C’era una volta un blog. Poi è successo che ci ho scritto meno, poco. Nel blog che facevo? Raccontavo la mia vita? Magari oggi ce n’è poca. Mi lamentavo e non mi va, ci sognavo forse, ma non ne ho più voglia, né direzione.
Così taccio.
Davvero, eh. Ho i pensieri in composto silenzio lungo la strada e la coda. Federica e Vera ci affiancano, io e Daniele sul camper. Ritorno da una carton rapid race bagnata ma divertente. Io, la gente dello Stammtisch. Ci ritorno dopo quel 2009 e una barca giunta al traguardo.
Fra pochi giorni un altro aereo. Altri spazi vuoti che un tempo avrei riempito di pensieri, di aspettative, spesso deluse, ma comunque presenti. Ora c’è tanto silenzio. C’è bisogno forse, di tagli netti. Di un taglio, lungo e sottile.
Chissà.
Intanto mi godo l’idea di partire con un vestito in valigia, e andare al matrimonio di uno dei miei più cari e vecchi amici. E di rivedere dopo tanti anni un altro amico di infanzia. Poi atterrare e venire accolto da soggetti riprovevoli, vestire questi panni stanchi e ripartire.
Verrà a prenderla un uomo all’aeroporto. Non avrà problemi a riconoscerlo.
Bene.