A volte la nostra Vita sembra muoversi oltre i confini che conosciamo, come spinta da un vento che ci prende alle spalle. Quel vento è il risultato di una spinta forte e costante su una massa d’aria enorme, che pareva inamovibile. Uno sforzo accumulato negli anni, una serie di eventi che sembra materializzarsi d’incanto in una spinta formidabile, a superare le Alpi, ad attraversare d’un lampo il mare.
Manca il fiato durante quel viaggio che avviene in un momento. Manca il fiato a vedere il materializzarsi dei risultati di quegli sforzi e casualità, delle conseguenze e del modo in cui risuonano concrete nelle vite nostre e degli altri. Gli spazi che si aprono, i vuoti che si creano.
Ho detto che ci avrei pensato su per una notte, così, per dire.
Ovviamente ho scritto il giorno dopo, dopo aver parlato con il mio supervisore, e ho accettato. Così inizierò quest’avventura in un altro Paese, uno in cui non ho mai vissuto, uno che visitato il Febbraio del 2006.
Chissà quando si è materializzato questo orizzonte, qual’è il conto esatto delle scelte, delle fortune accumulate, dei buoni consigli, delle incitazioni necessarie a costruirlo. Chi l’ha costruito insieme a me? Quanti grazie andrebbero sparsi nel Vento, sperando arrivino a destinazione?
Inizio una nuova avventura e mi tremano le gambe. Durerà qualche giorno, mentro mi ridefinisco, mentre incrocio le dita, mentre spero che non ci siano intoppi. Poi rimetterò in moto gli eventi e rinizierò la mia Vita a Dublino.
Con me porterò un Sorriso speciale e pieno d’energia, una fonte continuativa di piccoli guai. Porterò le immagini e le parole di amicizie più resistenti dei Menhir.
Parteciperò alla nascita del nuovo ufficio, lavorerò in un team che si occupa di software engineering e data science.
Vediamo, salvo sorprese. Se arriva il contratto…