Un’altra estate oltre il cancello bianco di Caneto e la casa di mia nonna. Un anno ancora fra il correre sulle giostre di San Germano con il mio nuovo maglione verde. Ed un altro minuto arriva a frapporsi fra me ed il sorriso intrappolato nella fotografia i cui colori sembrano diventare meno vivi. Poi incontri Dano al bierkeller. Tornato da poco dalla Spagna dove continuerà a vivere. Un abbraccio. E’ un po’ un lento addio. All’amico e a parte di me stesso. A quelle mattine passate non proprio in aula o i pomeriggi passati non esattamente a studiare. Forse avremo ancora qualche birra, in una estate che si trascina verso…
La violenza dei colori
Ci voleva un certo coraggio a fermarsi in quel parcheggio ed accendersi una sigaretta. Significava accettare di spendere alcuni minuti fra sè ed i propri demoni, là in quel buio tranquillo d’un paese serenamente adagiato in una prospera esistenza. Dovevi essere pronto ad affrontare i pensieri che il giorno e i vari eventi t’avevano con solerzia sparecchiato da sotto al naso. Ora con la servitù a dormire dovervi fartele da te certe faccende. E non era facile ripensare a quel brillante maledetto verde che t’aggrediva tutto intorno a te, ferendoti gli occhi mentre veloce scivolavi alla scrivania, ai tuoi doveri, macinando con fredda determinazione tutti quei chilometri. La giornata era…
The House of the Rising Sun
…che poi odio l’americanismo di usare maiuscole come se piovesse. Ma magari non è così, a me pare il titolo stia meglio scritto in questo modo. House of the rising sun. E’ una canzone popolare, poi suonata dagli Animals e magistralmente ripresa dai Led Zeppelin. Parlava di un bordello ed in versioni più pudiche di una sala da gioco. Ma suona bene ed è una splendida canzone. Ed è il nome che darei alla comune che sogno. Un sogno che mi sembra ad un palmo dal naso, incombente, mi attrae con forza. Io voglio vivere questo progetto. Dare un sogno concreto a me ed al mio modo di vivere… rifuggere…
I fantasmi sono a casa loro sul Po
Ho respinto i fantasmi di scampoli di vita spesi fra le vecchie teiere in porcellana, affiancate nella credenza, nel continuo rispecchiarsi d’una vita giudiziosa, di doveri masticati e digeriti all’ombra d’una consuetudine cui non era il caso di cercare alternativa. Ed io nella mia ribelle fannuloneria, nell’atalassico rifiuto mi sentivo diverso, superiore. Ma bisogna continuarsi a chiedere, e chiedere se differenza c’è stata e se sussiste. Questi sono i postumi di una Rock n’ Roll damnation vissute sulle sponde del Po. Decisamente lontani dalla California.
…viaggi…
…ho l’impressione di un unico viaggio interminabile iniziato anni fa che, dopo lunghe soste riprende. Quella che seguirà: io, il Bestia, Cla, Stefania, si avvicina. Si abbozzano progetti che inevitabilmente finiranno nel dimenticatoio una volta partiti. Perché alla fine sarà l’asfalto o la voglia di un certo tipo di birra prodotta in una certa oscura regione d’Europa a guidarci. Viaggiatori di qualche secolo fa, intenti ad inseguire fantasticherie, leggende. Chi anela l’Olanda, chi desidera Olanda e Germania da condensare in pochi, intensi credetemi, giorni. Io spingerò per una visita a Friburgo e alla foresta nera; non che ne sappia molto ma questo è un motivo in più per andare, vedere,…
Miscellanea
Oggi uscito dalla doccia e avvoltomi nell’accappatoio mi è tornato alla mente il momento in cui uscivo dall’acqua quando andavo al mare da piccolo, la merenda dopo il bagno. E’ strano ripensare all’infanzia e ricordarmi di averne avuta una seppur breve. Un mondo così protetto, così distante. Quest’oggi ad una festa con grigliata annessa (un ritrovo di fisici) una cosa mi ha fatto pensare a Daniele ed alla sua causticità. Mi manca. E gli ho spedito un messaggio al suo telefonino svedese. Dovremmo rivederlo a Settembre e chissà che non rimanga per qualche tempo in Italia. Nel frattempo mi stupisco un po’ della volgarità che ho acquisito, così per gioco….
