October 10, 2012

Silenzio, birra, amici, fortuna, un sacco di cose, che non provo a capire

Non ho scritto per un po’. Sapete, com’è, come succede. Succede la vita.

Immagino ne siano successe di cose.

È passata di qua Barbarina.

È passato il Capo. È arrivato la serata del venerdì, ha speso 160 euro in alcolici. Ne siamo tutti orgogliosi. Sono tornato alle 5.30 a casa, Ricky parlava lento sul bus. Giulia e lui (il Capo) mi hanno suonato alle 6.40, abbiamo parlato. Alle 8 ho fatto una doccia e sono uscito di casa. C’era il sole su Monaco. La compagnia era ottima, ero con due grandi artiste.

Abbiamo chiamato Flavia, che credevamo in Romania ed era ad Amburgo, in aeroporto. Ci ha raggiunto il Capo. Una persona malvagia ha chiamato “Andrea”. Si sono girate due persone meravigliose.

Il mattino dopo io e il Capo ci siamo svegliati alle 6.30, andati all’Oktoberfest.

Abbiamo bevuto, seduti, e parlato. Poi vagato, cercato un altro posto. E poi l’Oktoberfest è finito. Ho vissuto un Oktoberfest da abitante di München.

Non ho pensato molto ultimamente. Perché sono contento e perché sono molto preso un po’ da tutto. Questa settimana lavoro sodo, a lavoro e tornato a casa per finire delle cose. Se la sera non ho birra vado a comprarla alla Tankenstelle. Poi penso alla fortuna e credo che la fortuna sia un gatto dorato. Io credo che la fortuna sia sì, un regalo.

Ma non è solo un regalo, è anche qualcosa che tu fai a te stesso.

Così continuo a cercare la mia fortuna. Forse è semplice, basta rifuggire le cose che ci portano infelicità, per quanto possiamo esserci affezionati, e cercare quelle altre, quelle che ci fanno stare bene.

Ho decisamente molte, molte cose per cui ritenermi estremamente fortunato. E non mi va di scriverle qui, mi va di pensarci e sorridere fra me e me, mentre sorseggio una birra e scherzo con il gatto (a cui credo sia giunto il momento di dare un nome).

È strano come si trovi sempre delle scuse per preoccuparsi comunque.

Che poi io ho la birra, e una mitfahrgelegenheit prenotata, un supervisor che mi insegna il rumeno. Che cosa potrei volere di più?

Il basilico è morto. Lunga vita al basilico. Aveva ragione il Capo: il caffè caldo non fa bene al basilico. Io credo che con l’espresso avrebbe funzionato, invece.

 

 

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