Mettendo a posto la scrivania di camera mia a casa dei miei riemergono parecchie cose.
Opuscoli targati 2009: Pfozerheim, Karlsruhe.
Libri: ce ne saranno stati più di trenta. Molti li devo ancora leggere. Andiamo da libri sui “Concepts: core readings “, a “Strade Blu”, a romanzi in tedesco (che ovviamente non capirò mai) a libri sulla scrittura. C’è anche “Allacciate le cinture”, per rimanere in tema di viaggi.
CD: ne emerge uno che si chiama Russian Dinner e contiene un po’ di tutto. Verdena, Techno…
Carte d’imbarco per quattro o cinque viaggi, la stampa del percorso da Torino a Badalona.
Apro una scatola: sa dei semi di garofano che avevo comprato in Germania per fare il vin brulé per la prima volta in vita mia. Da allora l’ho fatto diverse volte (una decina?). Che poi ci si limita a buttare gli ingredienti nel vino e farlo bollire. Però pare che la mia del tutto inutile presenza infonda sicurezza in chi vuole prepararlo.
C’è anche una cartina di Karlsruhe che voglio appendere in camera. Ci sono gli oggetti della mia vita quotidiana di allora che avevo impacchettato in fretta e furia nel complesso periodo del ritorno. E non ho mai spacchettato. C’è quel taglia unghie che avevo cercato per giorni in Germania: non sapevo come chiederlo in tedesco. Ci sono dei fili che avevo comprato per cucirmi i buttoni.
C’era più di una vita su quella scrivania, ce n’erano diverse disposte a strati. A riesaminare i miei percorsi a posteriori ci vedo sempre molta più roba di quel che ricordassi. Sempre. Direi che di esperienze mi capita di viverne. Forse mi rapporto alla vita come ai libri: li accumulo e non bastano mai.
Scrivania
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