Un secondo, un secondo di pausa.
Ti chiama il commercialista, ti comunica i numeri del bilancio dell’anno scorso.
Poi aggiunge qualche commento, che sia stupito, ecco, che qualcuno possa arrivare, senza conoscere nessuno iniziare a fare quei numeri. Mi avvisa che, la conseguenza, sara’ un salasso a livello di tasse, contributi, balzelli vari. Numeri. Decine di migliaia per quella tassa, un po’ di piu’ di quell’altra. Non c’e’ problema, in fondo non ho speso quasi nulla. Non ho avuto tempo. Allora ho fatto una pausa, guardato fuori dalla finestra, sorriso.
E poi sono tornato al lavoro, perche’ e’ questo quello che faccio in questa fase della vita. Sono compulsivo. Non riesco a pensare ad altro.
Eppure questo week-end prendero’ una sera di pausa. Viaggiero’, con il mio bel biglietto di prima classe e il computer, per sfruttare quelle ore. Ma poi lo spegnero’ il computer e per 24 ore pensero’ a bere, a parlare.
Poi tornero’ a spremere ogni minuto, a cercare un miglioramento, una spinta piu’ forte. Insistero’. Fino a quando raggiungero’ un traguardo che oggi mi sembri impossibile.
Poi prendero’ un altro secondo di pausa e cerchero’ la prossima ossessione.