Ho bisogno di un punto di rottura
Ho bisogno di rileggere delle righe ingiallite, di guardare vecchie foto e non farcela, essere sopraffatto. Visitare luoghi dove ho vissuto momenti importanti, ripensare, reimmergermi in quelle situazioni ed essere travolto da emozioni incontrollabili. Ed invece le controllo. In questo momento sono molto zen… eppure credo che sia necessario avere un punto di rottura e superarlo. E’ quando una diga cede di schianto che l’acqua si riposiziona in modo stabile in quello che è il suo percorso predestinato. Ho bisogno di continuare a riforgiarmi, dover riniziare dopo un errore troppo grande. Essere sconfortato da un esito non modificabile, reinventare il mio modo d’essere. Mi manca qualcosa. Mi manca essere travolto…
Intuizioni prima negate e poi comprese
Capita una sera ed una cena, magari offerta, magari con cibo strano, magari così vicino a casa e a dove i ricordi stanno seppelliti nelle strade. Parlo di una sera esclusa dal normale avvicendamento dei giorni. Una parentesi. I mesi passano e rimane lì. La vita procede quasi dimentica di una serata. Intuitivamente se ne capiva l’importante nell’immediato seguire dell’accadere per poi arretrare di fronte alla ragione e alla facili scuse che mi penzolano davanti al naso. La polvere ritorna a depositarsi, quella lustrata sembra inutile, un palliativo. Un secchio bucato usato per vuotare un mare di validi motivi per disillusioni e rese. Però poi anche una piccola parentesi può,…
Distanze e stelle
ovvero la riprova che un testo totalmente inconcludente può essere scritto. Amorfo. Giorgia che vola verso Mosca, un Alessandro a cui strappare un fugace ritorno dalla verde Irlanda ed un altro di Alessandro che lascerà Torino per Pordenone. Un gigantesco, vecchissimo amico che lontano non è ancora nello spazio ma che che le docili onde dell’esistere hanno già allontanato.Vicini di casa ormai appena troppo distanti perchè tu possa volgergli un grido e richiamarli a quei giorni, quei pomeriggi di passeggiate, spesi su panchine, a discutere di vacanze. Estati di campetti polverosi, un sorriso ad un amico che è proprio lì. Con la sua vita ad un palmo dalla tua, tutto…
Che dite
Parlerò mai di informatica in questo blog? Metterò mai online moonbiter.net?E pensare che sto studiando Spring, IBatis ed ora, soprattutto, Groovy. Interessante, nevvero?Do what you think is interesting, do somethingthat you think is fun and worthwhile, becauseotherwise you won’t do it well anyway.—Brian Kernighan
…evoluzioni?
Riprendo, in questo mio ciclico ripetermi, la sensazione che crescendo si vada verso l’egoismo, forse a causa della maggiore indipendenza, forse è voglia di libertà. O forse è solo colpa del mio malumore. Comunque… Comunque io mi immaginerei a vivere in un bosco irraggiungibile alla civiltà. A cacciare, nutrirmi della morte altrui.Fermarsi in un angolo particolare; una fonte lucente, un grande sasso ricoperto di muschio. E continuare fino a che ci siano prede, fino a che si riesca a vivere ancora un giorno. Senza bisogno di motivi. Non sarebbe una vittoria della vita? Ottimamente.
