November 30, 2011

Albe e tramonti

Osservando da qui ho imparato parecchie cose: ho visto stelle disgregarsi, liberarsi dalla forma e giungere alla polvere, ho guardato il sole vacillare e spegnersi piano, piano; infine ho ascoltato il tacere dell’universo e in questo silenzio sovrumano, ancora non ho scorto il senso né la possibilità del silenzio umano, del suo depositarsi fra uomo e uomo. Poi ho pensato, a lungo. Quando infine gli ultimi raggi di luce hanno sorpassato l’ultimo asteroide, il confine stesso delle cose, allora ho avvertito il lamento delle pietre e, non sapendo come altro fare, ho provato a rincuorarle con le storie di uomini che hanno protetto e coltivato, un Seme che avevano nel…

November 29, 2011

Il lungo addio

L’ho rubata a Giorgì.   e chi lo sa se anche tu mi vuoi bene a volte credo di esserne certo a volte invece sembra tutto uno scherzo fuggono gli occhi come falene amica mia sorella speranza quello che vuoi io non ti dirò quello che voglio non sentirò quello che c’è dietro l’indifferenza   e tutto è morto e tutto è ancor vivo e solamente tutto è cambiato quello che provo l’ho sempre provato e credo ancora in ciò in cui credevo e il fiocco nero è l’unica cosa che mi è rimasta con la malinconia ma insieme a questa stanca anarchia vorrei anche te, amica mia   ma…

November 28, 2011

Week-end

C’è questo concerto. Rock anni ’50-’60, the Chicless. E si balla fra le prime file. Si sbevazza. Un piacevole sabato sera. Fino a quando un tarlo non s’insinua nel cervello, fino a quando non torna un’ombra nera a giocare dietro agli occhi. Mi spengo. Il concerto finisce. Torniamo alla macchina. E Daniele, dovrebbero farne altri di cosi così. Si parla. Ecco, parlare, come con Claudio, al recinto dei cani. Stamattina sono in macchina. Emerge dall’autoradio I used to love her. Che ci sta come canzone, decisamente significativa, specie se è Domenica mattina, c’è il sole e c’è una Vita da vivere, da qualche parte. Ecco. Perché ieri a un certo…

November 26, 2011

Ecco

Allora oggi magari faccio così: mi tatuo la Verità sul cuore e poi inizio a viaggiare, ma di quei viaggi lunghi che quando finisci sei arrivato. E poi sorrido, sorrido perché sono partito e anche se mi manca tutto, io troverò qualcosa. E sarà un raggio che illumina una pietra, a terra, a ridare il Senso alle ore.

November 26, 2011

Strade di memoria, camminando sui palmi

Capisco, col tempo. Scopro. Ad esempio che l’aperitivo linguistico è un pacco totale. Alla fine siamo solo io e Silvia, chiacchieriamo. Andiamo al Beamisc (sì, si scrive così). “Sai dove sono i bagni?”. Sì, ne ho memoria confusa, di questi particolari bagni. Poi un kebab. Mi alzo al mattino. C’è Strade. I Subsonica. Mi ricordo quel concerto, il tour di Rombo di tuono al Chicobum festival. A quel concerto c’era una vichinga, c’ero io che rovesciavo il cocktail di un buttafuori su un calcetto. C’era Giulia. E c’era lei, che tanto questo blog certo non lo legge: Mariacristina. Mi aveva regalato un piccolo buddha da portare al collo. Le avevo parlato…

November 25, 2011

Resti fragili

È strano. Talvolta sembra siano i più lievi e insignificanti gli appigli che possono trattenere il cuore dallo scivolar via. Ci si innamora di una voce, di un piercing ben piazzato, di una battuta salace, di uno sguardo ammiccante. Altre volte non riesce a trattenerlo nemmeno uno sposarsi di intenti, di pensieri, di sensibilità. E quel miracolo, quell’arrestarsi di una corsa solitaria riesce, miracolosamente, ad infischiarsene di una prima scarsa, le crisi isteriche, dell’alito cattivo, delle piccole distratte cattiverie quotidiane. Sono incastri fragili, e io ne sono ammirato. Stai vicino e ogni movimento ti fa male, anche il più lieve, basta un voltare appena lo sguardo ed ecco un taglio…

