Ho consumato lo sguardo a guardare il mare aperto, fissare lo scomparire delle onde. Irraggiungibili ed eteree. Stufano. Allora mi sono voltato verso le rive che desideravano ghernirmi. Gli scogli taglienti e incombenti. Ci sono un sacco di confini, a farci caso, un sacco di potenziali fastidi, problemi. Ho quindi fatto i miei particolari buoni propositi per il nuovo anno… I am breaking bad, Baby.
Alla ricerca di Merlino
Mancavano un paio d’ore al 2012 e io mi trovavo in questa casa, in mezza a una foresta bretone dove dicono abbia vissuto Merlino. Mi sono allontanato per sedermi in veranda perché ho pensato che devi guardar fuori per dare la possibilità a Merlino di apparire. Ho provato a scrutare fra gli alberi scossi dalla pioggia, fino a dove lo sguardo si confondeva nella notte e le possibilità si facevano più sfumate, meno negabili. Non ho visto Merlino sbucare da un cespuglio, non ho neanche intravisto il suo cappello o il lungo bastone, niente di tutto questo. Eppure sono convinto che Merlino sia sepolto in ogni radura, mi spii dai…
Übrigens
Fra l’altro pare che io a Caen ci sia anche già stato, durante un inter-rail di molto, molto tempo fa. Me lo ricorda Stefano, parlandone di fronte a del limoncello. E pare che io abbia parlato anche a due giovani inter-railliste quella volte che… Che poi anche a Karlsruhe c’ero già stato, durante il secondo inter-rail. Era stato Andrea a ricordarmelo. Ma io non ricordo nulla dei posti dove sono stato? Mi porto dietro solo impressioni, riflessioni. Frammenti labili. Continuo a muovermi. E poi accumulo, accumulo, dimentico, mi ricordano, re-incontro. Bene. Domani si parte, sveglia alle 6. Mi piace partire. È a stare che non sono tanto bravo. Bé nel…
Emozioni
Iera sera è stata una serata molto emozionante. C’erano il Poeta, c’erano due fratelli amici d’infanzia. C’erano il buon Luca e Shalini. E dunque pare che andrò a un matrimonio in India e che andrò al mio primo addio al celibato. Ed è bello esserci stati la sera che si sono conosciuti. Che persone stupende. Luca è una di quelle persone che è un onore conoscere, è la prova vivente che si può essere persone migliori. E Shalini da subito mi ha colpito. Cavolo. Bravi. Che poi è il secondo matrimonio in programma per l’autunno. Chissà se ci andrò accompagnato. È stato bello sentire che il Poeta si è laureato,…
Scrivania
Mettendo a posto la scrivania di camera mia a casa dei miei riemergono parecchie cose. Opuscoli targati 2009: Pfozerheim, Karlsruhe. Libri: ce ne saranno stati più di trenta. Molti li devo ancora leggere. Andiamo da libri sui “Concepts: core readings “, a “Strade Blu”, a romanzi in tedesco (che ovviamente non capirò mai) a libri sulla scrittura. C’è anche “Allacciate le cinture”, per rimanere in tema di viaggi. CD: ne emerge uno che si chiama Russian Dinner e contiene un po’ di tutto. Verdena, Techno… Carte d’imbarco per quattro o cinque viaggi, la stampa del percorso da Torino a Badalona. Apro una scatola: sa dei semi di garofano che avevo…
Risvegli complessi
Oggi è uno di quei giorni. Ieri sera abbiamo raggiunto l’Oliva e la consorte, il Buffa (nome in codice: “il lonza”), Richard e la di lui metà. Che è amica di Marta. Ho provato a dirle che non era il caso ma non mi ha dato retta. Non mi danno mai retta. Poi arriva il Dani che porta seco Alf/Valozza. Abbracci a gò gò, scene di commozione. Non le ho ridato l’ombrello. Vabbè. Ci vedremo ancora, no? Poi ce ne andiamo al Tritolo io e il Capo: c’è una cover band punk-acustica. Sì, lo so. E non sono male (cover di Ramones, Green-Day, Rancid). C’è gente improbabile che balla, che…
Tappe
Mi sento come fossi all’aeroporto, sarà che mi ci ritrovo spesso. Mi sento come se stessi per andare e non fossi da nessuna parte per davvero. Dove andrò? Lo so qual’è il prossimo viaggio. Ne ho due prenotati, però non so cosa sarà importante domani. C’è uno spazio, è libero. Pericolosamente, meravigliosamente libero. Ho energia e intenti pronti a esplodere. Sono in aeroporto; il Cotto, mio compagno di viaggio in questo week-end a Monaco di Baviera, è fuori a fumare una sigaretta. Io sono qui che passeggio, piacevolmente brillo, le maniche della camicia arrotolate. La sera prima della partenza ho nausea e mal di testa. Esco: Aruna, Claudio, Andrea, Erwin…
