October 30, 2011

Guidare di notte

Quando guidi di notte e di fronte a te hai abbastanza chilometri da stenderci i pensieri.

Quando c’è la luna e c’è lo spazio: nulla attorno all’autostrada. Molti chilometri da ogni luogo che abbia senso per te. Ore prima di approdare a qualsiasi punto in cui tu possa riprendere la tua esistenza o almeno provarci.

Sei solo in macchina o chi c’è dorme. Puoi tollerare un respiro ma dev’essere sottile oppure devi fare uno sforzo per assorbirlo, capirlo e poterlo pienamente ignorare.

Guarda la luna, che si impegna nella sua luce bianca.

Guarda il cielo blu che si rischiara. Diventa mattino. No, non ora, ma verrà il mattino fra molte ore di guida.

Cosa farai allora?

Te lo puoi chiedere ora che sei fuori, fuori da tutto, ora hai il dono delle prospettiva.

Non riesci a riempirlo di nulla, lo guardi e basta. Catturato da quel vuoto.

Non riesci mai, non riesci mai a riempirlo.

 

A me piacciono i chilometri, io ne ho avuti tanti. Io ne ho in serbo.

 

Io voglio viaggiare di notte, voglio vedere il vuoto, guardarlo in faccia.

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