La cosa curiosa è che hai male non dove c’è qualcosa, qualcosa che puoi rompere o perdere, che può ferirti o sfuggirti. Quel che fa male è lo spazio vuoto. Fa male dove non ci sei tu a riempirlo di un senso. Puoi, potresti, coltivarci la vertigine di una ringhiera che non c’è, di uno spazio da riempire, da cadere, da partire. O finire invece per incatenarti a un’illusione, a immagini piatte. E non devi farlo o rimarrai prigioniero di quella mancanza di odori, senza motivi a trascinarti via da quella pausa infinita, da quel continuo far male di ciò che non c’è. E allora, anche se non é ancora…
Da ricordarsi
Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Prenderete con le vostre vele i venti. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)
Pensando all’Italia
Sono un Italiano che vive al Nord e, come molti credo, qualche pregiudizio su una parte del paese confesso di avercelo… é che sono razionale e le statistiche su criminalità, corruzione, evasione fiscale, false pensioni di invalidità eccetera non mi riesce di ignorarle. Però. Però poi pensi alla situazione della Spagna e della Catalogna ad esempio, a parlare lingue diverse, a odiarsi, a desiderare di cancellare la loro unità e dividersi in staterelli egoisti dai confini stretti. E ringrazio che in Italia non sia così. Che paese meraviglioso che è questo, capace di racchiudere in un’unica nazione Catania, Trieste, Roma, Aosta. E la splendida Torino, ovviamente. E farlo con un’unica…
Sindrome post-Erasmus
Si, è possibile che colpisca ancora due anni dopo…
Sedicesimi
Ogni persona che incontro e da cui poi mi separo, ognuno alla ricerca dei propri buoni sentieri, ogni esperienza che escludo per viverne un’altra. Per nessuna, per nessuna di queste ho un rimpianto, un desiderio di cambiare la mia scelta. Per tutte e per ognuna di queste ho un pezzo di cuore che l’osserva e la prega di perdonarmi. A ognuno di queste sono affezionato e ho bisogno di vederla vivere, anche se solo nel mio cuore. Mi ritrovo quindi il cuore in sedicesimi, i pezzi sparsi per le vie e i sentieri e le diramazioni infinite di una vita che adoro e che nei mesi colleziona nuove sfumature, che…
Provando a pensare alla felicità
C’è un tipo di felicità che riposa serena attorno a scarpe rotte, corse nei campi e lunghe pedalate in biciclette. E ce n’è un tipo diverso, più difficile da costruire, che speri di trovare più in là, i bordi nebulosi, in attesa di definirla. Per provare a muoversi in quella direzione servirebbe temperare i desideri, ridurli all’osso, capirli e muovercisi per tentativi e pause e tappe che non sai quando ripartirai. E’ più un casino, un fottuto casino.
Così, per dire
“Mi sembrava di essere vissuto solo di parole, in un paese di parole, dove quello che si dice conta molto più di quello che si fa, e adesso ne ero completamente saturo” [Due di due, Andrea De Carlo]
Capita
Capita che tu sia un cerchio ed io un taglio. Io un perpetuo tramonto e tu l’est che culla il fiume. Capita, credimi. Capita a prescindere dal numero di birre, imprecazioni, chilometri, stridii di denti, buoni propositi, dinieghi. Così come capita di scivolare lungo il fiume e giù nell’acqua. E tu la immaginavi più fredda, io la credevo meno torbida; che da lì si potesse vedere ancora la riva, ciò che ero, ciò che vestivi e l’albero maestoso dietro cui mi nascondevo da ragazzo. E allo stesso, identico e speculare modo, capita di rimanere a custodire le sponde di quel fiume armati di sorrisi buoni per questa sera che continua a…
Il 2009
Ho aggiornato la pagina dei miei post preferiti aggiungendo la lista del 2009: Un giardino chiamato mondo (che titolo orribile) Graffi E… Alla sera poi uno dorme e così parla a casaccio. Le dita cascano a caso loro. Io intanto bevo, mica ci combatto. Come dire, mi faccio gli affari miei, scrivessero quel che vogliono. Il 2009 è stato un anno intenso, e questo vuol dire che ha vibrato nei mesi successivi, che, confondendosi, sono diventati anni. E’ stato un anno meraviglioso. E difficile. Io quell’anno ho incontrato per davvero un Lupo, lì fra le neve, vicino ad Hadiko. Mi ha guardato e poi ho deciso. Da lì, tutto il…
Non l’ho fatto
Non ho raccontato del Portogallo e di Barcellona. Avere un blog e non usarlo per quel che serve. Assurdo, sarebbe come avere l’esistenza e l’universo mondo a disposizione e non spenderne ogni goccia e angolo nell’affannata ricerca di ciò che sentiamo di dover essere, fare, annusare. Follia, vero? Ne ho piene le tasche e i cassetti, e non é poi così male. Condita della giusta ingenuità, del tempo al tavolo di un pub e di buoni libri, certo. E’ così non ho detto. Non ho raccontato. Innanzitutto attaccato al cuore c’ho il loro poster. Di Marcello, Diogo, Andrada, Daniel, Paula. Ci sono spazi strani che si formano. Si l’Erasmus è…
Che poi
Che poi c’hai ragione anche tu. Tu che Anima fragile non ti chiamerei manco per sbaglio. Checché io ti dica, hai ragione. E’ proprio la deriva, è che le persone vanno e… Massi ascoltiamo Anima fragile, massi, pensiamo quanti chilometri si possono fare in un week-end.
