“È il tempo” – disse il Viandante – “È il tempo l’unica cosa che conta. Sì, il tempo: quello spazio vuoto che sembra franarti sotto i piedi, quell’idra ingorda che ti divora e che continua, continua a mangiarti i giorni. Perché mentre tu aspetti ciò che conta, mentre aspetti il motivo ultimo del tuo vivere, mentre aspetti di incontrarLa, mentre aspetti l’occasione per mettere in luce quel tuo talento, mentre aspetti l’opportunità di un nuovo giro di carte è in quello spazio che puoi compiere quell’unico gesto che dica veramente qualcosa di te. Sai, può capitare a tutti un colpo di fortuna, un vento buono che ti porti una donna da sogno, un lavoro di prestigio, soldi in abbondanza. Che cosa può dire di te raggiungere uno di questi traguardi? Nulla, potresti esserci inciampato mentre cercavi altro. Ma c’è uno spazio, quello spazio che sembra morto: il tempo dell’attesa, il tuo periodo buio e apparentemente vuoto. Quello spazio è lì per un motivo preciso, darti la possibilità di credere. È lì e solo lì che puoi acquisire un merito che sia tuo ed esserne orgoglioso, è quella la tua occasione di distinguerti per chi sei: uno che crede o uno che aspetta, seduto lungo il fosso come uno stronzo qualunque. Credimi, farà tutta la differenza del mondo. Forse troverai ciò che aspetti e ti ricorderai di avere coltivato quell’attesa, ricorderai la difficoltà e il valore di quel tempo, dei minuti che passavano lenti e in cui investivi la tua fiducia. O forse non troverai mai quello che cerchi ma non sarà questo ad averti sconfitto. Che tu mi creda o no ho incontrato degli uomini che hanno continuato a credere per tutta la loro Vita”.
L’arrivo del Viandante
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