December 18, 2014

Aereo

Un mio collega, mi ha scritto l’altro giorno. Si tratta del collega che mi ha fatto da mentore nei primi tempi in TripAdvisor. Mi ha scritto che queste vacanze me le sono meritate e mi ha fatto molto piacere ricevere quel messaggio.

A meta’ maggio sono uscito di casa, Andrea e Giulia ci hanno accompagnato a Porta Susa. Da li’, a Milano, all’aeroporto, a un volo per Dublino. Il 13 Maggio ho presentato un articolo a Londra, il 14 iniziato a lavorare a Dublino. Da allora un giorno di vacanza, fino ad adesso. Ho preso tutti i giorni che mi rimanevano. Ho anche dato le dimissioni, qualche settimana fa, cercato di rimanere il piu’ possibile, gestire la transizione nel miglior modo possibile. Perche’ sono grato a questa azienda, che e’ stata sempre incredibilmente generosa con me. E’ fatta di persone fantastiche.

Ieri mi hanno regalato un’edizione speciale di Monopoly, stampata per TripAdvisor. Non e’ bellissima?

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La sera c’e’ stata la cena di Natale con i colleghi. Molto, molto vino bianco.

Stamattina mi sono alzato con un cerchio alla testa, bevuto acqua, mangiato un tozzo di pane e sono stato male. Piu’ tardi sul taxi guardavo le vie di Dublino che scorrevano, le facciate dai colori forti dei pub. Le case georgiane di Dublino Sud che lasciavano posto agli edifici di mattoni di Dublino Nord. Di mattina, libero, solo con i miei postumi, mi sentivo nella condizione piu’ appropriata a questa citta’, in qualche modo integrato.

Sono partito per Brema e ho chiesto indicazioni, per raggiungere la Hauptbahnhof, per trovare il mio albergo. L’inglese non funzionava, armeggiavo col tedesco. Ho mangiato un kebab ed un rotbratwurst, vagato per le strade. La Germania non e’ casa per me, ma mi e’ in qualche modo familiare, una sorta di eremo che mi accolto due volte nella mia vita.

Questa notte dormo qui, domani mi alzo, prendo il treno e vado a trovare Asso, nella casa dove vive da oltre un anno.

Perche’ non sono andato prima? Perche’ non ho abbastanza controllo sulla mia esistenza? Perche’ quel tempo non e’ stato nelle mie disponibilita’?

E’ talvolta disarmante come sia semplice perdere di vista qualche aspetto della propria esistenza, come ci si sforzi di afferrare tutti i lembi e ci si ritrovi scoperti ora qua, ora la’. Per inseguire un’avventura professionale diversa ho investito quel tempo, attenzione e dedizione, accettato compromessi che non bisogna perdere di vista, continuare a ricontare e vedere se il gioco vale la candela: per un anno, per due?
Vorrei non dover essere costretto a scegliere, vorrei un paese che mi offra la meta’ di quello che mi offrono altri paesi. Non e’ cosi’ pero’, quindi scelgo e scegliero’, continuando a perdere qualcosa: ora questo, ora quello. Continuando a ricalcolare, a strappare l’affare migliore, poi reagendo con orgoglio. Tutto, per avere la sensazione di avere ancora la mia vita in mano, fra le cose di cui posso decidere. Tutto, per seminare il minor numero possibile di rimpianti.

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