Ci sono biglietti che compri e non usi.
Vienna e poi Dublino.
Ci sono vizi e vizi da coltivare. Alcuni hanno il sapore amaro degli anni.
Niente check-in.
Ci sono correnti che ci portano oggi lontano da dove saremmo voluti essere, domani dove non saremmo mai stati capaci di arrivare da soli. Poi c’è l’infatuazione per l’inerzia, il gusto provocatorio di spendere i minuti come se appartenessero a qualcun altro.
Io non lo so, onestamente, dove sarò, forse neanche dove voglio andare.
So però come voglio viaggiare e so che domani, a San Patrizio, io farò ciò che è giusto e buono: scempio di me, fino a cancellare l’aberrazione della mia incapacità di vivere in un bagno alcolico. Che San Patrizio mi purifichi dalla mia stupidità.