Goliardia mi ha insegnato a ficcarmi in situazioni assurde e trarmene fuori. Ora, a prima vista potrebbe sembrare un gioco a somma zero. Non è così, perché sapersi ficcare in…
Ruoli
Sono la costellazione che accarezza le tue debolezze, che corteggia i tuoi momenti spauriti. Quando ti chiudi in quel broncio da cui pensi di non poter uscire, quando si risveglia lo sconforto nel cuore io appaio all’orizzonte. Sono la luce che colma i tuoi vuoti, la tempesta che risponde all’aridità. Mi trovi non dove vuoi ma dove ti serve. Questo è il mio ruolo. Vedi, ci troviamo nella Vita a poter ricoprire dei ruoli. Possono essere ruoli che ci rendono felici o meno, ma sono i ruoli che ci rendono Veri. Se ne avrei preferiti di diversi? Che importa, è una domanda senza senso. Il senso non si trova fra…
Occhi
Sai, ci siamo sentiti tutti deboli un giorno. Ci siamo dovuti sedere ovunque ci trovassimo: sul letto di camera nostra, su una panchina, su uno scalino, semplicemente per terra. Abbiamo chiesto solo un po’ di pace, di riposo. Silenzio, donatemi silenzio, lasciatemi paralizzare in pace. Senza dovermi muovere che come mi muovo mi graffio, mi strappo lembi di pelle molto prima di afferrare una decisione. Ci siamo tutti sentiti piccini di fronte a scelte per cui non eravamo pronti. Che non trovavamo giusto dover fare. Come dover scegliere in quale tasca infilarsi una granata: non mi sembra si possa uscire vincitori da questo gioco. Però siamo tutti qui, alti o…
Disordine
Sei come una parola scritta chiaramente e circondata da uno spazio troppo ampio: rimbombi. Ti fai ossessione, ti snaturi. Il suono si scompone in singole sillabe, slegate, prive di significato prese singolarmente. Finisce che le rimetto insieme nell’ordine sbagliato. Sei una birra finita fuori dal bicchiere: o numi, perdonate lo scempio. Sei lo spreco, la parola che il mendicante ripete, il diniego del passante. Sei possibilità rattrappita. Sei snaturata: da viva a natura morta, da sorriso che fa tremare le montagne a olio su tela, i colori poco definiti, i contorni slabbrati, a sconfinare nella noia. È un peccato. Me ne accorgo solo io, a ripetere una parola, una parola…
Il mistero
Il mistero è una coperta ruvida, che copre e graffia, che si usa a proteggerci dal chiacchiericcio, dallo sguardo indiscreto delle cose reali. Il mistero è un vizio: l’incapacità di confrontare parole confuse con spiegazioni semplici. Il mistero è un vezzo: un colpo di cipria a nascondere frasi imperfette, mozziconi di parole che rimangono a ostruire la gola. Eppure il mistero, potrebbe anche essere un modo di proteggere, cancellare la distinzione netta fra ciò che è e ciò che non è. Nascondere, nascondere tutto dove possa resistere un poco almeno, alla Verità che non siamo pronti ad affrontare. La Verità è sempre un taglio, netto, preciso, feroce. Des qu’il faut…
Stelle filanti
Alza la musica. Incrementa il beat. Spegni la mente. Che rimanga solo la pelle a far risuonare quel senso di pancia che sceglie e rifiuta in un istante. Quando il mondo è una cosa distante. Quando il disinteresse galleggia soave. Quando il suono contrasta ogni parola e crea il silenzio. Quando non vi è più una singola parola attorno a te. Ecco, magari è in questa isolazione, in questo non vedermi che capirai, mi capirai. Io sono lì, dove smetti di pensare, dove rifiuti l’arroganza di capire. Dove chiudi gli occhi ed immagini che io ti sfiori. Li riapri e ti chiedi della distanza, di che importanza abbia. Torna a…
Piombo
Ricordo le tua labbra grandi. Le osservavo, con desiderio e meraviglia. Le sfioravo, con lo sguardo, poi scorrendo lentamente il pollice su di loro. Sapevo, sapevi che mancasse qualcosa. Lo sapeva l’aria, irrequieta di quel suo tremolio. Una donna qualunque a quel punto avrebbe tirato fuori dalla borsetta un rossetto buono per ogni giorno, di un rosso opaco intenso. Tu invece ti copristi le labbra di piombo. Io non capivo, tu non sapevi. Il piombo diventò incandescente a contatto con le tue labbra ed il modo in cui mi guardavi. Le appoggiasti sul mio petto. Non avvertivo neanche l’odore della carne che bruciava, il piombo che si faceva strada verso il mio…
È molto bello
È molto bello pensare che tu scrivi e quelle parole vogliono dire qualcosa per qualcuno. Come se, oltre distanze sovrumane, si potesse creare un legame che non vedi. Come onde gravitazionali: non ne vedi l’origine ma comunque ci sono, sono concrete. È molto bello Benny. È molto bello quando piove. Comunque. Ma è meglio se sono fuori. Se decido di bagnarmi e la camicia mi si appiccica al petto. O se sono riparato sotto una tettoia a fare due chiacchiere con qualcuno. È molto bello quando poi le cose si propongono così, per la sera stessa, per tipo adesso. E ti dice di sì. Ma anche se ti dice di…
