December 9, 2018

Tempi

Credo ci siano delle fasi nella vita.

Ci piace pensare che possiamo sovvertire queste fasi, ma questo è vero fino a un certo punto. Avvertiamo questo bisogno perché affrontare il fatto che ci siano cose definitive, tempi non invertibili, vuol dire accettare la finitezza della nostra vita. Si, ci si può laureare a 23 anni o a 70, ma ovviamente questo avrà un impatto diverso sul tipo di possibilità che ci aprirà. Comprare una casa a 30 o 60 anni cambierà il tipo di esperienze che ci vivremo. Allo stesso modo vi è un tempo per incontrare l’ amore, e quel tempo passa.

Penso a queste fasi della vita come a isole collegate da battelli. Dopo aver esplorato una certa isola ti poni il problema di come raggiungere la prossima. Commetti errori, ad esempio recandoti al punto di attracco sbagliato, e c’è una componente di fortuna: un battello arriva ed è stracolmo, un altro passa mentre sei andato a cercare l’acqua. Per un motivo o per un altro rimani troppo a lungo su quell’isola e i battelli cominciano a farsi più radi, fino a che volti le spalle alla costa e ritorni nel ventre dell’isola.

Credo ci sia un tempo per incontrare l’amore e che quel tempo passi come una sentenza che si avvicina. Certo, parlo di un certo tipo d’amore. Un amore che costituisca il fusto lungo il quale intrecciare l’esistenza. L’amore alla base di una famiglia, alla base del crescere come persona. Un amore che conosca diverse fasi della nostra Vita, con cui condividere l’impeto della giovinezza, le sfide delle responsabilità, la saggezza che si trova più a valle.

Questo amore lo puoi cercare. Puoi rendergli il terreno propizio lavorando su di te, puoi battere i boschi in una ricerca che si fa febbrile ma devi accettare che ci sia un ruolo della sorte.

Io per primo ho sempre combattuto per negare il ruolo della sorte. Anche quando era evidente. L’ho fatto perché ho pensato che ci portasse a concentrarci su quei fattori che potevamo influenzare, a sentirci in controllo, invece che diventare vittime di fatalismi, di ossessioni per meccanismi oscuri che operavamo per o contro di noi. Però la sorte ha un ruolo nella nostra Vita. C’è chi non camminerà mai, chi morirà da bambino di qualche malattia, chi viene investito. Eppure neghiamo il ruolo della sorte quando le cose ci vanno bene perché vogliamo attribuirci tutti i meriti riguardo al nostro destino. Perché altrimenti dovremmo pensare che quello che abbiamo è immeritato.

Capisco il mio tempo sia passato perché ho semplicemente troppa storia che appartenga solo a me. Non potrei spiegarti più le cose che ho visto e che ho vissuto, non faresti più a tempo a conoscere tutte le persone che popolano la mia mente. Neanche ti incontrassi questo pomeriggio. Ma lo capisco anche perché non è più questo il mio mondo, non lo capisco. Non sono un ingenuo: ho vissuto e coltivato esperienze differenti, abitato luoghi, incontrato le persone più disparate, frequentato luoghi diversissimi. Sono stato persone differenti. Ma di fronte a questo mondo mi trovo nudo, impreparato. Non comprendo i codici, li rigetto. Quando incontro le persone mi accorgo che comunichiamo in maniera troppo differente, apperteniamo a due sfere che non si toccano.

Allora viene il momento di dire semplicemente basta. Di non colpevolizzarsi. Di accettare il fatto che non trovare l’amore avrà un impatto in un gran numero di aspetti della nostra vita. Che rimarrà inevitabilmente un rimpianto. Studiare contromisure per bilanciarne gli effetti negativi. Costruire altro. Costruire, sempre costruire, sempre migliorarsi e accettare che alla fine una tempesta potrà abbattersi sul nostro piccolo mondo. Ricominciare, fare quello che si può, provare a fare meglio. Anche se non è abbastanza. Voltare le spalle al mare. Stappare una bottiglia, sedersi, guardare il cielo. Poter dire di averci provato, con forza e dignità. E giudicarsi per chi si è e per quello che si è fatto, non per quello che si è ottenuto.

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