Mi ritrovo a fare i conti con la mia natura. Ci sono cose che vorrei essere; in particolare vorrei, con umiltà, imparare a essere felice. In tutta onestà ritengo di avere da un lato la voglia di spendere impegno nelle cose, le poche che mi interessano, e d’altra la capacità di far scattare, sebbene non a comando, quella scintilla che rende vere le cose. Mi rendo conto però che a fronte di buone intenzioni e capacità latenti mi ritrovo spesso a procedere a tentoni, come accecato. A cadere nuovamente in buche d’umore. A fare somme e ricontrollarle solo per concludere che i conti non tornano, che c’è un difetto nel…
Abbraccio
Come un abbraccio. La notte cala così, o forse sono i miei pensieri che rallentano e si adagiano leggeri sulle cose. Così cammino fino a via Po. Qualche ragazzo grida per strada, grida sguaiate di chi vorrebbe ancora un po’ di notte, una birra, un’emozione, tornare a casa con una ragazza o perlomeno un numero di telefono. Invece è sorretto dagli amici, mentre barcolla. Il milite sardo, dono dei milanesi veglia su piazza Castello. Ti sembra che i Goliardi possano apparire da un momento all’altro e riprendere la città. Lì dove la luce e le facciate dei palazzi fanno scomparire il confine fra i secoli. Un mantello nero, un cappello…
Si fa presto
Si fa presto a parlare di Vita, di energie da spendere, di sogni da inseguire e realizzare. Però ci si scontra con tracce evanescenti, sentieri che svaniscono, senza portare da nessuna parte. Così rimango qui, di fronte allo schermo, stremato. La birra quasi finita e le idee che mi rimbalzano stanche in tasca. Non ho la più pallida idea di come raggiungere quello che mi manca. Mi mancano contorni chiari ai desideri. Rimango qui a seguire le cose belle che mi passano accanto per caso ma per quella che è la mia natura non è abbastanza. Forse dovrei viverla come una lezione. Potrei usare questa parentesi per migliorarmi, per arricchirmi….
Stralci
Ho stralci di memoria, brandelli di ore, situazioni. Li rigiro, li ricompongo. Un puzzle di cui ho una frazione, minuscola, dei pezzi. Non bastano a cavarne fuori una Vita. Mi hai dato l’alba, negato lo zenit. Rimango seduto, sfinito, ad amarti perché non ho l’inventiva e la dedizione per fare altro. Quel tuo modo di apparire il centro del creato, di catturare l’energia della stanza, della giornata, della città, dell’universo mondo, portarti via il tempo. Quando sei andata via avresti potuto lasciarmela, la mia energia, restituirmela. Appoggiarla vicino alla chiavi, che la trovassi quando avrei brancolato nell’ingresso di una casa vuota, dai muri troppo spessi perché fosse mai, che dico…
Scivoloni
Vorresti vivere, smuovere le cose e scriverne. Incastonare un’immagine in un ‘opera faticosa per il solo scopo di lanciare un messaggio minuscolo perché ci sono cose che ritieni importanti. Poi capisci che sbagli. Ti correggerai, cos’altro fare. In fondo una boccata di realismo a volte è una medicina amara e necessaria. Per il resto è stato un buon Grigliathon. Tanti sono venuti nonostante minacciasse pioggia. Per gli altri, pazienza. La pioggia poi ha sfiorato la fine del pomeriggio ma é stata una buona giornata e mi sono divertito. Alla prossima. Quello che non ho è questa prateria per correre più forte della malinconia
Fini e inizi
…l’ultimo sorso di Negroni finisce. Vado al bancone e poco dopo sto assaggiando una Caipirinha: è inutile, dopo averla assaggiata con Diogo, in una spiaggetta vicino Porto nessuna mi è più sembrata buona. Perché mi ostino a ordinarla per rimanerne sempre deluso? Così oggi sono andato dal dentista, dopo, a metà pomeriggio ho fatto pranzo in questo fast food, proprio accanto a casa di una ragazza con cui stavo, circa dieci anni fa. L’ultima volta che ero stato in un fast food era a Salisburgo, dove ho visto per l’ultima volta l’ultima ragazza con cui sono stato. Dopo sono passato in via Tripoli a recuperare delle cose da quella che…
