…la prossima fase sarebbe stata probabilmente uno di quegli incubi introspettivi, diabolici e intensi. Quattro ore o giù di lì di disperazione catatonica.
Pressione, stress. Per cosa, per quale ragione? La ragione ultima è il modo profondamente sbagliato di guardare alle cose; questo desiderio malsano e corrotto di trovare un’intensità in quel che capita sotto mano.
…con un po’ di fortuna la sua vita sarà rovinata per sempre, pensando che proprio dietro una porta, in tutti i suoi bar preferiti uomini con camicie rosse di lana provano sballi incredibili con cose che lui non conoscerà mai.
Io credo che ci siano delle risposte e che trovarle significherà rinunciare a quella medaglia sul petto: smetterà di compiangersi e di farsi bello descrivendo quanto si è stressati, quante ore si è passato al computer. Passarne anche il doppio ma per il piacere di farlo, e basta. Capire i limiti e scegliere cosa si vuole fare e cosa no, cosa si è capaci di fare e cosa no.
Scegliere, essere onesti con sè stessi. Lavorare duro, bere molto duro. Vivere ancora più duro.