Questa sera ho visto l’auberge espagnole insieme a Marcello, Diogo, Flavia ed Andrada. E’ un film sull’esperienza Erasmus. La prima volta credo di averlo visto al cinema con Francesca. Anni dopo eccomi qua. E sai, pensavo che ci sono viaggi da cui non torni. Ci rimani invischiato dentro. In questo momento avverto il ripudio per i viaggi brevi, insignificanti; quelli che sposti il culo un po’ più in là ma la tua anima rimane ferma a guardarti e a chiederti che diavolo tu voglia fare. Ho bisogno di uno di quei viaggi che invece la smuovono, uno di quelli che ti vibra dentro e sarà sempre per te come uno…
C’ho voglia di parlare (Ich habe lust zu sprechen)
E’ che mi manca qualcosa da dire. I minuti passano [die Minuten vorgehen], ci vuole un attimo ancora a sciogliere il nodo di pensieri ammassati, ci vuole un attimo perché si possano impoverire fino a rendersi solo parole. Sai, ho questa voglia di parlare ma non so neanche bene a chi o di che cosa. Ho negli occhi il Lupone triste all’entrata del K2 che mi dice che questa è la sua ultima festa a Karlsruhe, che domani parte (cioè oggi). Tu il Lupone triste non te lo immagini. Io il Lupone lontano non ce lo so pensare. A me il Lupone mi manca già. Ripenso al tavolo del Keller…
Da leggere
http://crescente.blogspot.com/2005/02/il-muro-di-berlino-lhanno-eretto-gli.html
Il niente è tutto e viceversa
Il niente è che un paio di giorni fa c’era un party di quelli che consideravi di "fascia minima" (nda: in Erasmus è molto importante classificare i party data la loro quantità), giusto due compagni di corridoio (il mio studentato è organizzato in corridoi da 15 persone) che festeggiavano il compleanno. Però poi si tirano le 5, fra i narghilè e la flursprecherin amborracciada pesantemente che straparla. Mi capita di capirlo questo tedesco. La sera dopo vado a dormire presto per recuperare la fatica. Quando sto per poggiarmi al letto (o viceversa?) mi chiama Daeniel (o Dàniel come ho scoperto si pronunci): ok, uno dei suoi amici dorme da me;…
Ritorni fra informatiche casualità
Ascolto musica con uno di quei programmi per cui inizi a digitare il nome di una canzone e te ne compare una lista. Così cercando "La mia banda suona il Rock" scrivo solo "la mia" e mi ritrovo, dopo Ivano Fossati ad ascoltare "La mia ragazza mena" e "Questa è la mia vita"; voglio dire, Sono io che guido, Io che vado fuori strada mi va bene: più ti responsabilizzi più ti godi la vita, assumiti il peso di ogni tuo insuccesso e sarai libero. Poi scivola verso una conclusione Dato che ci sei, come io vorrei e mi fa pensare al ritorno. Sarà che un po’ ci devo pensare…
Beh, si, le notti
A volte le notti sono un po’ complicate. No domani non credo verrò ad Heidelberg, si oggi ho scritto la mia relazione sul ruolo della cultura romana nello sviluppo di una identità romana. Domani ci sono per aiutarti con quel lavoro sulla retorica socratica. Poi c’è chi mi guarda negli occhi e ci legge ad un certo livello una tristezza nascosta dietro ad un sorriso e vorrebbe piangere. C’è la ragazza e le sue storie del Brasile, il suo Natale che sarà lontano da casa, il suo cantare Sweet child o’mine, c’è chi mi parla in rumeno ed io non capisco tutto ma ci provo, ci sono i miei coinquilini…
Per quel che vale
Per quel che vale proviamo a prenderlo da Locomitive Breath il senso. The train won’t stop going No way to slow down Non è che io sappia o che comunque voglia dire più di tanto. E’ solo che se c’è questo dolore che è continuo, che ti mangia l’anima a bocconi piccoli e ben masticati. Ecco poi magari fuori c’è la neve, guardi, che comunque è sempre una buona risposta. Guardi e se il respiro ti si blocca, fisicamente, pensi. Provi a recuperare. Pensi al dolore che non potrai togliere dalle spalle degli altri, che rimarrà lì, muto ed immobile compagno. E, ingenuamente, penseresti il tuo inutile, incapace di evitare…