Stato avanzamento lavori
Oggi mi ero ripromesso di non pitturare, di lasciare le braccia e la schiena riposarsi. Invece ho di nuovo le mani sporche di vernice. Veloce riunione al poli, firma del contratto, visita all’ikea e… di nuovo a immergersi nella vertice, camminare fra i giornali che si strappano, fare su e giù dalla scala. Ritoccare, lavare i pennelli, smontare le mascherine delle prese. Ecc. ecc. ecc. La mia stanza è finita, l’ingresso ha bisogno di qualche ultimo ritocco, i mobili della camera arriveranno domattina. È stato un week-end intenso, fra visite di vivandiere che portano caffè, biscotti, noodles, con cui si va a mangiare una buona pizza. Si procede, come a…
L’ultima neve
L’ultima neve cade in maniera incerta. Tocca terra e non rimane traccia. L’asfalto e la terra umidi sono l’unica testimonianza. L’ultima neve ricopre dubbiosa serate, cappellini di San Patrizio, panini prima del rientro a casa. Cancella le deboli tracce di settimane o mesi di dubbi e indecisioni, di gesti accennati e non compiuti, il ritrarsi all’ultimo minuto, il farsi cullare dall’inerzia dolce. Viene l’ultima neve, a darti uno sprone quando pensavi fosse tardi, troppo in là con le stagioni. Invece è ancora neve. Debole e instabile ma neve. La guardo, come fosse una possibilità e io abbia a portata di mano la voglia di coglierla. Quel guitto…
I miei post preferiti del 2012
Ho aggiornato la lista dei miei post preferiti con quelli del 2012.
Vignette vere
Mi ha colpito questa vignetta, perché contiene del vero, in maniera semplice.
Luoghi
Percorrevo la mia strada, ed ero abbastanza stanco e disorientato, da arrivare a ritenerla un percorso tortuoso e imprevedibile, sempre nuovo per sua natura. Lungo la strada, sono però incappato in luoghi che avevo già conosciuto. Luoghi dov’ero stato felice o giovane o entrambe le cose. Fra le altre cose mi si è parato di fronte, così, a tradimento, uno scorcio di parco in cui pensavo di sapere come accarezzarti, una panchina dove ti avevo osservata a lungo, nel tentativo vano di decifrare un tuo movimento, infilarmi fra un tuo raccoglierti i capelli in una coda ordinata e il tuo frugare nella borsetta. Pensavo che col tempo avrei capito, imparato…
Porte enormi
Sono a casa, malato. Mi porto appresso l’influenza raccattata in un gelido alberghetto, nel corso di una operazione Z. Poi la settimana è ripresa, fra troppi impegni. Ah, è uscito il mio primo libro, esercizi di informatica. Poi ieri sera dopo lavoro sono partito per Genova. Sono arrivato verso le 20 e raggiungo via XX Settembre, seguo la numerazione: 3, 5, 7…. 57. Confuso chiedo indicazioni ai passanti che o fuggono o non sanno aiutarmi. Proseguo 59, 61, 61b… 9, 63, 11, 13. Proseguo e trovo l’alberghetto pagato coi soldi del glorioso Politecnico. Scopro che certe vie hanno una numerazione rossa e una nera: una usata dai negozi l’altra dal…
Lezioni
Rifletto; non tanto sulle mie scelte, ma sulla persona che sono. Emergono cose con cui devo fare i conti, cose di cui non sono entusiasta. Mi rendo conto che è accaduta una delle cose che temevo. Una cosa contro la quale mi ero ripromesso di stare in guardia, di combattere. Chissà com’è avvenuto: magari ho abbassato la guardia o forse le mie forze non sono state sufficienti. Alla fine aver sofferto mi ha portato a essere una persona peggiore. Oggi sono più cinico, più adatto a sopravvivere, più egoista. In qualche modo ritengo che un certo egoismo sia sano, che abbiamo il dovere di essere sinceri con noi e le…
Giorni frenetici
Ultimamente sto lavorando da matti. Notte e giorno, week-end compresi. Qualche risultato si vede: sul mio nuovo blog tecnico potete vedere un video del progetto a cui sto lavorando. A breve uscirà il libro di esercizi a cui ho lavorato con altri due ragazzi del Poli. Mi hanno accettato un paper a un workshop sul reverse engineering (che non è una degenerazione dell’ingegneria). Sono giunto al mid-term di un corso online che sto seguendo. Devo fare un sacco di cose prima di tornare a casa. Tipo disdire la Bahn Card, chiudere il conto in banca, pulire casa, spedire i bagagli. E lavorare, lavorare da matti. E così non scrivo molto. Però ho…
