E non pensare al farsi giorno, al farsi spazio di quegli occhi.
L’aprirsi lento, il farsi strada d’un sorriso come fosse l’Albata che esplode dall’ombelico di maggio. E se c’è spazio, se c’è spazio… sarò là. Dove è labile il confine fra l’uomo sconfitto dalla lunga notte, dall’afflosciarsi del vino e l’eroe che s’accascia un attimo appena, piegato dal peso delle proprie imprese.
Maggio
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