Il mescal è la prova dell’esistenza di Dio(1) – proclama, e socchiude gli occhi. Quando beve, Marty guarda sempre le cameriere, e ce n’è una volteggiante, sorridente e americana che già lo fa un po’ soffrire perché non la conosce e lui invece è sicuro che se lei lo conoscesse e gli desse il tempo di parlare, lei si innamorerebbe di lui. Non è male questo Fughe da fermo, e io comunque devo provare il Mescal. Oggi Marcello mi ha scritto, mandato il link del suo volo in aliante. Perché La Vita… mica si può spenderla ad averne nostalgia no? Come fosse un’idea sfumata e astratta, troppo in là per…
Tanto tempo fa
Una persona scrisse fra i commenti di questo blog E quel poco di vuoto che resta dentro, è quello che a volte fa vedere le cose più vere, più sentite… ci hai mai fatto caso? Poi c’era l’indiano, la scatola piena di the. Poi una notte lessi Le città invisibili, fumai un cigarillo dall’aroma improbabile. Poi il tempo è passato, io sono sopravvissuto a tante notti.
Letture
Sabato ho visto Asso. C’era questa torre da dove sparavamo col suo fucile mitragliatore ad aria compressa. Conosco Asso da molti anni, ormai. La sera sono andato allo Spazio 211, serata musica anni novanta. Il ricordo di un sacco di non-limonate fatte, di muri sorretti intere serate, di birre portate da casa, di campeggi francesi. La mattina dopo ho finito Momenti di trascurabile felicità, iniziato Fughe da fermo. …mentre io bevevo vodke e vodke aspettandola in discoteche dove non sarebbe mai apparsa, e quante volte per un attimo un’altra mi era parsa lei nel sorriso, nei vestiti, nei capelli, negli stivali, quante volte mi ero accorto di essermi sbagliato e…
Banalità
Puoi, tecnicamente. Essere stanco, arrabbiato, in ritardo, dubbioso, troppo timido. Puoi. E puoi usare uno qualsiasi di questi motivi, e altri ancora, per non uscire, per rimandare, per non fare quel viaggio, non provare quell’esperienza. Puoi. Però le possibilità e le esperienze passano, e, lo diresti? Si portano via la vita. Alla fine ti troverai riposato, sicuro, puntuale. Un foglio bianco, dimenticato. E lo ricordo soprattutto a me stesso.
German pronunciation
I am having an hard time with the word “Ich”, which unfortunately is quite common… let’s work on pronunciation.
Zehn kleine Jägermeister
C’è questa canzone che va bene per tante occasioni. Quando un amico se ne va. Quando ti va di bere. Quando ti va di pensare. È una canzone dei Toten Hosen e si chiama “Zehn kleine Jägermeister”. Zehn kleine Jägermeister rauchten einen Joint Den einen hat es umgehauen, da waren’s nur noch neun Dieci piccoli Jägermeister(1) hanno fumato una canna Uno è steso, quindi ce n’erano solo più nove. Neun kleine Jägermeister wollten gerne erben Damit es was zu erben gab, musste einer sterben Nove piccoli Jägermeister volevano proprio beccarsi l’eredità Ma per beccarsi qualcosa, uno doveva morire Acht kleine Jägermeister fuhren gerne schnell Sieben fuhren nach Düsseldorf und einer…
Registrazione Technorati
Ok, per farlo devo scrivere questo codice: GZETUBFMYEQM
Solo il nome
Di te ricordo solo il nome. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e il modo in cui dormivi scomposta la notte. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e ogni rumore ti spaventava. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e amavi l’acqua, specie se era fredda. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e quando ridevi era perchè se non si vedesse che avevi paura. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e ai giorni preferivi i silenzi, alle certezze i dubbi, alle gentilezze la possibilità di espiare. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e che ti piaceva essere battuta. Mi ricordo che ti chiamavi Maria e ti terrorizzava chi ti stava vicino…
Il Villaggio della memoria: i colori
“Sai, ho dimenticato i colori” – disse l’uomo fissando il vuoto. Aveva alzato di scatto la testa dal bancone e con urgenza gli erano scivolate fuori dalla bocca le parole. “Sì, i colori” – riprese poi – “i colori di quell’anno, l’anno più bello, più pieno. Ricordo solo che c’era un ingorgo, sfumature che si scontravano con altre e davano vita a tonalità solo mie. Sono ricordi vaghi ormai. Il tempo, il tempo m’ha mangiato i bordi. Una volta c’era il castano chiaro di lei che s’infrangeva sull’erba verde e in quel contrasto nasceva un colore solo mio, di me che l’osservavo. O le pietre lungo al fiume, che si…
La ripetizione spaziata per imparare le lingue (e soprattutto il tedesco!)