Vedi cara
Cara, rimani qui ed ascolta. Ti voglio, ti devo narrare di cosa avvenne quando, ricorderai, sparii in maggio e tu, tremula e bianca, tornasti ad esser nebbia. C’era questa collina al limitare del nostro paese, poco oltre le ultime case, vicino alla macchia di cipressi. Io ero andato lì, il cuore gonfio, a raccogliere margherite e bocche di leone, per farne un fascio e lasciartele sul davanzale, che avessi un sorriso a svegliarti. Io camminavo lungo il sentiero che sale lento, senza che tu te ne possa accorgere, e mentre il frinire dei grilli saliva forte le ultime case si facevano distanti. Io guardavo ai bordi del sentiero, speravo di…
Problemi
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Torino
Io sono così orgoglioso di essere venuto al mondo e di aver respirato questa città meravigliosa. if(window.$WebSecurity){window.$WebSecurity.FlashDetection.HandleEmbedCode(‘5386811d-e79d-4b0b-85e5-542e17cfc3b3’, ‘x3cembed srcx3dx22httpx3ax2fx2fwww.youtube.comx2fvx2fMeqfts3Zlg4x26ampx3bhlx3denx26ampx3bfsx3d1x22 typex3dx22applicationx2fx-shockwave-flashx22 widthx3dx22425x22 heightx3dx22344x22 pluginspagex3dx22httpx3ax2fx2fwww.macromedia.comx2fgox2fgetflashplayerx22 allowscriptaccessx3dx22neverx22 allownetworkingx3dx22internalx22 x2fx3e’);}else{if(window.flObj == null){window.flObj = new Object();}window.flObj[‘5386811d-e79d-4b0b-85e5-542e17cfc3b3′]=’x3cembed srcx3dx22httpx3ax2fx2fwww.youtube.comx2fvx2fMeqfts3Zlg4x26ampx3bhlx3denx26ampx3bfsx3d1x22 typex3dx22applicationx2fx-shockwave-flashx22 widthx3dx22425x22 heightx3dx22344x22 pluginspagex3dx22httpx3ax2fx2fwww.macromedia.comx2fgox2fgetflashplayerx22 allowscriptaccessx3dx22neverx22 allownetworkingx3dx22internalx22 x2fx3e’;} Non so bene a chi dirlo, ma grazie.
Cerco
Tempo. Cerco tempo e non ce ne sta’.Faceva così questa canzone.Si tratta di tanti chilometri fa, i cortili di una scuola inondata di sole; certe primavera non basta mica una cancellata a contenerle.Cerco ancora tempo, ma mica solo quello. Qualsiasi cosa che poi non c’è. Inseguo confini, bracco orizzonti. Ti avvicini, ti ci giochi il fiato e poi… l’orizzonte è ancora là, lontano uguale. Provo ad afferrare idee con le mane, inesorabili mi sfuggono. Che ci posso fare? Fortunatamente ci sono state tribute band dei guns a portata di auto (un raggio molto ampio), ci sono racconti di Claudio. Ecco, come a dire che mi ci ritrovo in quel racconto,…
Comodini notturni
E’ di nuovo notte. Puoi parlare di cicli, se ti va. Ritorni e fughe in avanti; ai cicli devi rispondere sorprendendoti ancora, di ogni nuovo ripetersi, accogliere i deja-vù con indifferenza. In questo modo li disorienti ed allora puoi colpirli. Oceani di gomma, quando ti ho visto eri una goccia… eppure sei ancora notte, tutt’intorno ai confini, giù dalla finestra perfino e chissà quand’è che ti stufi di correre, sono certo che non ti fermi nel Wald di là sotto. Continui, mica hai bisogno di fiato tu. Sarà per questo che mi trovo bene con te, cara notte, a te non serve l’aria, a me non servono i motivi. Come…
Pomeriggi
Pomeriggi. Si fa presto a dire pomeriggi. E’ che però prima ci sono le mattine, legami diretti con le serate precedenti. O meglio, non sempre. A volte c’è come un’interruzione, un disturbo. Victor si chiede da dove vengano le macchie sulla sua giacca. Così raggiungi gli altri da Daniel: prendere l’ascensore e andare fino al keller, da lì uscire dal retro per essere più vicini all’entrata del K4, ascensore che arriva solo al quinto piano, il quinto sono scale, gradini volati a manciate. No, ok che non ce l’ho il costume per Halloween, sai è che stavo per andare in mensa, ciondolante nella grande biblioteca, sgranocchiando libri a caso dagli…
Cosa avrà voluto dire?
