Questo pensiero ce l’avevo in testa da settimane. Allora oggi gli ho dato forma perche’ mi serve scrivere. Che se quello che sento lo metto qui, poi mi rimane piu’ posto. C’è un trucco, che se ti riesce stupirà il pubblico più esigente. È il trucco di vivere un amore grande, romantico, infinito e inaffrontabile. Di navigarlo, per poi osservare la chiglia corrosa dai giorni d’amore troppo intenso, le assi sfaldarsi, il pontile scomparire, ritrovarsi a sbracciare. Lottare, lottare, molto dopo essere affogati. Agitarsi, agitarsi, anche dal fondo. Cercare di risalire, senza conoscere la direzione della superficie. A quel punto, se sopravvivi, avrai capito diverse cose. Il rumore che fanno…
Interrogazioni
Questo post ho pensato di non pubblicarlo, di tenerlo da parte. Pero’ poi ho capito che sarebbe mancato un pezzo della mia storia. Che era caduto, scivolato dalle mani, e andava rimesso al suo posto. Torino, ci sono delle cose che mi chiede e io, non lo so. Mi interroga, pone domande a mormorii leggeri. Mi guarda di sottecchi, mi accusa di svicolare, di non voler rispondere. Di non trovare soluzione alla lieve inquietudine persistente. Ma non è così, è solo che, ignobilmente, non lo so. Non ho risposte plausibili nelle tasche. Però poi sono mutato, così, d’un attimo. Perché c’è una cosa che ho scoperto: il ruolo di quell’angolo….
Valle
La Valle e poi Giulia, quella originale, che ci raggiunge. Quante storie da ricordare. Quanti percorsi. Noi che una notte eravamo alla sacra, che una volta avevo dei calzini in macchina e non sapevo perché. Che ho lettere e piccoli buddha a causa tua. Poi ho svolto la valle lungo il ritorno. Ho rincontrato storie lontane. Depositate lungo gli anni. Li, avevo detto a una donna che l’amavo. Ed era vero, per come potevo allora. Percorrendo quella via un’altra donna mi aveva raccontato indicando un negozio. Non mi è mai più piaciuto quella strada, l’ho spesso evitata. C’erano un’infinita’ di intrecci che io mi ero lasciato alle spalle e che…
Glen Grant
Ho pensato che beviamo troppo poco Glen Grant, con troppa considerazione. Questo non può portare a nulla di buono. Avrei dovuto comprare una bottiglia di Glen Grant, fare il giro della casa e spalancare tutte le finestre. Lasciar colare l’aria umida e l’assenza di luce nelle stanze. Sedermi su quel divano chiaro, che stona con tutto. Pensare. Una di quelle notti in cui non risolvi nulla perché non c’è nulla di risolvere. C’è solo da ascoltare quello che la Vita ti dice. C’è solo da pensare che si, sei stato sciocco a volte. Ma non è stato male esserlo meno. Che ho sempre pensato in maniera troppo profonda, e non…
Spiazzo
Oggi ho visto la foto di una chiesa. L’ho riconosciuta perché sorgeva a fianco della mia vecchia scuola elementare, che frequentavo quando da bambino vivevo a Torino, prima che ci trasferissimo fuori città. Mi sono ricordato dello spiazzo che si trovava di fronte alla scuola. Vorrei tornare in quello spiazzo. La cartella sulle spalle, tu che mi tieni per mano mentre aspettiamo che aprano il portone. Vorrei tornare a lasciarti andare la mano, correre verso la giornata, fare le scale di fretta, ma senza correre per non incorrere nelle ire della bidella. Fare quanto in fretta è consentito, o appena un po’ di più. Chissà che non mi riesca di…
In effetti
In effetti capito quel primo punto, sciolto quel primo nodo ho potuto capire ancora. Il soffitto decorato, le pietre di altezza leggermente ineguale. Se una strada è così bella un motivo c’era, è solo che io non lo sapevo, ancora.
