Sì, mi sono sorpreso.
Di quelle sorprese buone, che, a pensarci dopo; un giorno dopo, una settimana dopo, ti sembrano giuste. Piene di un loro equilibrio.
Mi stupiscono le accelerazioni improvvise della Vita.
Forse una logica e un percorso ci sono, nell’accadere delle cose. È solo che la maggior parte di quei percorsi si svolgono sotto traccia. Gettiamo Semi e rimaniamo ad aspettare. A sperare, come fosse un lavoro. Non siamo in grado di decifrare i sospiri tenuissimi della terra, il percorso che quei Semi che abbiamo gettato devono fare, per tornare a noi trasformati.
Così capita che ci siano dei semi piantati tempo addietro, coltivati con cura, con un amore sottile. Semi lasciati riposare e crescere per più di un inverno. Sotto traccia, in un posto che non si vede ma è molto vicino al cuore.
Santa Maradona l’ho capito poi più tardi, tanti anni dopo. C’era del vero. Chiamo mia madre. Guardo fuori dalla finestra, la piazza è piena d’aria fresca, di gente che l’attraversa e forse non la capisce. Ne vede la bellezza apparente. Comprendesse la bellezza infinita che si divincola sotto la superficie, le trame che l’attraversano, le possibilità infinite, le sfaccettature multiformi e il modo in cui si compongono. Le comprendesse si chiederebbe dov’è stato finora. E sarebbe una domanda stupida. C’è una grazia, una grazia che mi farebbe rimanere a guardarla. Invece no, riprendo a fare ciò che devo. Perché alla bellezza non si risponde guardandola, le si risponde Vivendola.
Claudio insisteva col farmelo rivedere, Santa Maradona. Claudio ha spesso ragione. Claudio ha ragione in modi imprevisti. Claudio è sempre una sorpresa.
Tutto sommato mi piacciono le sorprese.