Scusami
Scusami tu, se mi sono scolorito col tempo. Se certe volte è passato un giorno o più di un uno, senza che cercassi. Cercassi un modo, una scusa per Vivere. Per ricordarmi che c’è qualcosa, fra carne e ossa, qualcosa che riposa. Scusami tu, se quel qualcosa rimane ancora spento. Si muove, sì, appena. Un vagito e la voglia di rinascere fra tanta cenere e rovine, credimi, grandiose. Scusami per la paura e la voglia di sminuire, per la pigrizia e la voglia di rimandare un tempo che invece, semplicemente è passato. C’è un tempo che è passato e ne avvertirò feroce la stretta fino a che non avrò imboccato…
E-Book
Possedevo già un po’ di e-book: alcuni erano libri tecnici che avevo acquistato per comodità e convenienza in formato elettronico per leggerli sul PC o l’iPad. Altri ne avevo ricevuti da Manning e The Pragmatic Bookshelf in cambio di alcune revisioni tecniche. Adesso ho acquistato il Cybook Odissey (una specie di Kindle per capirci). Per prima cosa ho comprato la biografia di Steve Jobs. Ora volevo prendermi un libro di Edoardo Nesi. Dello stesso autore ho letto negli ultimi mesi “Fughe da fermo” e “Per sempre”. Ora vorrei prendermi “Storie della mia gente” (vincitore del premio Strega 2011). Vediamo un po’ quanto mi costerebbe acquistarlo in versione cartacea o come…
Arrenditi
Raccontami di notti che non hai vissuto, di atti a lungo sognati e mai compiuti, di desideri annaffiati e accarezzati. Raccontami ogni singolo giorno, ogni minuto. Non tralasciare i dettagli e soprattutto mettici tutta la Vita che c’hai infuso, l’energia profusa, la dedizione spesa, la passione investita. Prendi tutto questo e buttalo via, amico mio. Buttalo via e ignora il sanguinare del tempo, lo sfarinarsi dei giorni. Ignora quel che non hai fatto. Alzati, vivi. Ti prego, fai la cosa più semplice: arrenditi alla Vita. Can you heal what father’s done? Or fix this hole in a mother’s son? Can you heal the broken worlds within? Can you strip…
Alberi di Natale
Oggi arrivato da Genova aspettavo in stazione Sara e Martina per andare allo Stammtisch. A Porta Nuova nell’ingresso c’è un albero di Natale a cui hanno appeso dei messaggi. Ne ho letto uno e mi ha colpito. Natale 2011, Qui a Torino, ci ritroviamo dopo 5 anni di fidanzamento, il vecchio sentimento si è spento tuttavia tutto quello che è stato non lo buttiamo al vento, ma lo teniamo a mente senza nessun rimpianto… Buon Natale…. e? (stasera facciamo l’amore) Non è una lettera bellissima? Forse passiamo troppo tempo in attesa, un continuo avvento per un Natale che non arriva mai. Forse è vero che We spend too…
Lo stato generale delle cose, la conta, i fantasmi e soprattutto la visita alla mitica Giovannona
La scorsa settimana ho potuto fare un regalo a una mia passione ed entrare in un luogo particolare, parlarne con un esperto importante, fra nebbia e carpe giganti. Poi venerdì ho avuto la possibilità di presentare le idee su cui mi piacerebbe lavorare a una personalità influente del settore, sentire i suoi commenti. Venerdì, la sera, c’è stato il compleanno del Ciube, il suo ingresso nei trent’anni. Ho orgogliosamente ideato il sottomarino birra-San Simone: il suo sapore particolare ha riscosso successo. Poi fra l’influenza e una notte insonne sono volato a Madrid dove la buona Giovannona mi accolto, semi-febbricitante e portato in una seratina tranquilla. Una decina di locali girati…
Albe e tramonti
Osservando da qui ho imparato parecchie cose: ho visto stelle disgregarsi, liberarsi dalla forma e giungere alla polvere, ho guardato il sole vacillare e spegnersi piano, piano; infine ho ascoltato il tacere dell’universo e in questo silenzio sovrumano, ancora non ho scorto il senso né la possibilità del silenzio umano, del suo depositarsi fra uomo e uomo. Poi ho pensato, a lungo. Quando infine gli ultimi raggi di luce hanno sorpassato l’ultimo asteroide, il confine stesso delle cose, allora ho avvertito il lamento delle pietre e, non sapendo come altro fare, ho provato a rincuorarle con le storie di uomini che hanno protetto e coltivato, un Seme che avevano nel…