Creare un’azienda
Creare un’azienda grande o piccola che sia e’ un’esperienza difficile da definire. Quello che succede e’ che inizi a comportarti come un business. E inizi a essere percepito come un business. Ad avere i problemi e le soddisfazioni di un business. I numeri, le chiamate, le responsabilita’, le aspettative. E a un certo punto, in effetti, hai un business, o, molto spesso, sei un business perche’ quando la tua attivita’ e’ piccola e’ molto difficile scinderla da te. In qualche modo tutto inizia quando metti su un cartello e decidi di auto-proclamarti una societa’. Ovviamente rimani lo stesso minchione che eri fino ad un minuto prima, non hai la piu’ pallida idea di piu’ o…
L’appartamento spagnolo
C’e’ una serie di tre film a cui sono legato. Si tratta della trilogia dell’appartamento spagnolo. Vidi l’appartamento spagnolo al cinema, con una ragazza con cui stavo allora. Si chiamava Francesca. Mi ricordo di essere rimasto affascinato da quella storia di ragazze che partivano per l’Erasmus, a Barcellona. Per me l’Europa era stato l’interrail, e per Barcellona ci eravamo anche passati. Non per nulla vi ho ambientato alcuni capitoli di Riverberi di viaggio. Quando vidi quel film la prima volta pensavo che non l’avrei mai vissuta quella esperienza. Che nella vita mi sarei limitato a qualche viaggietto estivo. Che l’avrei vissuta a quel modo l’Europa, e nulla piu’. Mi sembrava che me ne…
Le case
Uno le case dovrebbe sempre lasciarle. Dovrebbe lasciarle spesso, prima che diventino case. Dovrebbe chiudere le porte, tirarsele dietro, a separare cio’ che siamo stati, cio’ che non abbiamo avuto il coraggio di essere da cio’ che, a Dio piacendo, saremo capaci di poter essere, un giorno. Abbandonare tutto cio’ che si puo’ abbandonare, creare tutto lo spazio. Invece rimaniamo li’, dove un quadro ci parla, dove un oggetto e’ rimasto appoggiato come quella sera, dove, un tempo, l’ombra si allungava in disegni morbidi, in arabeschi che sapevamo interpretare. Uno dovrebbe ripartire e poi non ritornare. Non ritornare mai piu’ nei luoghi dove e’ stato felice. Perche’ inevitabilmente l’orizzonte e’…
Sogni
Ho fatto questo sogno che mi ha colpito molto. Tornavo a casa e mi accorgevo che qualcuno aveva toccato le mie cose e dapprima ero vagamente arrabbiato. Ma poi capivo: vedevo tutti questi cuori sul letto. Copertine di album con cuori, libri con cuori, cuori disegnati. Mi rendevo conto a quel punto che era stata mia figlia di 7-8 anni a fare quel gesto per cercare di riavvicinarsi. A quel punto mi perdonava della distanza che si era creata fra noi e ricostruivo il nostro rapporto. Mi sentivo grato. Poi nel sogno dovevo uscire perché fra le altre cose sapevo volare e dovevo salvare qualcuno. Mi sono svegliato. Mi sono…
Se cambia il veleno
Mi stupisce come a vent’anni cio’ che faccia male siano i sentimenti troppo vivi, quel loro modo di attaccarsi come ruggine alle vene, di distruggere l’essenza stessa. Di privarti della capacita’ di assorbire il veleno e disperderlo in gocce affrontabili. Maledici la capacita’ di avvertire il dolore. Pero’ a trent’anni muori di un male diverso. Sei rimasto senza vene, senza capacita’ di trasportare le sensazioni dalla pelle al cuore. Rimani orfano di segnali, una radio che non riceve alcuna stazione. Sei guarito dal male del sentire. Benvenuto nel mondo dei sordi di cuore. Nel silenzio batti i piedi. Nessun rumore.
Matrimonio, ma mica quello, un altro
Ieri sono stato al matrimonio di Giulia e Andrea e scriverò di un matrimonio. Ma non quello. Uno che ha luogo in Riverberi di Viaggio e di cui potrete leggere solo fra molti capitoli. Una sera d’estate, su nel Canavese. La sera seguita a una lunga giornata, iniziata con una breve celebrazione negli uffici di un piccolo comune. Visti gli articoli 143, 144, e 147 del Codice Civile due persone erano state unite dal vincolo perpetuo del matrimonio. Ricche libagioni erano seguite e, visto che Giulio era un amico dello sposo, egli aveva preso parte alle ricche libagioni, agli innumerevoli brindisi, agli applausi seguiti ad ogni bacio. Poi i parenti avevano…
Non credo
