E’ che sei lì, che stai bevendo un paio di birre ascoltando Breakdown. Che capita di ascoltare Breakdown e mai senza una birra. Allora ripensi un attimo. E nel blog salta fuori una serata in cui ascoltavi questa canzone; rileggendola la rivivi in pieno, nella forza del momento. E’ straordinaria la vita e cosa possa succedere se prendi un amico con il quale sei cresciuto, una situazione al limite del paradossale che stai cercando di digerire e chiudi il tutto in una stanza con 20 litri di birra e tanta musica. Ne esce fuori questa serata: Graffi E penso che poi le cose sono andate come desideravo allora. Salvo poi…
Grazie
…a chi legge questo blog. Grazie Paolo, grazie Baby e grazie ai (pochissimi) altri :)
Maree e pensieri
Parlo con un amico, vicino la Gran Madre. Certi tipi di maree depositano queste serate sul lungo Po. Io le raccolgo. Penso che Torino sia una parola che fingi di non sentire, piano la lasci scivolare sotto pelle. Un pensiero che non sai condividere, e si cristalizza negli spazi che non sai raggiungere. Torino è un corso per assaggiatori di vino in cui non c’è più posto, un ristorante indiano in via Pigafetta. Penso ad ogni amico, ad ogni gesto. Agli errori altrui e a come specchiare in essi i miei errori. Vederli di traverso, almeno. Penso che reggere un manifesto di laurea in formato A0 insieme alla madre della…
Letture
Le belve evitano i pericoli che vedono e, una volta schivatili, si sentono al sicuro: noi ci tormentiamo e per il futuro e per il passato. Molte nostre prerogative ci nuocciono; la memoria rinnova l’angoscia della paura, il prevedere il futuro ce l’anticipa; nessuno è infelice solo per il presente. Stammi bene. Lettere a Lucilio, 5°
Domande
Non so quando è successo, quando sono diventato una sorta di Babbo Natale sotto acido. Quando ho imparato a non rispondere con insulti, velati e di classe, certo, ma insulti, all’e-mail di uno che si firma L’Uomo Perfetto (si, davvero). Non so quando sono diventato fondamentalmente felice. So però quando ho assistito alla terza sessione di prove di un gruppo di amici. E mi sono davvero divertito. Ma è quello che ci si aspetta da un Babbo Natale sotto acido, no? E ho capito che il microfono di un cellulare satura quando si prova a registrare le prove di qualche pezzo Rock. Ma va bene comunque. Hey hey my my…
Piove
Ed i week-end se ne vanno. Si soffermano un po’, passano dalla Maison du Chocolate, fanno il giro da Bruino, e una sosta veloce in quel bar, un paesino a caso della Valsusa. E lo capisco quanto ho guadagnato in questi anni, quanto terreno sulla mia inquietudine, sulla mia brama di momenti, di Vita, di esperienze. Sorrido di più. Di tutto: di me stesso, delle cioccolate calde, di una birra di troppo e di una che manca. Certo, non so nè voglio disinnamorarmi dei cieli plumbei e del perdersi in un pomeriggio, a pensare. Ho più porti e meno venti di un tempo ma certe giornate la brezza mi invita…
Periodi
E’ un periodo pieno di musica. Innanzitutto c’è Dente, che Valeria mi ha fatto conoscere. Giorni ad ascoltarlo, in particolare l’ultimo album, L’amore non è bello. E poi venerdì il suo concerto (con la partecipazione de Il Genio). Dopo il concerto, esploriamo il piano alto del John Lennon. E poi torno a casa e mi accorgo che i ritornelli di Dente sono rimasti lì, nelle orecchie, nella testa. E non è facile dormire mentre si ostina a ripetere appuntato mazzolino sentimi, portati via la mia patente, la macchina con dentro tutte le cassette che tanto non gliene frega niente a nessuno. Poi ci sono i pomeriggi, in macchina con i Led Zeppelin, e lì inciampo in Going…
Bolle
Era un po’ che non mi ritrovavo qui, in una di queste bolle. Sono poche ore, mezze giornate. Non è qualcosa che possa definire o capire del tutto. Di solito un paio di giorni prima comincio ad avvertire una sorta di inquietudine, elettricità di fondo. E poi avverto il bisogno di una pausa, di staccare. Smettere di fare quello che stavi facendo (o non facendo) e isolarmi. A quel punto mi sembra che una parte di me, quella più razionale, quella che hai costruito negli anni, tenti di tacere e tendere l’orecchio ad ascoltare un aspetto più primitivo, meno gestibile, meno capace di esprimersi. Questa parte istintitiva comunica con brevi dolori acuti alla bocca dello stomaco,…
Vieni a vivere come me
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=T9zQcm7Dt5s&fs=1&hl=it_IT] In ricordo di una bella chiacchierata che spero, prima o poi, di continuare. Magari imparando a distinguere un Barolo chinato da un tavernello scaduto.
