Ok. È mezzanotte, sveglia alle 5.45 domani mattina. Atterraggio a Chennai previsto alle 4.00. Di notte. Tre ore di macchina e dovremmo raggiungere l’albergo. Direi che è troppo tardi per fare la metà delle vaccinazioni che mi manca. Non ho comprato quasi nulla di quello che avrei dovuto. Ho finito l’ultima birra. È arrivata, come da tradizione sulla soglia della partenza, una mail annunciante un bel merdone di roba da fare. Al rientro, me ne preoccuperò al rientro. Forse neppure allora. È proprio finita la birra? Ho fatto una presentazione oggi. Andrea, il mio amico, mi aspetta, quando arrivo. Anche Paola. Così fra poche starò correndo da qualche scalo all’altro…
Sguardi notturni
Ci sono molte strade, moltissime, e la notte è la capacità di cogliere anche quelle altre, quelle che hai scartato o che non vorresti. Di notte ritornano, tutte assieme. Come bimbi abbandonati, per sempre persi lungo la strada di casa. È un po’ che non scrivo. Mi chiedevo qualche giorno fa, mi chiedevo se ci alziamo spesso e ci chiediamo “Sei felice?”. Me lo sono chiesto l’altro giorno perché mi faceva comodo, perché mi risuonava un sì sincero. Sono felice fra le acque calde di Vienna, appollaiato in questa mia Vita che scorre, senza l’attesa di un cambiamento o di un’evoluzione. Nasce e muore lieve. Sono felice, di quel che…
Ti ho cercata
Ti ho cercata fra le pagine dei libri, barricato in casa. Eri nascosta fra quelli che non osavo aprire. Ti ho cercata, a modo mio, magari sbagliando. Ti ho cercata quasi sempre, a volto faceva troppo freddo, mi impigrivo in poltrona fino a lasciare l’edera divorarmi il corpo stanco. Poi mi sono alzato, anche quando ha fatto male. Ti ho cercata quando per cercarti dovevo andarmene, seppellire i cari spettri, mettere strada fra me e loro. Polvere e chilometri a sbranarmi la memoria, a lasciarmi ferite da togliere il fiato. Non ti ho sempre cercata nei posti giusti. Col tempo, sono quasi arrivato a dubitare che ci fossi. Poi ho…
Futuro
Stasera, complice la birra scura, vago sul futuro. Mi sembra di avere un sacco di futuro di fronte. Persone, certo, offerte di lavoro, possibilità, paesi. Però, complice la birra scura, colgo la sfumatura che fa apparire tutto vacuo e non così importante. Pago il conto, torno alla mia stanza di un albergo nel nulla (eppure dicono ci sia Stoccarda, attorno). Sorrido, sento la tua mancanza. Il presente. Il presente sto imparando, anche grazie a te, che conta anche più di mille strade per il paese delle delizie, se tutte queste risiedono in un futuro che non comincia ora. Tutto importa un po’ meno se, alla fine della fiera, semplicemente avverto…
La distanza
Oggi ho salutato Ciube e il Capo, ripartiti alla volta dell’Italia, dopo un tour-de-force di ore in macchina, pedaggi, gomme da cambiare e birra. La mia casa è più arida del Sahara, solo lattine vuote, casse abbandonate a fianco degli armadi. Io domattina, presto, parto per Stoccarda. Il Capo lo rivedrò fra un mese, in India. Ho i biglietti per Amburgo, da prenotare. Penso alla distanza. La distanza forse è semplice da comprendere, lo si può fare in modo fisico. Sei più distante di quanto il mio fiato mi permetta di correre, di quanto possa vedere, se mi sporgo dalla finestra. Neanche il mio abbonamento dei mezzi pubblici basta per…
Chiavi di volta
Mi distraggo scrivendo un po’, facendo un po’ di esercizio. Non interpretatelo come un intervento auto-biografico (non completamente almeno). Lo sai perché mi manchi? Ci ho pensato a lungo, ed era una risposta difficile da afferrare, ci giravo intorno, provavo ad attraversarla, a osservarla da ogni punto di vista: niente, non l’afferravo. Ho continuato a camminare con pazienza, e ho messo assieme i pezzi, fino a capire, d’un tratto. Quando ho raccolto l’ultimo indizio mi si è dischiusa la spiegazione di fronte agli occhi: improvvisamente chiara. Mi manchi perché è attraverso te che capisco la bellezza. In qualche modo io sono evanescente, come disconnesso dalla realtà. Quando tu però sei…
La reazione alle parole della Fornero
Non parlo mai d’attualità; su questo blog normalmente scrivo di un argomento molto più interessante: me. In questi giorni però sto leggendo sui social network una quantità di reazioni in fotocopia alle parole della Fornero, Ministro del lavoro, che ha detto “Cari ragazzi, non siate Choosy e prendete i lavori che ci sono, per fare esperienza”. La risposta è stata data da una sfilza di persone e suona più o meno così: “Ho una laurea e non trovo un lavoro, quindi c’è una macchinazione massonica in atto, se non mi prendono é ovviamente perché non ho una raccomandazione.” Il profilo tipico di chi si lamenta è quello del laureato in…
Inizia il week-end
Ho aperto la finestra, ho lasciato entrare l’aria ma non le ho dato ascolto. Mi sono seduto, e ho preso uno specchio. Ho contato le immagini che vedevo riflesse. Ho avvertito la strada percorsa, dietro di me. Non gli ho dato peso, ma so che rimane lì, da qualche parte, a riprova delle possibilità di raccogliere i pezzi, uno ad uno, a riprova di abilità che potrebbero tornarmi utili. Sai, non importa, davvero. Mi sono vestito e sono uscito, dove c’è un battito, lento e forte.
