Mi è arrivata una proposta via mail che ritengo interessante e dunque condivido: Lo hanno fatto a Londra, Zurigo, etc. perchè non a Torino?? E non vogliamo essere i primi in Italia a farlo? BATTAGLIA CON I CUSCINI!!!! QUANDO: venerdì 9 maggio, h19.00. DOVE: Piazza Carlo Alberto, di fronte alla Biblioteca Nazionale. COME: Ognuno porti un cuscino (possibilmente di piume), poi via con le danze: 10 min in cui ci si darà ‘battaglia’. Ovviamente si deve ‘combattere’ solo con chi ha un cuscino, i passanti dovranno essere lasciati in pace. E POI? Poi dopo si va a prendere da bere da qualche parte. informate gente, informate
…una risposta arriva
Qui non parlo di politica e oggi che vincesse Veltroni o Berlusconi credo l’Italia non sarebbe precipitata incontro a chissà quale tragedia ma oggi è successo qualcosa di importante, forse, non è certo, non avremo partiti dichiaratamente comunisti in parlamento. L’estremismo di sinistra ridotto ad una minoranza simile nei numeri a quello di destra. La risposta ad una parte politica che non ha mai saputo fare i conti con la propria storia; affrontare i fatti di un’ideologia che nel mondo ha portato centinaia di milioni di morti, che in Italia ha visto partiti sottostare alla volontà di potenze straniere, ha visto bande partigiane comuniste trucidare partigiani di altri orientamenti, un…
Minuti, sale, parole. Troppa roba insomma.
Minuti oleosi, che scivolano piano. Cadono dalla mano e giù sulla strada.Dov’ero se ho scordato quei colori, quelle cucine sporche, le piazzole strette, i cieli freddi di quelle estati.Vorrei una pioggia così piena, così certa da essere sempre uguale; lasciarci le cose per poi ritrovarle, ma senza la voglia di cercarle.Sai, me ne sono andato. Forse è che avevo da fare, forse che non m’andava o invece che da fare non avevo nulla. Se li pensi mali diversi sbagli,solo diversi nomi dati alle proprie paure, al proprio pensare. Come si potesse abbracciare il mare senza sentirne il sale. Si hanno idee sciocchesotto ai vestiti stinti e le scarpe rotte. Si…
Domande
A volte ti fai delle domande. Tornassi indietro entrerei in Goliardia? Si.Vorrei che qualcun altro potesse avere ciò che io ho avuto? Si. Non sono tutte le domande e non sono tutte le risposte ma sono una porzione di quel tutto. Di quell’amalgama. E venerdì tre ore di sonno. E sabato una giornata dal pomeriggio alla notte fra Monteu, Brandizzo, Leinì. Una bella giornata, spesa nella mia tranquillità semi-dormiente. E’ uno stato non spiacevole quello del dormiveglia e mi sono trovato bene in compagnia. Anche se sono rimasto sobrio!
Un unicum
Trovo alienante e liberatorio rimanere qua a mangiare cipolle rosse crude, ad ascoltare Rosina dammela, attendere che vengano a riparare il boiler le cui perdite ho intrappolato in un meccanismo primitivo ma funzionante impedendogli di sfogare l’istintivo natuarale di lavar questo sporco luogo dove in cucina giace il sedile del passeggero della mia Punto granata. Perchè bisogna capire da cosa non separarsi cosa è importante; spesso la risposta è quella sbagliata. Io ci provo con la mia.
Un segreto che non voglio imparare
E dormi. Come se fosse silenzio, come se si potesse mettere a tacere un universo di forme in movimento, di tracce congelate, di ricordi che piovono a passi brevi e nervosi. Valanghe di cartoline: bagnanti prosperorse, risate, viaggi lunghi come serpenti, accanimenti su pinte indifese, disperate ritirate da rifiuti troppo immaginati per essere vinti. E tu ci riesci a dormire, a lenire il dolore sottile di percorsi che ingialliscono, di immagini che smettono di inseguirti. A me tempestano gli occhi, occupano le mie finestre. E’ che vivo per quel brivido che, so per certo, troverò appena più in là.
