Mi distraggo scrivendo un po’, facendo un po’ di esercizio. Non interpretatelo come un intervento auto-biografico (non completamente almeno).
Lo sai perché mi manchi? Ci ho pensato a lungo, ed era una risposta difficile da afferrare, ci giravo intorno, provavo ad attraversarla, a osservarla da ogni punto di vista: niente, non l’afferravo. Ho continuato a camminare con pazienza, e ho messo assieme i pezzi, fino a capire, d’un tratto. Quando ho raccolto l’ultimo indizio mi si è dischiusa la spiegazione di fronte agli occhi: improvvisamente chiara.
Mi manchi perché è attraverso te che capisco la bellezza. In qualche modo io sono evanescente, come disconnesso dalla realtà. Quando tu però sei nei paraggi risvegli in me qualcosa che mi da la scintilla per cancellare quella distanza, calcare il mondo con una presenza piena.
Un momento ti sto guardando e a poco a poco la luce si scompone in raggi sottili sotto ai miei occhi, ognuno di quei raggi con un suo compito preciso, ognuno parte del tutto, contribuisce all’immagine finale: perfetta. Ognuno di loro è una chiave di volta, senza il quale l’immagine traballerebbe fino a cadere, e io continuerei a brancolare in un soffuso esilio.
E invece c’è un aspetto della luce che sottolinea una particolare tonalità di verde nei tuoi occhi, ce n’è uno che ripercorre la curva delle tue guance, un raggio birichino ti scivola sul labbro e mi permette di decifrare un tuo sorriso. Poi mi accorgo che non é solo la luce ma anche il suono delle tue parole. Fino ad arrivare ai tuoi pensieri, alle tue luci che fanno da contraltare alle mie ombre, le tue azioni che contrastano lo sferragliare dei miei pensieri, che mi fanno venir voglia di metterli un poco da parte e camminare con te.
È tramite te che capisco la bellezza del mondo. Tu sei importante per me, e avverto la tua mancanza, perché mi apri strade che da solo non saprei mai percorrere. Per me sei un mare infinito di possibilità e di insegnamenti. Ecco perché per me sei importante.