Stamattina ho registrato uno screencast per raccontare a una mia amica come funzioni un programma semplicissimo e molto utile per memorizzare qualcosa e non dimenticarselo per anni. Il sistema si basa sulla ripetizione spaziata: la mente ha bisogno di rivedere un’informazione a intervalli via via crescenti (1 giorno, 3 giorni, 1 settimana, 1 mese, 1 anno…) e c’è un programma che aiuta a fare proprio questo. È più semplice vederlo che spiegarlo, date un’occhiata: http://screencast.com/t/zjk1YIXx
Per ora
Per ora intanto è arrivato. Vediamo cosa succede. Intanto sto seguendo il quarto talk consecutivo sullo stesso progetto. Forza e coraggio. Ah ma devo presentare in italiano? O in inglese? Mmm…
…la spugna gonfia di materia vitale che non scorre più, l’ingorgo di passato presente futuro che blocca le esistenze calcificate nell’illusione del movimento: questo trovavi al termine del viaggio. Italo Calvino, Le città invisibili. Esiste un libro che possa sfiorare la grandezza di questo? Oggi dal treno il sole sorgeva rosa, un taglio nel cielo. Come un giorno fosse una sentenza netta. Quella ragazza che ti da del lei, quegli anni fra te e i freschi universitari che iniziano a scavarsi. Un’altra lei, d’una apparente bellezza asettica, finché tace, poi parla e le sue fragilità emergono brillanti. Ecco, le fragilità, proteggere le fragilità di qualcuno. Questo sì che è sarebbe…
La memoria e le scelte dolorose
– Le immagini della memoria, una volta fissate con le parole, si cancellano – disse Polo. – Forse Venezia ho paura di perderla tutta in una volta, se ne parlo. O forse parlando d’altre citta’, l’ho gia’ perduta a poco a poco. Le citta’ invisibili, Italo Calvino (il mio libro preferito, finora)
L’arrivo del Viandante
“È il tempo” – disse il Viandante – “È il tempo l’unica cosa che conta. Sì, il tempo: quello spazio vuoto che sembra franarti sotto i piedi, quell’idra ingorda che ti divora e che continua, continua a mangiarti i giorni. Perché mentre tu aspetti ciò che conta, mentre aspetti il motivo ultimo del tuo vivere, mentre aspetti di incontrarLa, mentre aspetti l’occasione per mettere in luce quel tuo talento, mentre aspetti l’opportunità di un nuovo giro di carte è in quello spazio che puoi compiere quell’unico gesto che dica veramente qualcosa di te. Sai, può capitare a tutti un colpo di fortuna, un vento buono che ti porti una donna…
Un po’ di link sul viaggio
Perché viaggiare da soli: http://www.eurotrip.it/2011/08/perche-viaggiare-da-soli.html Tesi sul senso del viaggio: http://www.markos.it/quaderni/sensodelviaggio.pdf Per quanto mi riguarda, io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente i bisogni e le difficoltà della nostra vita; scendere da questo letto di piume della civiltà, e sentire sotto i piedi il granito del globo ricoperto di sassi taglienti. (Robert Louis Stevenson)
Piccole novità
Piccole novità, in attesa di quelle grandi. Da stamattina ho due tessere in più: quella dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Torino e quella del Goethe Institut. Da Ottobre inizio il corso di livello A2.2, da subito posso invece timbrare qua e là o indossare la spilla dell’Ordine (discutevo proprio ieri di come migliorare il mio stile, quale aggiunta potrebbe essere migliore?) E poi provare la nuova mensa del Poli. Che non è male. Ora però lavoriamo su novità più interessanti, ok?
Ti ricordi?
“Come sta?” “Non bene, si lamenta tutto il giorno, piange” “L’hai portato a far vedere?” “Sì” “E cosa dicono?” “Che gli dispiace” “Ah. Vengo da te allora, ok? Vivi sempre lì?” “Sì, sempre lì” “A fra poco allora” Lei aprì la porta, gli occhi confusi da cerbiatto fuggivano quelli di lui. Lui rimase lì a guardarla boccheggiando parole che sfuggivano. Dopo qualche secondo lei, cercando di suonare convinta, disse “avanti, entra”. E lui entrò. Nella stanza c’erano ancora tracce di un passato non remoto ma ormai sciacquato via da eventi di varia natura. Una intera generazione di emozioni si era succeduta e un continuo fronte d’onda di mutamenti…
La crudeltà è delle donne o degli uomini?
Gli uomini passano per essere crudeli, le donne invece lo sono. Le donne sembrano sentimentali, gli uomini invece lo sono. Friedrich Nietzsche
Aggiornamenti
E aggiorno la lista dei mie post preferiti includendo anche quelli del 2010. 2010 Capita The International Day of Awesomeness L’uomo più stupido del mondo Sottili differenze Non-racconto di un viaggio Fruscio Viaggio Frammenti e medaglie Cristalli Leggendoli incappo in Sottili differenze: “Molte persone in questo periodo mi hanno detto apertamente quanto io sembrassi depresso e quanto… fosse strano vedere me privo di energie.” Beh io, volente o nolente, in qualche forma sono tornato. Certi giorni ho l’esistenza in punta di dita, e non si può chiedere di più quei giorni. E questo nonostante il fatto che manchi quel particolare tipo di luce, un filo gentile che permetta di leggere…
July 2011 – Luglio 2011
Luglio è stato un lungo abbraccio, iniziato a Lisbona e finito a Timişoara. July was a long-lasting hug, began in Lisbon and ended in Timişoara. Luglio è una foto che mi ricorda che la Vita è di più, molto di più del passare distratto dei giorni. July is a picture which reminds to me that Life is more, a lot more, than days flowing away unnoticed. E’ un libro che apro quando chiamo Diogo da Malpensa e gli dico che per un problema di aerei verrò direttamente a Lisbona, dove lavora. Lo chiudo mentre il taxi va verso l’aeroporto di Timisoara e il taxista mi parla. Io dico “da”. Forse…