Da qui giudichiamo le azioni sulla base dei risultati: è stata utile quella scelta? Il tempo è stato speso saggiamente? Alla fine, hai vinto?
Non vediamo il colore che allora si insinuava, predominava sulla logica. Allora ero ciò che non potevo non essere. Allora spendevo l’amore che avevo, che ero.
Lo so che da qui sembra una scelta vana, un florilegio di sentimento fine a se stesso averti amato così a lungo. Eppure io perdono a me stesso il tempo speso infruttuosamente. Amarti per me era essere me stesso. Se mi ci sono volute tremila notti per sanguinarti via, io ho sepolto ogni goccia, le ho benedette una per una, perché in quel mio sangue c’era ancora la tua immagine.
Forse hai avuto ragione tu a scegliere di sopravvivere. Fra la poesia vana e la pragmaticita sappiamo chi fra noi preferisse l’una e chi l’altra. Le tue paure poi hanno sempre avuto un sapore diverso, più amaro, più pungente. Ti mordevano il calcagno, ti rendevano il cammino faticoso, il respiro affannato. Ti soffocavano. Ti soggiogavano. Le mie sono sempre state più dolci, mi hanno cullato oltre le logiche conclusioni. Annebbiato ai dolori reali.
Vorrei abbandonare questo gioco sciocco a contare i risultati, a rendere di conto a se stessi e chi ci circonda. Semplicemente essere, amare, in maniera feroce e incontrollata. A che serve sopravvivere altrimenti? Per essere chi? Una qualche versione edulcorata di se stessi, che vada bene in società?
Lo so che sono stato per lungo tempo un mutilato di guerra. Mi affannavo per i corridoi, fra gli sguardi confusi. Raccontavo di una guerra lontana che ancora mi brillava negli occhi. Mi rispondevano sguardi vacui, confusi, di chi non aveva visto, di chi non aveva capito. Sono suonato sciocco. Probabilmente lo sono stato. Ne rivendico ogni minuto. Ero io, ed essere me, in quel momento voleva dire essere sciocco. Era un capitolo che dovevo scrivere, sai.
Ora sono oltre. Sul petto porto una medaglia che dice che fino in fondo ho reso onore a me stesso e a chi mi è capitato in sorte di Amare. Che oggi sono libero, di essere me stesso. Il mio sangue è nuovo, è limpido, è forte. Sorrido e penso a quando mi innamorerò. A quando chiamerò gli amici per parlare di Lei. A quando mi presenterò al suo fianco con quel l’orgoglio che provo, quando amo.
Ho capito che se una strada insensata la prosegui fino oltre la sua fine, poi ti ritrovi, rinato. Pronto a ricominciare. Intatto. Pronto a rioffrirti alla Vita.
Ho capito che, sfregiare chi si è per sopravvivere, per me è un prezzo troppo alto. Ho capito che fino a che perdere mi sembra accettabile, allora perdere diventerà impossibile.