Ridere di me
Torno da Vienna con scarpe nuove, dopo il party per la laurea di Irina, dopo aver parlato con Dea di cani e gatti e sorelle. Sono salito sul treno, la mitfahrgelegenheit del ritorno ha avuto un’incidente. Mi piacciono i treni, c’è poco da fare, mi piacciono anche se a volte cerco di convincermi del contrario. È un rapporto con le sue controversie, ma quale non ne ha. Mi piace anche arrivare presto in stazione, lo ammetto. Allora riprendo a fare esercizi di scrittura. Ho più di quattro ore da spendere dopotutto. Mi invento situazioni, come quando scrivevo di un desiderio e poi il lago. Sono caduto dentro al tuo modo…
Silenzio, birra, amici, fortuna, un sacco di cose, che non provo a capire
Non ho scritto per un po’. Sapete, com’è, come succede. Succede la vita. Immagino ne siano successe di cose. È passata di qua Barbarina. È passato il Capo. È arrivato la serata del venerdì, ha speso 160 euro in alcolici. Ne siamo tutti orgogliosi. Sono tornato alle 5.30 a casa, Ricky parlava lento sul bus. Giulia e lui (il Capo) mi hanno suonato alle 6.40, abbiamo parlato. Alle 8 ho fatto una doccia e sono uscito di casa. C’era il sole su Monaco. La compagnia era ottima, ero con due grandi artiste. Abbiamo chiamato Flavia, che credevamo in Romania ed era ad Amburgo, in aeroporto. Ci ha raggiunto il Capo….
Lago, pace
Lunedì mattina sono tornato a casa e ho allungato il percorso, vagando per le vie. In quel momento qualcun altro era su un pullmino, ad ascoltare audiolibri in Slovacco e io avevo qualche pensiero da disseminare per strada. Ho passeggiato fino a imbattermi nello Schwabingersee. Ho visto un canale, una scaletta che permette di raggiungere l’acqua. Mi è sembrato un posto riparato, uno di quelli dove sederti e pensare, come se il mondo non ci fosse, non fosse così reale e inevitabile. Una catenella dovrebbe impedire l’accesso alle scale, ma non penso che nessuno ci creda per davvero. Poi ho scritto una lettera a una persona che non sentivo da molto…
I ricordi
I ricordi, comunque, anche i più belli o più insignificanti, sono momenti di vita sprecati. Testimoni dei nostri atti incompiuti. Riaffiorano come per cercare di trovare una realizzazione. O una spiegazione. J.C.Izzo Marinai perduti Questa citazione l’ho trovata sul blog di Vedova Scalza, che si chiama Spiritually: http://vedovascalza.wordpress.com. Vi consiglio di darci un’occhiata.
