Ci sono questi amori che in fondo alla gola ti lasciano un retrogusto più complesso. Ti chiedi cosa sia e la risposta è che vi è una traccia di odio. L’odio resta sullo sfondo di amori giovanili troppo grandi da gestire. L’odio nasce dalla difficoltà di accettare che la nostra felicità dipenda da qualcuno, da qualcosa su cui abbiamo un controllo molto limitato. C’è qualcuno che se ne va in giro con il potere di spezzarci. Qualcuno che siamo costretti a seguire come cani alla catena. E non importa il fatto che vogliamo seguirli o meno, importa il fatto che in fondo abbiamo abdicato ogni scelta quando abbiamo accettato quel posto al caldo.
Forse gli amori che nascono troppo presto hanno quel retrogusto di rancore perché in fondo sai che sei giovane, e che le probabilità ti sono infinitamente contrarie. Non puoi negare il fatto che l’esito più probabile, quasi inevitabile, sia ritrovarsi entro un tempo breve a ricomporre i pezzi, contarli spasmodicamente e concludere che qualcosa manca, qualcosa è perduto per sempre. Un pezzo, un pezzo importante, un pezzo di te a cui tenevi. E a quel punto quella capacità di spenderti senza un dubbio resterà mutilata. Se avrai coraggio e capacità saprai ancora metterti in gioco, ma mai più con la spensieratezza di chi non conosca cosa accade dopo.
È un equilibrio precario quello del primo grande amore, così prezioso. Se riuscirai nel gioco di prestigio allora davvero non saprai mai cosa voglia dire ricomporre i pezzi, non avrai nulla da dimenticare, continuerai con una fiducia assoluta e scontata, e non saprai mai che valore tu tenga fra le mani. Tu non saprai che privilegio sia sopravvivere interi, poter avere tutti i pezzi di sé, per sempre.
Per gli altri, per i sopravvissuti, non rimane altro che studiare l’arte del Kintsugi. Di capire come ricomporre, fare in modo che le fratture diventino una decorazione, qualcosa di cui essere orgogliosi, che i dolori nelle giunture diventino mugolii che richiamano un tempo lontano. Un richiamo a cui non vi può essere risposta. Con il tempo si impara ad ignorarli, tranne la sera, in fondo ai bicchieri.