Grovigli
Se vieni a raschiare la porta, ti riconosco. E’ quel rumore che fai, come il dondolare di una mano in un piatto di lenticchie. Il solito dubbio della sera, ritorni ad infilarti in attimi e soste, vieni a sorprendermi giocare con le mani in tasca, fra vento e sabbia, mentre accarezzo la conchiglia raccolta da bambino, appoggiata fra i suoi occhi chiari e la gonna troppo corta d’un passato che sembra sfondo, scenografia d’un addio. Ad un dubbio, ad un pensiero non posso che aprire per offrirgli il groviglio di trame che si scontrano e s’accortacciano in me, chiacchieriamo sognando pinte di birra di Colonia.
Come se potessi, come se sapessi
Io mia nonna, mi ci siedo vicino. Non ci sono parole e sto così, qualche sorriso. Me lo perdona l’impudenza della mia gioventù. Era così anche prima poi. E come potrei spiegarlo quel profumo. Marmellata, orto, campagna. Quei colori, che non hanno bisogno d’esser vivi per esser forti. Quella poltrona, vecchia si, ma grande. E se fa rumore quando ci si siedi non è forse la compagnia. Un po’ di compagnia che c’hanno lasciati tutti, proprio lì. Appoggiata con cura. Come se sapessi, capissi ed infine potessi spiegare. Non lo so, ma credo sia su certi silenzi che si costruisce quel piccolo tesoro attorno a cui poi fortichiamo la nostra…
The Scoppiato Group Project: Dossier 3°
Facciamo informazione perchè siate pronti al suo rientro nel suolo patrio: Nome anagrafico: Giorgia (Giorgì) Nome in codice: La balenga cronica cazzovaiafareinrussia Nome GIUVIELLO: – Non assegnato – (ma ci starebbe bene Balengozzamente) Segni particolari: Cioè. A parte che appena la conosci va giù di ginocchiate nelle palle a volte è tanto balenga da riuscire a far pensare che lei abbia un cervello e sia un essere pensante. Tutto questo viene smentito dalle sue decisioni: come quella di andare in Russia. E’ una strana forma di vita, in verità poco credibile, però nonostante i suoi tentativi di suicidarsi a colpi di Vetril arranca nella scena dell’evoluzione umana (incidente di percorso o…
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Avete presente American Beauty, la scena in cui il ragazzo mostra alla vicina la sua registrazione del sacchetto di carta che volteggia nell’aria; quel sacchetto che poi è ripreso nel finale quando una voce parla del fatto che a volte ci sia troppa bellezza nel mondo. Ecco a volte mi sembra ci sia troppa tristezza, troppo dolore, troppe solitudini strascicate. Non è un dolore come quello che provi per te stesso; quello è curabile, accettabile, se non altro con paio di schiaffi dati a sè stessi. Ma il dolore che vedi negli altri a volte colpisce e non c’è modo di lenirlo. Come la sensazione di essere testimoni di furti…
Fili
Questi fili che mi legano, ci legano ad ogni persona. Con questi fili c’è un rapporto complesso, mi ritrovo a riannodarne malavoglia, spinto da doveri ereditati. Li mastico, li strappo, li tessisco. Ci ritorno e li semino. Alla fine però torno alla mia Tana e mi chiudo la porta alle spalle lasciandoli fuori. Perchè rimango un animale ferito e di conseguenza, spinto ad essere feroce. Mi torna in mente Fili, da quel gran album che è La morte dei miracoli di Frankie Hi-Nrg. Torno a guardare la strada, a sentirne il sapore sulla lingua, a correre dietro a Fata Morgana. Immagino di scrivere cronache solitarie, di perdermi in città dai…
Che poi
Che poi se vi capita fate un salto a vedere l’album di foto "momenti di delirio" sull’album di Sarozzamente/Jumanji/ecc ecc. Insomma bei ricordi. Branco di scoppiati!