Notiziario breve
Recentemente non scrivo perché questo, come ogni altro interesse, è soffocato da quello che sto facendo, dal “lavoro”, che é una sfida, una passione che non mi lascia dormire, non mi lascia uscire. A fatica vado a comprare da mangiare. Non riesco a pensare ad altro è un’ossessione. La sera, i week-end. È fantastico. Una sensazione bellissima. Penso, penso tutto il giorno, provo, studio. So che è un periodo, ci sono scadenze e un ritorno a breve. Manca meno di un mese. Mi fermo poco, il tempo di una birra (è sabato sera, dopotutto), un episodio di Friends. Poi non so, mi viene in mente quell’episodio vago, che non ricordo…
Cose a caso tanto per dire. E da dire in fretta che devo guardarmi paura e delirio a Las Vegas e ho una birra aperta
Credo, alla fine dei conti, di aver ripreso a sentire i sapori nel 2012. Ce n’è voluto parecchio, di tempo e di impegno. Sono volato, due volte, al matrimonio di uno dei miei più cari amici, e, una volta, a quello della mia più cara amica. Ho cominciato l’anno tornando da un capodanno in Francia, giocando a carte con Camille sul treno, ho fatto la vendemmia in Slovenia, sono andato a vivere in Germania lavorando con i miei idoli, sono volato in India, ho speso dieci giorni in Romania, sono stato ad Amburgo a trovare Flavia, ho corso per Madrid con ‘Tonio e la Giovannona, ho viaggiato su una decappottabile…
Se aspetti
Scivola lentamente, in un sonno silenzioso. Smetti di pensare, continua a cadere. Se aspetti, se aspetti abbastanza, se la luce si ferma sulla soglia, se neanche un rumore o un pensiero vengono a disturbarti, forse, allora ti capiterà di scorgermi. In fondo a tutto, in fondo alle tue giornate, ai tuoi progetti e le tue paure. Dopo le aspettative e i problemi quotidiani, dopo tutte le incombenze, il traffico, gli affanni e i ritardi di una Vita che va sempre a modo suo, e tu a coglierle dietro. Ecco, mi vedi? Non ne sono certo. Forse la prospettiva non è giusta, lo sguardo non abbastanza lucido e…
Le braci
Ho appena finito di leggere Le Braci di Sàndor Màrai. Mi è piaciuto parecchio. Si danno un bacio, uno strano bacio rapido e un po’ goffo: se qualcuno li vedesse non potrebbe fare a meno di sorridere. Ma come tutti i baci umani anche questo, alla sua maniera tenera e grottesca, è la risposta a una domanda che non é possibile affidare alle parole.
Blog, viaggiare, tornare
Questo blog ha compiuto sette anni e io sono tornato dall’India e da Vienna. Ho grandi bagagli e sacchetti nelle mani, un cappello buffo, di quelli che in Italia non lo capiranno mica. Si riderà, ordinando una birra e pagandola più che in Germania, si continuerà a ridere bevendola e dimenticando l’orrido sapore della Kingfisher, che va per la maggior fra Chennai e Bangalore, dove la gente mica beve per piacere. Torno, ospite ancora una volta di ÖBB. Torno e sarei rimasto. Mi accompagni al vagone, poi siedo, stupido e stanco per qualche minuto fino a che il treno se ne va. Per quest’anno non tornerò più a Vienna….
Arrivo in India
India e il sole addosso. Fa caldo in India, il cappotto l’ho messo in valigia a Monaco. Sono partito di primo mattino, dopo aver dormito poco. L’aria frizzante e il viaggio verso Münchner Freiheit, Marienplatz, Flughafen Terminal 2. Ho aspettato l’imbarco con un paio di birre, dato che stavo per imbarcarmi verso un paese islamico. Lo so, sono un maledetto provincialotto. Sono atterrato ad Abu-Dhabi, fra le stecche di sigarette e i negozi di liquori. Al momento di prendere il volo per Chennai mi sposto verso il gate. I voli per L’india sono uno in fila all’altro. Ci sono un sacco di colori fra le sedie o seduti per…