Se quelli che stasera organizzano la K5-Hausfest domani mattina mi hanno piazzato una bella colazione bavarese (il che presuppone l’assunzione di birra) che vuol dire? E’ un suggerimento a bere ininterrottamente fino alla colazione e giunta quella proseguire? ACCOLTO!
Oggi
Oggi l’è murt Delfino Borroni, nato nel 1898, ultimo Italiano ad aver partecipato alla grande guerra. Mi commuovo quando quest’uomo di 110 anni parla della sua mamma. Un uomo cui la vita gli è scorta, che è rimasto del suo mondo? Ecco. Eppure mentre tornavo da Friburgo avrei piantato le unghie sul finestrino per fermare il treno e correre in uno di quei paesini senza volto, senza luoghi. Ad inventarmi il tempo, a perdermi. Ed invece sono tornato da quella gitarella di sedici Erasmus, da quel pranzo in pizzeria, dalla meraviglia di quella cattedrale, dalle stradine e dalle ore. Dalle sciarpe, dalle nazioni. Da quel salire la collina e guardare…
Sangue
La cosa meravigliosa del sangue è che è caldo. Killing in the name of. Si ero nervoso e allora che fare? Mi sono rasato i capelli. Killing in the name of. Lavorare come uno stronzo, eh ma io sto crucco non è che lo mastico poi tanto. Andare per gli uffici a dire "eh ma questo in Italia non succederebbe, certo che qui in Germania siete proprio disorganizzati" non ha prezzo. Il problema è che vero. Più di un mese per ottenere il mio bancomat (il materiale per l’online-banking lo sto ancora aspettando). Fai un versamento e ti sbagliano il conto su cui accreditano il denaro, per cui dovrebbero accorgersene…
Concordo
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200810articoli/37543girata.asp«Il "popolo" che esercita il potere non coincide sempre con coloro sui quali quest’ultimo viene esercitato. La volontà del popolo significa, in termini pratici, la volontà della parte di popolo più numerosa e attiva – la maggioranza, o coloro che riescono a farsi accettare come tale; di conseguenza, il popolo può desiderare di opprimere una propria parte, e le precauzioni contro ciò sono altrettanto necessarie quanto quelle contro ogni altro abuso di potere»."la finzione di un’opinione pubblica che si definisce civile quando i suoi sentimenti e convinzioni sono quelli gradevoli per la parte dominante della società."
fra poco vado a vedere se l’asciugatrice ha finito
E così è un po’ di tutto. E’ fare una colazione rumena alle tre del pomeriggio, è passeggiare per Baden-Baden o è il Lupo che fa un salto per una birra. Sai com’è, è che c’è troppo cielo in cui specchiarsi e a volte non ce la faccio a finirlo tutto. Così non ci guardo. Che poi va anche bene così, ti confondi nelle sfumature delle voglie, le guardi scricchiolare attorno alle loro venature. Non c’entra che domani sono due mesi da quel mattino alla stazione di Avigliana, la grande valigia rossa che mi morde uno stinco. E’ che poi parti e dopo una settimana sei qui, come a saltare…
…no, è che proprio hai sbgliato
Ho appena letto un articolo sulla disabilità «Il sogno del mondo è quello di sconfiggere la disabilità – ha detto – e in questo senso, la tecnologia può rendere il corpo umano molto più forte» Ecco, secondo me è un po’ triste.Il sogno dell’uomo dovrebbe essere quello di vivere bene a prescindere da ogni disabilità.Ecco, questo vorrebbe dire elevarsi.
Anche i vecchi piemontesi c’hanno internet (no, non parlo di me)
Fonte: http://manliocollino.blog.com/4026136/ Oggi voglio salvare e riportare due riflessioni tratte da quel fresco e frizzante calice di buonsenso anticomunista che continua ad essere la webzine "La mosca cocchiera" di Italo Lovrecich (chi vuole leggerla tutta glie la richieda all’indirizzo trecanguri@alice.it). Primo pensiero: "Mi hanno sempre fatto schifo quei papà e quelle mamme che portavano i bimbi piccoli a manifestare in piazza vestiti da piccoli comunisti, con la bandiera rossa o arcobaleno in mano; e più che altro ho provato pietà per i piccoli potenziali coglioncelli, obbligati a diventare tali da cotanti coglionissimi genitori. Ora la realtà ha superato la fantasia. Le maestre, non appagate di poter fare girotondi stracciatutto, indottrinano…