Gli anni
Sedici anni dopo riesco a contattare un compagno delle elementari. Anno 1988, scuola elementare Cesare Battisti, Torino. Nella mia vita, nei momenti bui ho sempre visto che almeno di un aspetto del mio destino non ho mai potuto lamentarmi: delle amicizie, forti ed importanti. L’altro giorno ho risentito quel primo tassello, quel mio primo migliore amico. Mi sono commosso. E’ in programma una birra per la prossima settimana. Per il resto è in arrivo il secondo numero di ioProgrammo su cui dovrebbe uscire un mio articolo. Poi ripensavo, con malinconia, a certe sere in Goliardia (ed il tempo oblia un poco i tanti momenti brutti o difficili). Poi trovo una…
Amici e compagni di scuola
Serata con gli amici, fra una birra, una partita a grass ed il solito ineluttabile mare di cazzate ci si guarda compagni di scuola, film di una ventina d’anna fa credo che parla di un ritrovo di ex compagni di liceo quindici anni dopo la maturità. Presenti il solidissimo compagno di classe, il capo, e l’amico che avevamo introdotto in laboratorio facendogli guadagnare il titolo di membro onorario della suddetta classe: Mitch. Sono film che ci sono passati davanti agli occhi per forza qualche anno fa, ospiti fissi dello scarso palinsesto d’allora. A rivederli ora è tutt’altra cosa, si capiscono le implicazioni, le emozioni. Si sente la vita che canta…
Scusate
sono l’unico che pensa "fra sei mesi vado in Germania perchè diavolo dovrei pulire casa quindi? Non vale la pena…"
E molto fu chiarito
Visto che non c’ho testa di scrivere nulla mi limita a condividere un barlume di luce che può spiegare molto, che dico molto, molterrimo: Basta leggere qui…
Tempus Alcholorum
Che non rende l’idea no no. Tecnologie viziose provano a riprendere un 5 minuti di tempi calmi in quel delirio che erahttp://www.youtube.com/watch?v=STODr2MiPlwhttp://www.youtube.com/watch?v=hxxr3cS2QKkhttp://www.youtube.com/watch?v=gvqn7_UCoyY Quanto? 1-2 anni fa?
Dovunque
Dovunque vada mi porterò dietro questo mio essere e il bisogno che avverto, dentro. Ho bisogno di avere un figlio. Cioè in realtà sento questo bisogno da quando ero bambino. Un motivo c’è, non ero solo un bambino strano. E’ che un motivo c’è.
Punto rossa, firme, malattie
Un centinaio di migliaia di chilometri. Eppure sembra ancora fresca, piena di entusiasmo, Pare ricordarsi meglio di me quei sabato mattina sulla salita che porta al castello e poi al liceo Darwin di Rivoli. La coda, il sole in faccia, le compagne cui dare un passaggio. E poi le fanciulle (poche :) ) sul sedile. I parcheggi nel bosco, le cassette, le zanzare che entrano in macchina, che in due si stava benissimo e non si era disposti affatto ad accoglierle, a condividere. Stelle e grilli eran più che sufficienti. E l’autoradio, di quelle a cassette, di quelle vecchie. Spegnevo il quadro e l’autoradio continuava ad accompagnarci. Ed oggi la…
Ennesimo post inutile
Dunque… oggi si beveva col Capo eh… si parlava di un certo fatto. Ecco, io in gita di quarta ho buttato degli alcolici. E, che ci crediate o no, sto male ancora adesso. E’ una macchia, per quanto io posso aver fatto in seguito per recuperare. Un po’ mi consolo pensando al mio contributo all’alcolismo delle nuove generazioni, certe frasi "…di bere…prima di un anno fa nn arrivavo a certi livelli. "Il bere" mi manca, quando lo facevo mi sentivo bene…la sensazione di sentire tutto ovattato intorno a me e di non pensare a nulla mi rendeva le serate + che piacevoli…." mi riempiono d’orgoglio, certo, ma non cancellano quella macchia….