Pubblicità: è in un giorno di pioggia…
Sono completamente sudata: non riesco a capire se ho troppo caldo o troppo freddo. Mi sembra di aver addosso, in quelle gocce sparse di sudore, pezzi di giornate andate a male, tempo perso, scelte inutili. Questo è un estratto da un post di un blog che leggo: è in un giorno di pioggia…
Fragilità
E’ strana questa fragilità fatta di cieli troppo grandi e leggeri, di giornate che t’accompagnano piano alla sera, di ruote che scorrono verso Pinerolo o verso Caluso. E’ una fragilità che non sa infrangersi, cocciuta sopravvive mentre siedo in un agriturismo alle prese con un fritto misto alla piemontese. Sono fragilità di sguardi sul divano a casa di Daniele, di film che iniziano e finiscono. E che vedi ancora una volta. Film che non sanno dirsi basta, tagliarsi. E’ la fragilità di una fetta di torta Zurigo che non assaggio, di una grappa tirolese che io invece prendo una Sambuca. E’ la fragilità di treni che non sono di sola…
Buonanotte
Lasciami un sorriso sulla porta, Ed un telo blu su cui abbozzzare sogni, casomai trovassi ispirazione. Lasciami la notte ed un treno da prendere.
At the end of, in the middle of, in front of possible futures
CLAUDIO NON LEGGERE, SE NO COSA TI RACCONTO DOMANI? At the end of a long, exciting week. Beh, tecnicamente una settimana lunga esattamente come ogni altra. E allora è strano che ci siano state dentro così tante emozioni. Summer school a Lisbona. Nuovi amici, lingue straniere, chiacchiere. Snocciolo aneddoti accumulati. E Diogo che viene a trovarmi per una lunga notte in giro per Lisbona. Pullmino volkswagen, amici portoghesi (fra cui la badosha originale!) e francesi raccattati per strada. Ritorno alle 5.30, e lezioni il giorno fopo. E la lunga lettera di Mojca. E atterrare a Malpensa venerdì sera, dimenticare la valigia sul pullmino e arrivare taaaardii a casa. Partire la…
Durante la summer school, Lisbona
…leggere l’e-mail di Mojca e rimanerne toccato. Penso, o meglio mi limito ad avvertire forte l’emozione senza analizzarla. In attesa di vedere Diogo, e, questo week-end, Giovannona. Tante emozioni. A volte senti l’intensità che può avvertire il cuore e capisci quanto di solito sia vuoto.