L’istante
L’istante immediatamente precedente. Quel brevissimo spazio in cui si muta. In cui non vi è tempo per l’azione, solo per capire quello che è già determinato e fa parte delle cose avvenute, o quello che è ormai incanalato su binari che non possiamo deviare. È parte delle cose che avverranno, che potevamo, forse, influenzare, ma avremmo dovuto farlo prima, mica ora. Ora è il tempo di assistere, di conservare, di meravigliarsi. Prima, appena prima. Prima che io esploda, in un gesto intenso che è cresciuto dentro me, con lo scopo di percorrere le inevitabili conseguenze. Prima, appena prima, quando sto ancora sollevando il braccio che regge il bicchiere. Prima, appena…
Quando
Appunti che avevo preso ieri, perché ormai scriverei due-tre volte al giorno. Poi ho aspettato. Quando sei giovane le tue armi di difesa si limitano sostanzialmente ad ascoltare “Patience” a ripetizione, a sdraiarti sul piumone che ha ancora quei motivi scelti da tua madre. Non è molto, ed infatti non basta. Al più fissi il fondo di un bicchiere di whiskey bevuto di primo pomeriggio, senza ghiaccio. Così va meglio ma, sostanzialmente, soffri, poi soffri un po’ di più e poi molto. Poi sembra vada meglio ma è solo perché poi deve andare molto, molto peggio. Negli anni però acquisisci armi pericolose, che è facile sfuggano di mano e ti…
Testimone
Non provo a capire come gli eventi siano riusciti a cucire il percorso fino a quel particolare momento. Qualsiasi fosse il motivo ero proprio io e non un altro che si ritrovò seduto di fianco a te, in quel tempo. Rimasi ad osservare il modo sublime che aveva la tua pelle di confondersi fra le linee della sera. Non vi era spazio per tracciare distinzioni nette, dire dove fossi tu, dove il chiarore della luna sfiorasse il tuo volto, la curva del collo, si insunuasse fra le spalle. Avevi il frinire dei grilli che ti correva lungo la schiena, tutte le domande che ti cadevano a terra, stecchite. In quel…
E se tu
Un tempo, prima che questo processo avesse inizio, stringevo la tua mano. Le mie dita si rassicuravano nello sfiorare le tue. Il tuo sguardo reggeva il mio, certo e solido. Poi tu mi hai chiesto di voltarmi, di guardare nella direzione che stavi indicando. Per permetterti quel gesto ho lasciato la tua mano, per un attimo. Tu dal faro della Vittoria mi indicavi come la luce irrompa nelle vie del precollina, come prosegua senza soluzione di continuità oltre il fiume, per poi allagare tutto il centro. Mi spiegavi come, prestando attenzione, si potesse udire il rullio bianco che cola versa la pianura, si ingrossa, fa per montarsi di impazienza ma…
Verità
La verità per me è importante. La coltivo, anche quando costa fatica, anche quando sarebbe facile fare altrimenti. Ognuno ha le sue ostinazioni, i suoi vizi. Questo è uno dei miei. Ecco, ma la verità è che io sono il risultato di una serie molto, molto lunga di eventi. Di esperienze. Di persone. Di luoghi. Di azioni. Di cose che ho fatto e non ho fatto. A volte penso a quei pochissimi momenti nella mia Vita in cui sarebbe bastato poco per fare deragliare la mia esistenza in una direzione molto diversa. Una frazione, giusto un goccetto di adrenocromo che cade verso destra o verso sinistra. Ora, alcune di queste…
Ma certo
Non scrivevo più, ora scriverei molte storie ogni giorno. Perchè a volte qualcosa scatta come uno schiocco. Perchè a volte, cos’altro potrei fare, se non scrivere. Ma certo che ti incontro ancora. Tu abiti le mie pause, quando ho un attimo di tregua. Quando i pensieri cadono a terra. In quel momento ti vedo, rimasta lì, come sul punto di accadere. Non so cosa dirti, allora ti guardo. Ho come questi desideri di parole che si affastellano, scoppiano come bolle di sapone venute male. Non so, come dirtelo. Non posso più dirtelo. C’è tanto silenzio, lo senti anche tu? Io non so decorarlo. E allora ti guardo, solamente. Un’immagine immobile….
Ossa
In ogni anima in pena vi è lo scheletro di un miracolo. Attende che i fasci di muscoli tornino ad avvolgerlo, che le vene si richiudano, che gli occhi sboccino come fiori. Attende il ritorno della pelle, che venga a tenerlo assieme, a ridargli un senso, la dignità per potersi presentare in società. Attende, ogni miracolo, non la giusta sepoltura ma il tempo che già non gli appartiene. Il tempo di un altro. Vedi, è questo il problema fondamentale dei miracoli: l’egoismo. L’incapacità di tornarsene a casa senza rancore. Credi, miracolo, di essere stato il primo ad occorrere su questa terra? Nel midollo hai solo il tuo nome, la sicurezza…