Dopo gli eventi, pochi e veri, forti, rimane l’immagine a cristalizzarsi. La luce originaria si disperde, mentre noi rimaniamo a fissare l’immagine imperfetta, su teli che sbiadiscono a poco a poco. Il colore che rimane è un pallido simulacro, l’occhio ogni giorno deve compiere una magia più difficile per colmare le mancanze, per ricostruire l’emozione primeva, il fremito del momento, il tremito della voce. Rimaniamo così, intrappolati a fissare quei teli, solo che invece di collegarsi a ciò che eravamo nei momenti più vivi della nostra esistenza essi ci separano da scelte e giorni che richiederebbero di esserlo ancora, vivi e forti. Troppo spesso tessiamo mura di tela che poi…