9
9 Giugno 2006: Laurea9 Luglio 2006 : Campioni del mondo9 Luglio 2007 : Primo giorno alla Divitech
Abusato termine ritorno
Non sto più scrivendo. Mi si è spento qualcosa dentro, sai quando guardi fuori dal finestrino e lasci il panorama scorrere senza disturbarlo con un pensiero, ecco è così. Ti passano sotto il naso meraviglie e comuni paesini, ripetuti con rigorosa cadenza. Però la reazione non si degna di farsi viva. O meglio, c’è ma si crogiola nella propria autocompiacenza. Io guardo e mi sento qualcosa di apaticamente e tranquillamente grande. Una sera è Alessandro a tornare da Novara a qui. Una sera è Valozza Ferro a guidarci in un rincorrersi di caselli e lunghe strade, da qui a Cuneo, al concerto di Nico. Parole, tante parole al ritorno. E…
Rimasi atterrito
Di fronte ad uno sguardo della Vita, a lungo invocata, rispose sgarbata.
Sconvolgimenti mattutini
Sconvolgente che non ricordi i nomi di tutti i cartoni che guardavo da piccolo.(Si, ho lo sconvolgimento facile…)Sconvolgente che non ricordi cose che una volta avevano un’importanza grandissima nelle mie giornate, mi son perso gli eroi per strada. E chi dovrei imitare, a chi dovrei ispirarmi? Quante altre cose un tempo importantissime ora non lo sono più? Un tempo ridevo del mio passato essere attaccato a cose che ora ritengo futili ma un’occhiata al cinismo e al disincanto che mi circondano lo do. C’è bisogno di credere, anche nelle sciocchezze se ci danno un sorriso. I feel so prisoner babeand I don’t know whybut the thing that keeps me hereIt’s…
Di quella volta che mi preparavo al pomeriggio e scrivere non era il caso
Se fosse possibile perdersi in ore bianche e grandi, fra platani che fanno si corona, ma non a me. Beh se riuscissi davvero a perdermi allora, e solo allora, mi riappropierei di quel tempo; diavolo, erba alta e pungente, corrimi pure attorno. Gridami quel rifiuto che ti tieni in gola, io ignorerei la paura, non cercherei in quel no, l’eco di un’altro pronunciato con voce bassa e profonda; quel no servito in risposta alla mia voglia di disporre di me e dell’infinito, il no che mi rinchiude qua, fra il letto, le attese ed i mal di testa da stress. Quel no che tarpa le ali ai nostri desideri di…
Stranezze, non dovrei scrivere
E’ strano accorgersi di essersi felici di chi si è mentre sceneri nel piatto dei pop-corn per errore. Il tuo computer prima ti dava la scossa ed ora rivedi Dead man on campus mentre una notte di lavoro ti aspetta. E’ bello decidere della propria esistenza.
Scelte
Puoi finire una giornata di lavoro uscendo e prendendo il pullman. Scendere per sbaglio un paio di fermate prima, distratto. Essere sorpreso dalla grandine. Puoi scegliere di non fermarti in un negozio o cercare riparo ma affrettarti verso casa. Puoi scegliere di sorridere del brivido di freddo, sorridere alle secchiate d’acqua che ti arrivano sulla schiena o sul volto. Arrivare a casa aprire la porta e trovare l’acqua in cucina e abbracciata alla moquetta in camera. Il cellulare, comprato da poco, non funziona più. Asciughi. Dovresti preparare la lezione per il corso del giorno dopo. Puoi scegliere d’arrabbiarti, prendertela con il destino, invocare la sfortuna e metterti al lavoro incazzato…
— TITOLO NON DISPONIBILE —
Ultimamente ascolto De Andrè che per inciso mi ricorda il tizio della foto del post precedente. Pessimo tizio. fra il Sand Creek e l’Hotel Supramonte a rincorrer quell’inquietudine, ora sottile, ora devastante cui non voglio rinunciare. Continuare a chiedersi, a cercare. E non è sempre facile. Non posso lasciare che si spenga, rimarrebbe un guscio vuoto. passerà anche questa stazione senza far malepasserà questa pioggia sottile come passa il dolore
Egli vive
Se, ipoteticamente, si andasse in Irlanda a trovarlo qualcuno verrebbe?