Sai, vorrei prenderti per mano e portarti via dai fiori inutili, stesi a seccare, dalle formule di rito, dagli abiti scuri. Prenderti con la forza delle braccia e portarti più in là, dove tutto questo non ha senso, un gioco vuoto e sordo. Vorrei andare, con te, dove si sovverte la gravità che fa cadere le cose, che le fa accadere, dove si può cancellare d’un gesto quel senso irreversibile che ci scorre contrario: ti porterei dove posso lottare con la corrente, e riuscire a tenerci uniti. Mi piacerebbe portarti dove tutto si trasformi in un suono secco e distante, che si può scacciare in un gesto per tornare liberi…