May 25, 2008

Un desiderio e poi il lago

Anch’io ce l’ho un desiderio: vorrei capire per cosa piangi e per cosa sorridi, l’origine di un tuo sospiro. Vorrei fare a metà, essere ciò che tiri fuori dal cassetto quando fa freddo o qualcosa ti fa paura. Così infinitamente vicino che possa confondere ciò che so con ciò che so senza saperlo. Smettere infine di flagellare col mio metro, battere ogni spazio e fruscio di giudizi e pensieri. Vorrei arrichirmi dei vostri di pensieri, diventarne tanto ricco da potermi spogliare di me. Me ne andrei nel bosco, seguirei una diramazione che rifugge il sentiero principale, continuerei fiutando la terra per capire dove sia più sconsolata. Raggiunto quel punto mi immergerei nella pozzanghera più profonda dei dintorni mentre la pioggia ticchetta paziente. Come dondolando fra il fango, le ore, gli odori. Te lo immagini che pace? Non riusciresti neanche a credere che possa smettere di piovere, non capiresti come possa esistere una volontà a desiderarlo.

Poi me ne sono andato al lago piccolo di Avigliana. Ho guidato con le frecce che non funzionano più. Ho trovato la strada e la sua rude novità, parcheggiato e proseguito a piedi. Pioveva, con coerenza, anche sul lago ed io l’ho trovata una cosa buona, un’idea semplice e geniale. Lungo la costa c’era la pace ed il perdono a riposare fra la ghiaia. Guardavo l’acqua senza che questa reagisse; rispettosa di quel silenzio che avevo dentro; m’accoglieva quella riva senza blandirmi, senza volermi ghernire. Eppure trascorsi alcuni minuti ho voltato le spalle e sono tornato al cammino. Capisci? Desideravo il sapore di altri passi, di paesaggi che mutano faticosamente poco a poco. Sentivo che alcune seti necessitano di sorsi brevi, così contro la mia natura. Ma di fronte al lago non mi sentivo di contraddirlo e quello mi sembrava il modo giusto.

Il Poeta nel frattempo dopo Dublino e Trieste ora è a Madrid.

Comments

6 thoughts on “Un desiderio e poi il lago

  1. Il problema degli ermetici è che restano soli, circondati da rispetto e scetticismo. Come i paesaggi che cambiano, troppo in fretta per lasciarsi abitare. (Me l’immagino che pace).Trarresti dal crepuscolo un’ala interminabile, come si dice.

  2. E dunque, continua ad andare avanti, sorso per sorso.
    Fino a traboccare di nuovo. A presto, vivo e sempre ermetico.

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