C’era una volta un blog. Poi è successo che ci ho scritto meno, poco. Nel blog che facevo? Raccontavo la mia vita? Magari oggi ce n’è poca. Mi lamentavo e non mi va, ci sognavo forse, ma non ne ho più voglia, né direzione. Così taccio. Davvero, eh. Ho i pensieri in composto silenzio lungo la strada e la coda. Federica e Vera ci affiancano, io e Daniele sul camper. Ritorno da una carton rapid race bagnata ma divertente. Io, la gente dello Stammtisch. Ci ritorno dopo quel 2009 e una barca giunta al traguardo. Fra pochi giorni un altro aereo. Altri spazi vuoti che un tempo avrei riempito di…
Romagna
Non ho visto il momento in cui si è staccata dal ramo e ha iniziato la sua caduta. L’ho vista però ondeggiare lentamente e poi fermarsi a terra, immobile. Dopo, c’è stato un lungo attimo di silenzio. Era notte e ho chiamato un nome che non esiste. Quante sillabe ha un nome che non esiste? Quale colore degli occhi? Volevo correre, ma non c’era alcuna direzione. Sono rimasto immobile, il tempo mi si è ghiacciato addosso. Non c’è una storia, neanche una senza un nome. Solo silenzio, e Romagna. C’è la riviera da qualche parte, non so in quale direzione. C’è…
Si fa presto
Si fa presto a dire Zurigo, poi tornare è invece un treno dopo l’altro. È un pullman, sono le montagne, è Alì che dorme, Najeeb che prega, Antonio che ride. Un paio di parole “sono tornato” oppure un’esplosione di avvenimenti. La ragazza tedesca, capelli rossi d’un rosso chiaro che ci segue da Milano Porta Garibaldi a Milano Centrale. Si fa presto a dire Madrid, Zurigo, Forlì. Eppure sono giorni che viaggiano via, sono feste che perdi, sono volti che incontri. Pezzi di vita di cui vado a godermi il riflesso. Però intanto che ne é della mia di vita? Dov’è che scorre? Per Niederdorfstrasse, al parco del retiro?…
Tavolo
Ero seduto a quel tavolo rigato. Dietro di me c’era una finestra; fuori un cielo carico di nuvole lasciava filtrare poco luce sulle mie spalle e dentro la stanza comune dove la musica, a ogni ora del giorno e della notte, faceva compagnia ai viaggiatori. Ostello di Zurigo. Niederdorfstrasse. C’era stato un tempo in cui avrei voluto scrivere. Se avessi potuto, se fossi stato capace, avrei voluto scrivere di quella volta che c’incontrammo quasi per caso, la deriva degli eventi e il nostro placido sorridergli ci avevano portato sulle sponde dello stesso fiume. Avrei detto di averti incontrato in quel territorio sfuggente dove i nostri dormiveglia si sovrappongono, dove…
Note
Nell’aria una nota sottile. È con l’orecchio o con il cuore che la avverto? Mi sembra di percepire come un fremito leggero, come il tempo scorresse a scatti minuscoli mentre cammino per le vie di Zurigo, mentre torno a questo ostello. La fibrillazione cosa mi dice, di cosa mi parla? Usa una lingua molto, molto antica; la conosco in modo naturale, ineducato. Mi sembra una lingua che non posso dimenticare, anche se non la sento da molto tempo. Anche se la sento sempre meno di frequente e il mio orecchio, con gli anni, si fa più duro. E così il cuore, in qualche modo. Così cammino, piano, sotto la pioggia,…
Ritorno
Come faccio a raccontarti un ritorno fatto di trame sottili e sovrapposte? Ho già percorso questa strada di ferro, l’ultima volta andavo a rinascere. Con me una valigia pesante, una sosta da un amico per liberarmi dei bagagli e poi proseguire nudo verso la Germania. Mi ero alzato di notte ed ero ripartito, nessuno per strada. Ero sul punto di piangere, ad un punto di quel pomeriggio in treno. Sfogliavo i pensieri e tracciavo le somme del passato, constatavo che quel dolore pressante era diventato un tenue rimpianto, che la strada era venuta a strattonarmi, a dirmi di proseguire e io dovevo andare. E sono andato più avanti,…
Giugno, sei tu?