Felicità divergenti
Una mia amica mi ha scritto una frase che mi è piaciuta molto. “i’m happy for you, because your clever mind finnaly started to cooperate with your life”. Credo che la Vita sia un gioco a inseguire la felicità, ognuno con gli anni che ha a disposizione, ognuno con le sue carte. Gli errori che si possono commettere sono tanti ma io ne vedo fondamentalmente due: il primo è avere paura, il secondo credo che sia quello di confrontarci con gli altri, di pensare che le strategie che per qualcuno hanno funzionato, o che a noi sembrano aver funzionato, possano valere anche per noi. Invece la ricerca della felicità è…
Viaggiare leggeri
Giovedì scorso sono uscito da lavoro presto. Ne vedem miercuri. Non sono passato da casa, ho preso direttamente la U6 e poi la S-Bahn. Sono arrivato in stazione con abbastanza tempo per coltivare i pensieri, come d’abitudine. I chilometri sono scivolati piano dal finestrino mentre mozzicavo Fladenbrot e prendevo un sorso d’acqua. Mi piace mangiare pane e bere acqua quando viaggio, mi da la sensazione di viaggiare leggero, mi fa sentire in qualche modo un viandante. Sono arrivato a Wien Westbahnhof in perfetto orario. Sono sceso, eri lì nell’atrio. Una sera sono corso in strada, fino a Favoritenstrasse, ho comprato della birra e una signora mi ha aiutato a disporre…
Miscellanea confusa
Ho diversi correnti di pensiero affastellate nella mente, la stanchezza mi confonde. Ho anche parecchia birra in frigo, provo a fare ordine. Daniele se ne è andato, quando sono tornato non c’era più. Non sono stato un ospite impeccabile. Avrei potuto essere migliore, più simile al solito. Avrei potuto essere peggiore, ma non sarei stato io. Sono andato a lavorare per la prima volta qui a Monaco. Oggi non c’era il mio supervisore, ero da solo in ufficio. Solo con Sheldon. Sono in ufficio con Sheldon: è inequivocabile e un po’ spaventoso. A volte riascolto delle canzoni, sentite a un concerto, in radio, in camera mia. Con…
Ritorno a München
Sono andato in Slovenia, e poi sono tornato. Ho preso il treno fino a Monfalcone, quando sono sceso e ho alzato lo sguardo c’era Mojca, coi capelli un po’ più lunghi e quel suo sorriso puro, lei che ride anche cogli occhi. Abbiamo parlato lungo la strada in macchina, era sera. Siamo andati a casa dei genitori di Domen e loro ci hanno poi portato nella grande casa di campagna, a Budanje. Quella una volta era Italia, e non si poteva parlare sloveno. Ora è un villaggio di famiglie allargate. La vendemmia è stata una festa per tutti, dai vecchi ai bimbi. Pare che le stime più accurate indichino che…
Scampoli d’estate
Quest’estate non pensavo di viverla: sarei dovuto andare a Monaco, principalmente per rintanarmi in casa e lavorare per finire una miriade di progetti. Invece la Vita ha avuto un’opinione diversa e quest’estate è stata piena di magia. Decisamente inaspettata. Dal primo Agosto ho passato molte ore a non capire nulla o quasi per via della lingua: tedesco, rumeno, sloveno. Famiglie, bicchieri. Molte di queste ore le ho spese con una bicchiere in mano: una birra o del vino bianco. Tuica, a volte. Ho capito cosa intendeva Sant’Agostino: le persone, le persone. Spesso, fra un bicchiere e un altro, guardavo le persone, le espressioni, i sorrisi, le dinamiche familiari….
Strade, detriti, Est
Arrivi a Torino che vuoi andartene in più fretta possibile. Sparire, dileguarsi, come t’inseguissero. Non ti insegue nulla, è solo il tempo, conta i secondi che ti sfuggono di tasca. È un lavoro di una noia mortale. Poi a Torino ci rimani qualche giorno e percepisci le immagini appiccicate a ogni incrocio, lungo ogni viale. Ci sono un boato di fantasmi a Torino. Un casino, mi chiedo come facciano a starci tutti, nella mia mente, nella mia povera mente. Puoi volere andare via, ma, cara Torino, le tue mura sono sempre davanti a me (Isaia 49, 16). Il campanello dice ancora “Giuseppe Caccetta”. Anzi, un angolo è strappato per cui dice…
Paura
Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti? Se segui la mia mente, se segui la mia mente… Passiamo la maggior parte della nostra vita ad avere paura. Paura di non raggiungere qualcosa: un lavoro, una relazione che vorremmo avere, paura di perdere quello che abbiamo ottenuto, paura di essere inadeguati. Abbiamo paure di ogni tipo, una o più per ogni occasione. La cosa buffa è che quando incontriamo qualcosa di bello sembriamo avere ancora più paura. Ciò che dovrebbe darci gioia e contribuire a renderci felici finisce spesso per scatenare nuove paure. Dalle cose più meravigliose sembrano fiorire le paure più vivide….
Via Tripoli
Mi trovo per qualche giorno in Italia, nella casa dove ho vissuto per sette od otto anni e che adesso sto svuotando. C’è una strana simmetria con il primo periodo in cui ci venni a vivere, quando non avevo un letto o un tavolo. La prima cena è stata un pollo arrosto comprato in piazza Santa Rita e mangiato su una scatola di legno che conteneva un nano da giardino. Non c’era nient’altro nell’appartamento. È strano dire addio a tante cose che sono successe qua dentro. Ricordo il tappeto su cui era sdraiato con Valentina, la poltrona gonfiabile che mi aveva regalato. Ricordo quando venne a Francesca…