Questo week-end ho viaggiato nel tempo e nello spazio.
Venerdì sera una cena per celebrare i dieci anni dalla nostra maturità.
Dieci anni.
Dove avresti detto di essere dieci anni fa?
Ti rendi conto che ora non importa quello, quanto con chi e con quale bagaglio appresso al cuore.
Le vedi certe risate?
Poi, una notizia che… mi commuove. Una notizia da una mia compagna. Cavolo, le sorprese bisogna saperle fare.
Poi parti con quelle storie, che completano e rafforzano la tua. Parti, e vai a raccogliere altri pezzi, a coltivare altri spazi. Ma soprattutto a bere e fare casino. La decisione più naturale è cominciare con un bell’after, incontrare e raccogliere Sara, andare a Brandizzo a recuperare Alessandra e via verso l’aeroporto. Parcheggiare fra le 5 e le 6, aprire una birra fra il sole che sorge e gli aerei fra capo e collo.
Brandy viene a recuperarci all’aeroporto, Grazia la incontriamo a Utrecht.
Quattro, quattro! Quattro ragazze da controllare. E non perderne nessuna. Propongo idee pratiche, come affibbiare ad ognuna un campanaccio ma loro rifiutano di aiutarmi. Provo a tenerle a bada con dolciume vario (per tutte) e abbondante caffè (per Sara).
Non è semplice arrivare a sera, non è semplice arrivarci vivi, dopo la notte insonne. Però è Olanda, le casette colorate, le ragazze bionde e troppo alte.
La giornata scorre e la sera ci raggiungono Luca e dei suoi coinquilini. E’ sempre bello rivedere Luca. E’ ancora meglio andarci a bere assieme. Magari in un pub dentro una chiesa sconsacrata.
Il giorno seguente Amsterdam… dove si gioca l’ultima di campionato, decisiva per l’assegnazione del titolo. L’Ajax vince. Poliziotti a cavallo, petardi e una folla che inneggia all’Ajax sono la naturale conseguenza.
E poi ancora serata… che poche ore di sonno dopo diventa mattino. Diventa me che sveglio Sara, noi che andiamo, troppo presto in aeroporto, atterriamo a Malpensa e per il primo pomeriggio arriviamo in tempo al Politecnico per seguire le lezioni. Anche se a Sara annullano la sua :)
Da questo week-end torno con le emozioni in tasca e il bisogno di chiudere gli occhi, per riposare, per pensare.