Ascoltavo queste vecchie canzoni degli articolo 31. Canzoni come Spirale ovale, Cara mia ex, La mia ragazza mena, Un’altra cosa che ho perso. Mi ricordano di un certo periodo di molti, molti anni fa. Avevamo questa tribù in cui si vivevano le cose assieme. Le si conosceva assieme.
Era un periodo straordinario. Io macinavo chilometri in ogni direzione, cercavo di tenere unita e coesa la trama di quel mio mondo.
Oggi, per un attimo mi è piaciuto chiedermi dove ti vengo a prendere per riportare ognuno a costituire quel nucleo, per fare una serata di quelle. Una serata inconcludente, fra birre tenute nel bagagliaio, fare la coda davanti al Faster, al freddo, con le giacche nel bagagliaio per non pagare il guardaroba. A ballare fra i tavoli del Bierkeller. Ad agitarsi come dannati sulle canzoni di Marylin Manson all’Hiroshima. A correre coi finestrini abbassati e la musica forte. Asso e il Santafe che sparano Chemical brothers, Motel Connection, Nirvana. Il Bestia con quella sua brillantezza. Io che ci provo. Allora coltivavo la Torpedine. Oggi la Torpedine è una realtà a cui il mondo si deve adeguare. Ci siamo capiti?
Non tutto è andato perso, sapete? Molte di quelle persone le vedo ancora. Le ho tenute vicine nonostante le migliaia di chilometri tessuti in ogni direzione, le case che ho cambiato, le macchine che ho rottamato. Altre le sento di tanto in tanto. Alcune le conservo nella mia gratitudine.
Allora, sai quando ti vengo a prendere? Stasera, ti porto con me. Perchè in ogni sera c’è un piccolo riverbero di tutti i sorsi che abbiamo condiviso, delle chiacchierate che abbiamo fatto quando era notte e non sapevamo dove andare. Grazie. Non si può più essere soli quando si porta dietro una tale ricchezza.
Bastardi fortunati che nemmanco se ne rendevano conto.