April 13, 2008

Minuti, sale, parole. Troppa roba insomma.

Minuti oleosi, che scivolano piano. Cadono dalla mano e giù sulla strada.
Dov’ero se ho scordato quei colori, quelle cucine sporche, le piazzole strette, i cieli freddi di quelle estati.
Vorrei una pioggia così piena, così certa da essere sempre uguale; lasciarci le cose per poi ritrovarle, ma senza la voglia di cercarle.
Sai, me ne sono andato. Forse è che avevo da fare, forse che non m’andava o invece che da fare non avevo nulla. Se li pensi mali diversi sbagli,
solo diversi nomi dati alle proprie paure, al proprio pensare. Come si potesse abbracciare il mare senza sentirne il sale. Si hanno idee sciocche
sotto ai vestiti stinti e le scarpe rotte. Si hanno questi malanni di chi si è fermato un attimo a pensare, a scegliere una strada. Ti ritrovi
divorato dall’edera e raggiunto dai compagni di viaggio, fantasmi esuli in una vita che più non appartiene loro. E nel tuo sorridergli ti rendi
anche tu esule, ti distrai dalle radici che brancano le tue caviglie, dalla stanchezza che brama le tue ossa. Non c’è strada, non c’è desiderio,
serve solo alzarsi e continuare; un passo avanti ad ogni confronto, un passo avanti ad ogni considerazione. Qui dove gli occhi non hanno colore.

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