July 16, 2012

Preparando notti stellate

Poi un giorno un’e-mail. Accettato, Germania. Attento però, non sarà facile trovare casa, non sai il tedesco. Scrivi, senti, aspetti. Quando si parte? Fra due settimane?

 

…si ma, devi salutare. Come quella volta lì, quattro anni fa.

 

Una bella tendata per salutare, a dire:

 

– Che senso ha il vostro costruire? – domanda – Qual è il fine d’una città in costruzione se non una città? Dov’è il piano che seguite, il progetto?

– Te lo mostreremo appena termina la giornata; ora non possiamo interrompere, – rispondono.

Il lavoro cessa al tramonto. Scende la notte sul cantiere. È una notte stellata. – Ecco il progetto, – dicono.

(I. Calvino)

 

Questo è il mio progetto per la tendata. Questo. Ma non solo, il progetto è una notte stellata, dovrebbe esserlo. Il progetto dovrebbe sempre essere una notte stellata. C’è bisogno di dimenticare un po’ del resto, fare spazio.

 

Perché altrimenti rimane tanto costruire e poco senso.

 

E poi fare cosa? Riemergere da una notte stellata e andare dove?

Non lo so, però prenderò un respiro forte, vestirò il mio sorriso migliore e camminerò.

 

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