Non credo che nessuno, nemmeno io, sappia piu’ contare tutte le persone che sono stato. Tutti i luoghi che ho abbandonato, i rapporti che sono mutati o sono stati recisi. Non c’e’ uno sguardo che possa contemplare l’insieme del mio disperdermi in frammenti. Vorrei qualcuno fosse capace di guardare con me tutti i pezzi e dargli un senso. Ricordare, ripercorrere, donare un sorriso a ogni momento, riporlo assieme nel suo angolo di memoria. Forse e’ una maledizione quella che spinge a dover cercare un senso. Rimango un’enigma anche a me stesso. Un joker giocato durante una partita di briscola. Rimescolo il mazzo. Riprovo. Uno di quelle frasi da poco parlava…
Guiderei
Ecco, se mi trovassi nuovamente dietro al volante di una macchina io farei questo. Accarezzerei la pelle consumata del volante, guarderei il numero di chilometri e me lo segnerei a mente. Quel numero sarebbe la mia partenza, l’inizio della sfida, ad aggiungere le decine di migliaia di chilometri. Ammirerei i piccoli difetti, le linee della carrozzeria, gia’ demode’. Poi metterei in moto e andrei, accelerei fino a tornare ai miei 25 anni. Entrerei nella rotonda come quella volta, e darei un colpo deciso al volante. A tavoletta fino a ritrovarmi ventenne. L’estate, la portiera aperta, nella testa una ragazza, nella mano una bottiglia di birra. Nell’aria i suoni distorti di un’autoradio…
No
Cosi’, per scrivere in maniera astratta. Anche se forse, un po’ di autobiografia c’e’. No, non sarebbe giusto dire che ho semplicemente aspettato. Ho cercato. Ho viaggiato. Sono uscito. Ho agito. Ho cercato spunti e li ho perseguiti. Pero’. Non e’ che sia successo in un momento particolare, non e’ stata una rivelazione che si e’ dischiusa in un momento di chiarezza assoluta. E’ semplicemente che ti ho cercata per una Vita, e poi mi sono accorto che una Vita era gia’ passata e in quella Vita tu non avevi avuto o scelto la possibilita’ di lasciare una traccia. Tutto qui. Allora poi nel tempo qualcosa si e’ spento. Non…
Ho capito
Ho capito una cosa all’improvviso. Ho capito che essere stati felici non da alcun diritto ad esserlo ancora. Ho capito che aver avuto la felicita’ piena e totale non da diritto ad alcun rimpianto. Che dovrebbe esserci solo gratitudine. Ho capito che se non altro e’ un segno che in qualche tempo e in qualche condizione siamo riusciti a costruire una felicita’ ad un livello del sentire che non e’ dato a tutti provare. Dice qualcosa su di noi. Non parla di fallimenti e di inadeguatezze, ma della nostra riserva di energie. Che puo’ un giorno sembrarci spenta, persa, o semplicemente irraggiungibile. Eppure c’e’. E questo e’ molto, molto piu’…
Ricominciare
Mi sembra di aver passato la mia Vita a ricominciare. La prima volta stavo aspettando di compiere otto anni. Ero seduto su un divano in via Cassini. Mi diedero una notizia e io provai, per un attimo, una fuga poco convinta. Chiesi se fosse uno scherzo. Non lo era. Era la prima volta che dovevo provare a re-immaginare tutto. Negli anni ho riniziato in modo meno traumatici, piu’ entusiastici. Ho cambiato amicizie, case, paese, lavoro, relazioni. Ho raremente vissuto piu’ di un anno senza un cambiamento che mi costringesse a re-immaginare una parte significativa del mio modo di vivere. Forse il cambiamento si sollecita come un muscolo, e con il…
Coraggio
Forse l’unica cosa nella Vita che serve ad essere felici e’ il coraggio.
Sguardi
A volte sgrani gli occhi e provi a guardare in avanti, a percepire le linee del futuro. E’ un richiamo naturale. Provi a capire: che cosa si aspetti, che nome avra’ la tua felicita’, quali paure ti ingolferanno il cuore. Pero’ il fatto e’ che non sei in grado di immaginare le possibili diramazioni. Non sai neanche quali incroci esistano. Guardi con gli occhi di oggi, provi a immaginare. Ma arriverai a quegli incroci con le scarpe consumate, i dolori del viaggio, la polvere sulla pelle, il sudore coagulato in macchie giallastre, i vestiti strappati, fame e sete. Ti appoggerei su un ceppo e guarderai le possibili strade alternative. Prenderai…
Poi forse
Ci sono stati week-end e viaggi e macchine. E anche qualche impantanamento occasionale. Nulla che non si possa risolvere con qualche risata sguaiata, un misto di francese e inglese, gesti, funi e 20 euro che finiscono in un taschino. Ultimamente sono colpito da questa canzone: Lost, dei Noir Desir. … Entre les dérapages Entre les lignes d’orages Entre temps entre nous Et entre chien et loup Au maximum du voltage A peine est passé le message Au fil du rasoir Dans les corridors I’M LOST Sur les baies vitrées I’M LOST Des insectes écrasés I’M LOST Qui cherchaient de l’or I’M LOST Dans les ministères I’M LOST Dans les monastères…