Tuoni ed impazienza
Ieri il secondo GrigliaThon. Ventisei bocche da sfamare, altrettante ugole riarse. Via alle nove e rotti, verso la Sacra Birra. Ho sognato poi un viaggio. Eravamo una comitiva numerosa e ci muovevamo fra vari paesi. Ci rapivano, ci arrestavano, ci ospitavamo. Ecco un signore ci ospitava ed uno di noi gli baciava la moglie. A quel punto ci invitava ad andarcene. Io nel sogno mi innamoravo ad ogni tappa. È che sono monotono, è che non so aspettare. È che sono fatto così: ho bisogno di esplodere. Mi sento come un tuono. Mica puoi gestirlo, metterlo via ed usare quell’energia quando serve. Puoi solo lasciarlo esplodere. Un po’ lo capisco…
Enrico e la sedia
Enrico era stato seduto tutta la vita e questa, impaziente, se ne era andata. Al suo passo, a suo gusto. Enrico fondamentalmente era rimasto seduto perchè aveva paura; di tutto o quasi. Di sicuro di quel mare di cose importanti che poteva andare storto in mille diversi, intollerabili modi. Era stato seduto perchè non poteva riuscire a pensare di non incontrare lei, quell’Amore in grado di riempire di profondità la sua vita che, altrimenti, sarebbe stata ingiustamente lassa e sfibrata. Non poteva tollerare l’idea di amicizie spezzate come rami secchi sotto il peso dei compromessi, degli egoismi che rodevano chi li compiva e ferivano chi li subiva. Io non so…
Ampi respiri
Ho voglia e forza e non so dove infrangerle. Gli amici mi prendono in giro quando sono innamorato, perché lei è la donna più bella del mondo e non ne faccio mistero. Non so toglierle gli occhi di dosso, non so porre recinti attorno ad un sentimento che cavalca e dovunque vada lo fa senza frenarsi, senza timori. Quando amo non ho freni. Ho bisogno di spazi ampi, di corse estenuanti. A star fermo mi ritrovo senza fiato. Mi piace essere così, rimango così. Mi sento un po’ inutile con questa voglia d’amare in tasca, e nessuna birra sotto al naso. La seconda si può rimediare. L’amore lo tengo in…
Viaggio
E quindi poi sono partito. La sera prima la cena a casa di Miriam, con Daniele sul ciglio di malattie sconosciute. Miriam che prepara una macedonia artistica scolpendo un melone. E poi, salutato il degente, via con Miriam, Claudio e Marina a bere il liquore che mi aveva regalato Mojca. Ci raggiungono una delle sorelle di Claudio ed una di lei amica, nata a Karlsruhe: le coincidenze. Uno sguardo colpevole all’orologio, la testa leggera per il liquore (buonerrimo): è tardi, via a dormire. E mi alzo con i chilometri da fare. Sono ai limiti del primo tagliando. Alla fine avrò sforato di tremila chilometri. E allora via verso Freiburg. E…
Dimenticanze
E alla fine rimani orfano di un pensiero, lontano dai luoghi della memoria. Scegli di incamminarti nella bruma, se è poi mai davvero scelta (e mi piace crederlo, lo trovo giusto). Rimangono le pietre, che non ti voltano spalle che non hanno, ma placide e immutabili prendono infinitamente atto. Senza un giudizio, solo una nota. Ogni eco di dolore se ne è andato al primo mattino, ha indugiato più a lungo, langue, una domanda. Le pietre poi rinunciarono a rispondere e rimasero a guardare il sentiero, osservando chi sarebbe arrivato per accoglierlo immemori.
Di tutto, a caso
Ho sonno, innanzitutto. In queste settimane sono uscito con un sacco di amiche. Con Giorgì, con Brandy (bentornata), con Ornella. Ho incontrato Laura nei corridoi del poli, sono andato a pranzo con Cinzia. E domani mi metto in macchina e parto. Parto per cercare di non essere un coacervo di preoccupazioni, di timori. Per vedere se i pezzi che ci sono bastano a cavarne fuori un Uomo che stia in piedi. Sapete cosa mi spaventa a volte? I ricordi che mi aggrediscono all’improvviso, senza ragione. Ricordi scelti a caso, e non so dire perchè si siano fissati. C’è di tutto: dal ricordo di una passeggiata in un giorno d’estate a…