Taglio
Sono tornato a casa, in questo luglio che è più un taglio. Cinque week-end, ne passerò uno in Italia. Voglio passarlo bene. Penso ancora alle mezze verità, mi chiedo perché invischino tanto. Penso sia perché sono scuse per smettersi di darsi pena, accontentarsi invece di capire, di andare avanti e scoprire, cancellando finalmente tutti i “se” di cui ci copriamo, come foglie di fico. Il problema è che le pensiamo possibilità quando sono ferite aperte alla realtà. Tagli profondi sulla faccia. Meno mezze verità, meno se, meno scuse. Luglio. Sei un mese strano. A luglio 2007 iniziavo, così d’improvviso, a lavorare in Divitech. A luglio 2008 mi preparavo per la…
Ci sono
Ci sono mezze verità e boschi in cui provare a perderle. Ci sono ritorni che non sai fare, e partenze che mai davvero, mai capace di viaggiare libero. Che del vento ne parli, ci parli, e non gli fai mai compagnia accanto per strada. Eppure passa ancora a trovarmi di tanto in tanto, ricordarmi di quando soffiava nelle strade dai nomi impronunciabili, o magari di quando si faceva largo fra le aperture di quel castello, il suo baciare imperfetto la montagna. Eppure, che ci creda o no, sono ancora qui da qualche parte. E lontano, più lontano di quel che io possa capire dall’aver bisogno di tutto questo. Non legato…
Attesa
Uggioso mattino portoghese, in attesa che cominci l’ultima sessione di questa lunga conferenza. Falperra, una collina che regna pacifica e distaccata su Braga, popolata da nerd da primato. Attendo, che inizi la lezione, che poi finisca e di rivedere Diogo. Attendo di tornare in Italia, dove poi attenderò di ripartire. Attendo i primi incontri per lanciare un nuovo progetto e gli altri impegni lavorativi. Attendo la Vita passi a bussare, per ora le dedico reverenti omaggi, e attendo.
Nostalgia Caralha
Giovedì mattina noto che sul sito dell’aeroporto non c’è traccia del volo che da lì a qualche ora dovrei prendere. Chiamo Alitalia per avere delucidazioni: mi rassicurano sul fatto che il mio volo è regolare. In aeroporto però la pensano diversamente: nessun volo. Rimbalzato da uno sportello ad un altro scopro che il mio volo, operato in code-share da TAP, è stato cancellato e io sono stato spostato su un volo alle 7 del mattino. Alitalia però non mi ha avvertito. Il capo scalo di TAP mi spiega che il problema è di Alitalia ma può provare a sistemarmi su un volo che va a Lisbona, solo che sul Lisbona-Porto…
Piramidi da Starbucks
…come una piramide Maya in giardino. Prima il tempo scorda uno a uno i granelli, poi gli altari sacrificali diventano amabili resti. E poi rispunta da sotto l’edera, solleticata da un riflesso che fa correre lì la memoria. …come una costellazione di sette soli, che si eclissano l’un l’altro. Hai mai provato a fermare un eclisse a mani nude? E’ difficile. …come sentirsi il nipote di un re che fa il venditore di macchine usate. Fingi che siano importanti i traguardi di fine mese ma ti é difficile appassionarti a cose francamente insignificanti.
Il Vento del Viaggiatore
Domani gli ultimi preparativi, dal trovare una valigia all’acquistare il necessario. Poi parto, torno ad Oporto, dopo undic’anni. Quell’interrail quando ero appena maggiorenne (o stavo per diventarlo? Non ricordo). Mi ricordo le monete eptagonali. Oporto. Questa volta sarà diversa. Certo non ci sarà il pullmino di Diogo ad aspettarmi ma incontrerò Daniel. Lo raggiungerò in centro, muovendomi con la metro. E starò undici giorni fra Oporto, Braga e ancora Oporto. Ma non è il dove o il come. E il viaggiare, il metaforico alzare il culo dalla vita quotidiana per poggiarlo un po’ più in là, dove gli odori sono diversi e le certezze un po’ meno. Ho tante immagini…
Giugno
E’ un po’ che non scrivo. E’ come sono là fuori: non ho molto da dire. Il lavoro che arranca. Ci sono milioni di possibilità che potrei inseguire e sono incagliato qui… a provarci. Non è propriamente semplice. Insisto. E poi potrei parlare di quei 29+1 ma non è ancora tempo. E allora che rimane? Giugno che gocciola via in attesa di partire, al suo calare, verso Porto. O Oporto. A dire Obrigado, a salire su un pullmino Volkswagen. A rivedere Diogo, a rivedere Marcello. Undici giorni in Lusitania. Quando non ho birra in corpo sembrano tanti, io preferisco viaggi brevi e intesi, quando ne ho ho difficoltà a non…
Momenti
Ci sono momenti che, in effetti, sono belli. Angoli del Poli, subito usciti dal Poli che, nella giusta situazione, sono belli. Cavolo. Che non è il risultato, è lo sforzo di arrivarci. E’ che, si, certe cose bisogna farle. E fare le cose che bisogna fare è un modo per prepararsi a salutare. La Vita è, anche, un prepararsi degnamente a lasciarla, con le cose fatte, con le cose a posto. Ho iniziato, ora, visto che non mi secco di ripetermi, si tratta solo di piantare e piantare perché i Semi ci sono. Bene o male :)
Numeri
Sarà forse un caso che siano 29 + 1. Sarà troppo presto, troppo immaturo. Però, intanto.