Quel millione di esperienze che ci hanno connessi, lo sai cosa hanno fatto di noi?
Ci hanno piano piano appreso i passi, i ritmi, gli schemi. Abbiamo cominciato a ripeterli, come per riflesso. È diventata una danza, la nostra danza di respiri e giorni, e gesti sempre più vicini. Me lo ricordo il ritmo del tuo respiro. Ci regolavo l’umore delle mie notti, influenzava lo scorrere del mio sangue.
Ecco, l’inseguimento è divenuto una danza. Ci siamo ritrovati satelliti reciproci, soli in un universo spaventosamente grande, infinitamente vuoto, ostinatamente sordo. Poi è stato silenzio, deriva, infiniti orizzonti, senza riferimenti. Dove il tempo si affievolisce e tace.
Nello spazio silente non basta coltivare risposte. Occorre coltivare anche le giuste domande.