I prossimi cinque week-end li passerò lontano da Torino. A Zurigo. In viaggio per Forlì. A Bertinoro. A Cesana. In compagnia di Mr. Gonzo Nelson, Iddio sa dove. Che andrò cercando in questi week-end? Un autogrill in cui mangiare, il binario giusto, un modo per non affogare, un modo per non farsi arrestare. Cercherò, specie insieme a Golzo Nelson, prima un perché e poi, una volta tornato, un modo. Qui comincia un viaggio di preparazione a quel viaggio e alle sue pieghe impreviste. Tutto inizierà quando sbarcherò dall’aereo, di ritorno da Amsterdam. Lì ci sarà un cartello e due soggetti che non mi riesce da evitare da metà della mia…
Citazioni
Se ti fidassi di me io ti porterebbi in tanti bellissimi posti. Luoghi da favola. Io ti porterebbi nei posti dove la birra costa poco. Io ti porterebbi nei bar dove gli scrittori, da scrittori, bevono senza la paura di ubriacarsi. Io ti porterebbi dove la felicità altrui mette tristezza. Io ti porterebbi nei posti tristi, dove la gente non sorride da un pezzo, non per moda, ma perché, a ben pensarci, non c’è molto da ridere in giro. Io ti porterebbi dove i concerti sono punk e i giovani si picchiano per divertimento. Io ti porterebbi a casa mia, nelle Marche, dove c’è un pericolo che si chiama Varnelli. Io…
Biella e la confusione
L’estate provava a farsi largo fra una primavera confusa, allo sbando, un inverno che tornava a cercare le chiavi e un autunno che credeva fosse già il suo turno. La ricacciavano indietro e quella, ostinata, sporgeva di nuovo la testa. Fu una storiaccia lunga, di corsi e ricorsi, di incursioni e ritirate. Non so quale fu l’evento risolutivo, se quegli altri si scocciarono o cos’altro. So solo che all’improvviso fu estate, per davvero. L’equazione risolta, i finestrini abbassati, le strade di Biella a decorare i prati, i giardini delle villette, le fabbrichette illuminate da un sole mica tanto timido, poco piemontese. L’estate sembrava aver trovato il suo modo…
Rientri
Festeggiano San Isidro: le bambine e i veli azzurri, le donne e i fiori rossi. Festeggiano San Isidro, per i prati, i ragazzi seduti per terra, riforniti da orde di venditori di birra. Durante il concerto l’aria si riempie d’improvviso dell’odore forte di hashish, intenso e breve. La folla lo reinghiotte per rigurgitarlo poco più là. Lampi sfuggenti durante il concerto, si muove come un unica massa, come una grande anima che non si da pace. Una anima e mille volti. I contain multitudes. Madrid è il risveglio, l’aria sottile. È Callao, i suoi tre cambi, gli atrii grandi dell’aeroporto, il personale che parla ovunque e comunque solo spagnolo….
Buscando Estrella
En Madrid
Ho pensato che ho briciole di cuore cadute qua e là: lungo le sponde del Manzanarre, nei pressi dei 25 anni, sui resti di un concerto. È strano ritrovarne e pensare alla strada fatta nel frattempo. Ancora più strano è pensare alla strada che rimane ancora da fare, a quanto manchi al mio traguardo. Madrid non mi ha fatto più impressione. È solo che ci sono gli angoli, che conosci prima di svoltarli, le piccole cose che ti hanno colpito, un tempo, e che ora tintinnano di piccoli ricordi, di pomeriggi, sorrisi. Ho le spiegazioni di Giovanna che mi sono rimaste impigliate dietro le orecchie, come piccoli sonagli. Madrid, vuol…
Ritorni
Sono tornato stanco da Firenze, sarà che partire il giovedì sera, dopo lavoro. Sarà il letto scomodo, in un hotel a una stella. Sarà piazza della signoria, saranno tutti quei turisti. Tutti spersi a naso in su e nessuna che sappia contare i metri fino a casa sua, che sappia ricucire la distanza. A meno di attraversare il ponte e trovare uno di quei quartieri in cui i bambini giocano a pallone contro il muro della chiesa. La conferenza di per sé è stata un’ottima esperienza, ma per quella c’è il blog di quell’altro, di quello serio. Io invece bevevo un bicchiere dopo l’altro, guardavo Firenze che si appiccicava alla…
Risonanze