Il lungo addio
L’ho rubata a Giorgì. e chi lo sa se anche tu mi vuoi bene a volte credo di esserne certo a volte invece sembra tutto uno scherzo fuggono gli occhi come falene amica mia sorella speranza quello che vuoi io non ti dirò quello che voglio non sentirò quello che c’è dietro l’indifferenza e tutto è morto e tutto è ancor vivo e solamente tutto è cambiato quello che provo l’ho sempre provato e credo ancora in ciò in cui credevo e il fiocco nero è l’unica cosa che mi è rimasta con la malinconia ma insieme a questa stanca anarchia vorrei anche te, amica mia ma…
Week-end
C’è questo concerto. Rock anni ’50-’60, the Chicless. E si balla fra le prime file. Si sbevazza. Un piacevole sabato sera. Fino a quando un tarlo non s’insinua nel cervello, fino a quando non torna un’ombra nera a giocare dietro agli occhi. Mi spengo. Il concerto finisce. Torniamo alla macchina. E Daniele, dovrebbero farne altri di cosi così. Si parla. Ecco, parlare, come con Claudio, al recinto dei cani. Stamattina sono in macchina. Emerge dall’autoradio I used to love her. Che ci sta come canzone, decisamente significativa, specie se è Domenica mattina, c’è il sole e c’è una Vita da vivere, da qualche parte. Ecco. Perché ieri a un certo…
Ecco
Allora oggi magari faccio così: mi tatuo la Verità sul cuore e poi inizio a viaggiare, ma di quei viaggi lunghi che quando finisci sei arrivato. E poi sorrido, sorrido perché sono partito e anche se mi manca tutto, io troverò qualcosa. E sarà un raggio che illumina una pietra, a terra, a ridare il Senso alle ore.
Strade di memoria, camminando sui palmi
Capisco, col tempo. Scopro. Ad esempio che l’aperitivo linguistico è un pacco totale. Alla fine siamo solo io e Silvia, chiacchieriamo. Andiamo al Beamisc (sì, si scrive così). “Sai dove sono i bagni?”. Sì, ne ho memoria confusa, di questi particolari bagni. Poi un kebab. Mi alzo al mattino. C’è Strade. I Subsonica. Mi ricordo quel concerto, il tour di Rombo di tuono al Chicobum festival. A quel concerto c’era una vichinga, c’ero io che rovesciavo il cocktail di un buttafuori su un calcetto. C’era Giulia. E c’era lei, che tanto questo blog certo non lo legge: Mariacristina. Mi aveva regalato un piccolo buddha da portare al collo. Le avevo parlato…
Resti fragili
È strano. Talvolta sembra siano i più lievi e insignificanti gli appigli che possono trattenere il cuore dallo scivolar via. Ci si innamora di una voce, di un piercing ben piazzato, di una battuta salace, di uno sguardo ammiccante. Altre volte non riesce a trattenerlo nemmeno uno sposarsi di intenti, di pensieri, di sensibilità. E quel miracolo, quell’arrestarsi di una corsa solitaria riesce, miracolosamente, ad infischiarsene di una prima scarsa, le crisi isteriche, dell’alito cattivo, delle piccole distratte cattiverie quotidiane. Sono incastri fragili, e io ne sono ammirato. Stai vicino e ogni movimento ti fa male, anche il più lieve, basta un voltare appena lo sguardo ed ecco un taglio…
Scuri
Sai, quel che mi stupisce di te sono i tuoi occhi scuri. Per scuri, intendo scuri davvero. Sono così scuri da assorbire la luce del giorno. È lì che finisce il tempo, lì i giorni, gli angoli delle strade a cui dovremmo incontrarci, le scuse che provo a creare per parlarti, le penne che cerco per appuntarti messaggi. I tuoi occhi assorbono tutto e io ci butto dentro respiri, sogni, pensieri, risparmi per i braccialetti che voglio comprarti e che tu perdi, anch’essi nei tuoi occhi. Tutto, quei tuoi occhi così neri, disumanamente neri, si mangiano tutto. Rimango seduto sul bordo della strada; ti porti via anche quella. Mi alzo…
Migrazione effettuata
Sono state ore difficili per internet. Per ore infatti l’Eremo del viandante non è stato raggiungibile, causa tempo di propagazione dei DNS. Ma ora rieccolo online. Non so, casomai qualcuno avesse provato ad accedere in queste ore…