December 11, 2018

Lupi

Siediti. C’è una storia che è il momento tu conosca. È una storia che si svolge lontano da qui. Non vi sono palazzi e non vi sono auto in questa storia. Non vi sono donne dal vestito corto, nè personaggi dalla battuta pronta. Non vi è nulla di tutto questo. Questa storia è più antica, corre al cuore di quello che non può che essere. È una di quelle storie, che se ti riuscisse di capire, allora avresti aperto una porta, potresti cominciare a capire e smettere di girare per le strade a quel modo sconnesso ed inutile che hai ora. Per cui siediti, e prova a capire.

In questa storia vi sono due lupi. Due lupi che popolano un bosco più antico di quanto tu possa immaginare. Un bosco che era lì prima del prima, e sarà lì dopo il dopo. Non è uno di quei boschi che tu possa abbattere o bruciare. Sì, ci sono cose che non puoi manipolare a quel modo lì, ci sono cose che semplicemente sono.

Questi due lupi intuiscono la presenza l’uno dell’altro, si inseguono lungo sentieri che noi non vediamo, ma che loro conoscono, per intuito, da sempre. Ripercorrono quei sentieri di caccia infinita. Quando non si stanno inseguendo stanno studiando un agguato, esplorando le possibilità, aspettando il momento per attaccare. Non vi è tregua in questa lotta che prosegue. Questa lotta, devi capire, è la vita stessa di quei due lupi. Questi due lupi non inseguono l’odore della cacciagione, o la ricerca del vento gelido fra la loro pelliccia folta, non vivono per l’eccitazione di rincorrere una preda, per il bisogno di sentire l’acqua gelida sulle loro zampe stanche. Essi vivono abitati da uno scopo. Essi sono puro scopo, che riempie la carcassa di determinazione che costituisce questi due lupi.

Vedi, ci sono equilibri che puoi non capire. Cose che sono state a quel modo per un lungo tempo ed è comprensibile che chi sia abituato a gettare uno sguardo distratto alle cose possa pensare che le cose che sono state saranno. È un errore. E gli errori possono rivelarsi tagliole. In questo particolare bosco uno dei due lupi era sempre freneticamente alla caccia dell’altro, questo lupo argentato inseguiva il lupo dalle striature nere. Lo inseguiva lungo i crinali, lo stanava dai suoi rifugi. Gli mordeva il calcagno e lo costringeva a passare la sua vita in fuga. Questo era l’equilibrio che questo bosco aveva sempre conosciuto. Non era nè giusto, nè sbagliato: era. Questo è il modo a cui sono le cose dei lupi. Voi avete sempre bisogno di questo senso di giustizia, di queste spiegazioni. Non è così per loro. Essi obbedivano a leggi di un equilibrio più complesso ed incontrovertibile. Essi erano.

Questo equilibrio che aveva governato il bosco e le vite di quei due lupi fu rotto. Qualcuno venne a cercare il lupo argenteo nel suo bosco. Venne a inseguirlo e pungolarlo. Il lupo argenteo non lo degnò di attenzione. Questa non era una sua preoccupazione, non era nella sua natura prestare caso a scocciatori di passaggio. Però coloro che entrarono nel bosco continuarono a venire e cercarono di correre dietro al lupo lungo le coste delle colline, di attenderlo nei luoghi in cui si abbeverava, tentatorono di avvelenare le fonti, di abbattere la selvaggina che gli dava sostentamento. Quel lupo aveva molte risorse ed infinita determinazione. Quel lupo non vi fece caso e proseguì in quella che era la direzione della sua vita.

Capitò però un giorno, vuoi per caso, vuoi per quella che appariva fortuna che uno di questi visitatori si ritrovò ad affrontare il lupo in un angolo del bosco che era circondato da una parete rocciosa. Un angolo chiuso. Ora quando ripenso a quello storia mi chiedo perché il lupo fosse entrato in quella zona del bosco, in quel punto particolare. Ma il visitatore allora non se lo chiese. Si avvicinò a quel lupo. Vedete, quel particolare visitatore, così come i precedenti, aveva osservato quel lupo da lontano, l’aveva visto scivolare lungo i crinali, e fuggire gli sguardi, non l’aveva mai visto reagire a nessuna delle loro azioni di disturbo. Era facile pensare che quel lupo fosse innocuo. Si avvicinò il visitatore a quel lupo, come attratto da qualcosa che non comprendeva. Non vi era alcuna minaccia negli occhi del lupo argenteo. Come finì quella storia lo conosce quell’angolo di bosco e non è dato a me di raccontarlo ma lasciatemi dire una cosa: non dovreste mai mettere un lupo in un angolo. Non dovreste mai spingerlo al suo limite. È una scelta che porta delle conseguenze. Il lupo che vi potreste trovare di fronte potrebbe mutare profondamente. E quello che aveste visto fino a un istante prima, quello che avreste creduto di apprendere rispetto a quel lupo potrebbe provarsi profondamente sbagliato. Dolorosamente sbagliato. Brutalmente sbagliato.

Dicono taluni che ci siano due lupi dentro ognuno di noi. Gli sciocchi, nel loro parlare goffo, vi diranno che dobbiate dare da mangiare a uno dei due lupi, spingerlo a prevalere sull’altro. Riflettete un attimo: pensate davvero di poter essere voi a determinare quale lupo viva, quale vinca? Pensate davvero di avere il potere di controllare il destino di lupi? Forse dovreste accontentare di sopravvivere in loro presenza.

Vedete, se incontrate un lupo è molto probabile che egli sopravviva. In qualche modo, in qualche forma, a qualche prezzo.

Taluni dicono che bisognerebbe ricercare l’equilibrio fra i lupo che ci abitano. Che bisognerebbe servirsene con equilibrio. Ci sono due problemi con questo proposito: il primo è che pensare di controllare dei lupi ed interferire nei loro equilibri può rivelarsi estremamente avventato. Il secondo è che non sono mai stato un uomo posato.

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