La stessa sensazione. L’attesa di partire ha sempre lo stesso sapore; quando aspettavo sulla banchina della stazione di Rosta il treno che mi avrebbe portato a Torino e poi via per la Francia; lo zaino grande, una tenda malconcia. Lo stesso sapore, nelle lunghe ore fra un treno e l’altro, un biglietto inter-rail stretto forte. Che non volasse via, che avesse ancora chilometri da darmi, possibilmente abbastanza per tornare a casa, eventualmente abbastanza per portarmi a spasso fra lingue, costumi, esperienze, e barbone di Lione, e camere sporche a Valencia, e via discorrendo. Lo stesso sapore mentre, arrivato troppo presto aspetto un decollo, salvo sorprese. Lo stesso sapore mentre assisto…
Liberazioni
È stata anche una liberazione mettere su questo sito questo libro, darlo da leggere. Era una liberazione feroce scrivere, allora. Quand’ho iniziato cos’era? Fine ottobre, inizio novembre del 2010. E alcuni commenti che mi ha fatto chi l’ha letto sono giusti. È anche vero che alcune verità sono esasperate, alcuni fatti consumati. Ma io oggi ho trent’anni e lo zaino più leggero. Io ho cominciato questo nuovo miglio e sono curioso. E dai Semi verrà il tempo di passare a dei Riverberi di tempi diversi, forse amari in modo più sottile. Forse con l’unico torto di essere passati, con l’unica colpa di essere il sedimento di chi sono, di riposarmi…
Semi
Qualche tempo fa ho scritto un romanzo sia perché volevo farlo prima dei trent’anni sia perché mi trovavo a vivere un periodo particolare, sul limitare di una serie di eventi. Così ho scritto Semi. Semi è tante cose: è quello che dovevo buttar fuori, è stato un percorso che ho condiviso con chi mi ha aiutato (no, non è tutta colpa mia). Semi non è altre cose: non è un libro scritto da un professionista e ha una serie di difetti. Di alcuni ne sono anche consapevole. Chi volesse leggerlo lo può scaricare qui: Semi.
Fare trent’anni
Dicono sia facile fare trent’anni; dicono che basti andare a dormire ventinovenne, e, a Dio piacendo, alzarsi dal letto per ritrovarsi trentenne e quel che ne consegue. Il dettaglio non dapoco sono i giorni che prima è necessario mettersi alle spalle, uno in fila all’altro. Se ti volti fa un po’ effetto. Ad alcuni fra noi, forse a molti, piace ritenersi cari agli dei e incatenarsi a previsioni di destini tragici. Io da ragazzo non pensavo sarei arrivato a oggi, ad avere trent’anni, pensavo, come altri sciocchi, che le pieghe della vita si sarebbero svolte prima per me. Invece mi è toccato in sorte di sopravvivere a giorni e avvenimenti….
Certi addii
Certi addii sono lunghi perché ogni passo è una nostalgia da rimirare e da metter via, per sempre. Sarà perché anche il dolore è ordine nel Cuore e ci sottrae al dovere di rimescolare le carte, di aprire le finestre e vedere quale vento viene a tagliarci la faccia. Certi addii, sono aspettare che tramonti ogni possible strada del ritorno, che i sentieri che si è cercati, che si è scovati piano piano si cancellino, torni a crescere l’erba come non li avessimo mai trovati, mai percorsi. È, in qualche modo, rinnegare ogni sforzo fatto. Eppure ogni addio è celebrare chi eravamo quando abbiamo cercato e trovato, piuttosto che il…
Blog da leggere
Uno degli interventi è questo: Tu meriti una risposta, ed io non merito di dartela. Verrà un altro più in gamba di me, col piacere ancora intatto e le voglie da bambino. Sarà come reinventare le tue storie di ragazza, e imparare nuovamente cosa voglia dire amare. Imparare un’altra volta in che letto rimandare le tue ansie mattutine e le noie quotidiane. Sarà come rincontrarsi, piedi scalzi e il corpo nudo, e tremare con le dita quando è nuovo e sconosciuto. Verrà un altro con le mani, con i gesti e il tocco muto, verrà un altro a ricolmare ciò che tu non hai avuto. (http://tiddominstrel.wordpress.com/2012/04/15/laddio-per-un-amore-finito) Consigliato.
La mia Berlino
Sto leggendo “La mia Berlino” di Monika Maron. Berlino è invece popolata di me. A Berlino, se ne avessi voglia, potrei incontrarmi cento volte al giorno, a ogni età, raggiante di gioia o in lacrime, sola, in compagnia, innamorata, piantata in asso; dappertutto posso starmene accoccolata in attesa che io passi di lì. In una notte d’estate mi basterebbe camminare lungo la Schönhauser Allee, verso le quattro di mattina, per vedermi mentre, credo un po’ brilla, al fianco di un giovane – non so più neppure chi – prendo una bottiglia di latte da una cassa depositata di fronte a un negozio di alimentari, non senza lasciare i soldi giusti…