Sono partito, ho camminato fino a quando i segnali lungo la strada sono spariti, fino a seminare le ultime case, lasciarmi dietro le voci. Tutte le voci, per me ormai chiacchiericci indistinti. Ho continuato, fino a che non fossi più raggiungibile, da richiami, realtà discernbili e ripensamenti. Poi ho continuato a camminare ancora, come si potessero seminare i passi invece che le azioni. Ho continuato, anche dopo aver capito che non sarebbero bastate mai le gambe a percorrere quella linea infinita e cieca. Sono arrivato, poi, molto dopo aver smesso di credere che la strada avesse due lembi, sono arrivato all’Hotel Supramonte. Ho pensato che tutto avesse il tuo nome….
Memorie
Uno dei momenti che ricordo con più piacere è quando, durante un pomerigio d’estate in cui mi annoiavo o alla sera di una giornata difficile, buttavo giù un bicchiere di Jack Daniel’s. La bottiglia me l’avevano regalata Andrea, Claudio e Daniele, il bicchiere da cui lo bevevo veniva da un Hard Rock in Grecia e me l’aveva portato Laura. Ricordo anche qualche pomeriggio in cui annegavo di noia e correvo in macchina verso la Crai di Buttigliera, afferravo un paio di birre e la vita mi sorrideva. Avvertivo quella vibrazione di spensieratezza, quella nota che ti dice che la Vita è bella, cazzo, non c’è niente che possa annullare questo…
In poche parole
…usciti fuori da quella coltre di aria densa e immobile, si avverte una differenza fondamentale. Per me quella differenza fondamentale è la fiducia nel futuro, l’acquisto di un senso nuovo: la capacità di proiettarsi in avanti, immaginare, costruire sorretti dalla fiducia. Non la conoscevo una sensazione del genere, non ero in grado di immaginarla, quando ero intrappolato e soffocato da quel clima che c’è in Italia. Sto bene e sono grato al mio percorso, che devo al mio paese. Ma a volte fa ancora male, pensare a quanto tolga e allo stato in cui versi.
Qua e là, e poi di nuovo qua
Pensieri vari, in ordine casuale, giusto prima di dormire, fra il jet-lag e tutto il resto. Quindi il 4 Maggio sono salito su un aereo, ho passato la notte in un albergo di Dublino, strategicamente ubicato sopra una discoteca. Sì, è per portarsi le ragazze in camera. No, non lo sapevo fosse sopra una discoteca. Poi l’alloggio temporaneo, trovare casa, volare a Londra per una conferenza (il 13) e iniziare a lavorare (il 14). Il sabato (17) sono salito su un aereo per Boston. All’aeroporto l’azienda aveva mandato due macchine a prendere me e il mio collega; ne mandiamo via una e lasciamo l’altra ci porti al nostro albergo, a…