Il modo denso che avevano i minuti di caderti dagli occhi, affastellarsi fino a diventare interi pomeriggi: infiniti e troppo brevi
Ho immaginato tutto, sai. Ero solo io che vivevo lungo l’autostrada, che invece di tagliarlo quel filo nero, lo usavo per colorare la notte e le lunghe ore. Ho voglio di guidare per ore: la luna alla mia sinistra, che investa di una luce spettrale me e solo me, poche altre auto a fare da cornice, senza poter incidere in quello spazio che è forzatamente solo mio.
Guidare di notte. Raggiungere gli oggetti nell’abitacolo, un CD che vesta meglio l’umore, una red-bull a mescolarsi a quel sapore che haosul palato, quell’insoddisfazione che svapora piano: chilometro a chilometro la perderò tutta.
Allora rimarranno solo le mie risate, nel vuoto di una stazione d’agosto, da qualche parte in Austria. Il mio modo sghembo di sorridere di un evento apparentemente stonato, lo strisciare fuori dalla tenda, cercando di riemergere da un pozzo di Tequila. I tre scoppi in successione: ricordi il fondersi feroce del suono con una realtà impreparata?
E alla fine tornerei a pensare alla densità del tempo, a quel colarmi addosso di quelle ore, a quel farsi strato e strato ancora, a insinuarsi fra la mia pelle, le mia ossa, la mia storia. I miei modi infiniti di dimenticare, i ricordi come lampi di riccioli e ubriacature e botte e portiere aperte, musica a danzare nella pianura, che distratta se ne va.
Allora, dove c’è spazio (e dove se no?) stenderei la mia anima, le darei la possibilità di sgranchirsi e la osserverai dispiegarsi a riempire valli e picchi e mari e strade e notti. Tutto il resto apparirebbe minuscolo, incapace di vivere lo spazio.
Ho bisogno di spazi e notte, per poter esistere, per poter ammirare ancora l’estensione dei miei confini.
Guidare di notte, con la luna che illumina il cammino…è una di quelle cose che ti fa pensare, ti fa sentire libero. Chilometro dopo chilometro, nella tua testa cominciano a farsi più chiari i pensieri che ti tormentano, cominciano a occupare il posto giusto.
L’affollarsi dei pensieri si fa ordinato…e alla fine della corsa, capirai che c’è sempre bisogno di un altro viaggio…