November 22, 2011

Scuri

Sai, quel che mi stupisce di te sono i tuoi occhi scuri. Per scuri, intendo scuri davvero. Sono così scuri da assorbire la luce del giorno. È lì che finisce il tempo, lì i giorni, gli angoli delle strade a cui dovremmo incontrarci, le scuse che provo a creare per parlarti, le penne che cerco per appuntarti messaggi. I tuoi occhi assorbono tutto e io ci butto dentro respiri, sogni, pensieri, risparmi per i braccialetti che voglio comprarti e che tu perdi, anch’essi nei tuoi occhi. Tutto, quei tuoi occhi così neri, disumanamente neri, si mangiano tutto. Rimango seduto sul bordo della strada; ti porti via anche quella. Mi alzo…

November 21, 2011

Migrazione effettuata

Sono state ore difficili per internet. Per ore infatti l’Eremo del viandante non è stato raggiungibile, causa tempo di propagazione dei DNS. Ma ora rieccolo online. Non so, casomai qualcuno avesse provato ad accedere in queste ore…

November 20, 2011

Io credo

Credere è uno specchio. È una superficie lucida e tagliente che ti costringe a ispezionarti. Ecco perché credere fa paura, e spesso si preferisce vestirsi al buio, o voltarsi dall’altra parte. E il mio credere cozza con il credere di altri. Raccoglie spigoli, contraddizioni. Ne ho cassetti pieni. Fra le cose che credo, su cui sto riflettendo, è che ognuno di noi abbia un ruolo da rivestire nei confronti di un’altra persona. A volte, per qualche ragione che ancora mi sfugge, abbiamo la possibilità di giocare un certo ruolo per una persona. Puoi essere la spalla su cui piangere, puoi essere l’unico in grado di dare un sorriso in quella…

November 19, 2011

Dov’è

Se scorro in questa corrente di vie di città, di luci, di statali e capannoni, mi s’insinua una domanda fra il canino e l’incisivo, mi scombina la camicia e, in definitiva, mi punge distratta. Dov’è mai questo amore? Cammino e vedo baveri alzati, gli sguardi che con timore sfiorano le passanti, il tempo di dimenticarne il volto, ricordarsene se va bene il culo, lo stringersi dei jeans. E parlando c’è l’insicurezza che rotola nelle vite più belle e pure, ad abitare paesaggi lunari. E mi chiedo senza alzare la voce: dov’è mai questo amore? Dove? Nelle serate in cui mangi cene fredde o apri il cartone di una pizza su un…

November 18, 2011

Caro Lucio

…avresti dovuto spiegarmelo prima. ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti perché ho l’aria di uno sveglio, scusa? Federico  

November 14, 2011

Indulgenza

È che ti sente più indulgente con una parte di te quando ti rendi conto che è venuto il momento di abbandonarla. Chi non guarda con affetto la pelle che ora gli va stretta, la felpa stinta, rigorosamente nera e con quei disegni celtici. Io, in parte, avrò sempre vent’anni. E non perché sono stato un Goliarda, ma perché sono stato una solenne testa di cazzo. E lo sono stato sui tavoli del ‘Keller ballando in mutande, lo sono stato coi capelli rasati e tinti di blu per le vie di Amsterdam. Lo sono stato litigando con questo e con l’altro, lo sono stato sfasciando bottiglie contro il muro (rigorosamente…

November 13, 2011

Strade larghe

Se voglio fare lo scrittore famoso devo esercitarmi un poco. Che dite?    Mi chiedo dove sei.   Sei nella strada deserta, nel vento che l’accarezza. Hai mai provato a consolare il vuoto?   Sei nell’estate di una foto che si arriccia ai bordi, in un’altra che hai perso.   Sei un sorriso che è sparito, nella deriva della ragione, della sicurezza e del piano cucina scintillante.   Sei fra la bolletta dell’Enel e quella del gas, sotto al letto a far l’amore con i mostri.   Sei esplosa in mille pezzi, frammenti che non ritrovi neanche tu. Te ne volevi disfare? Che fosse più semplice vivere senza essere il…

November 12, 2011

Morso

Un morso. Ci sono minuti in cui il freddo se ne infischia del cappotto e dell’attenta sollecitudine con cui muovi i passi uno in fila all’altro. Se ne frega proprio: della sciarpa e di quanto ti sia vestito. Ti morde il cuore come fossi nudo. Freddo, freddo al cuore. Come ne gelasse un pezzo. Un pezzo vitale. Ti aggrappi a quel che rimane, al nocciolo, e stringi forte. Lo trattieni. Non cedi. Non sai cedere. Col cuore gelato, col cuore martoriato rimani lì, un qualunque Rasputin di provincia che avvelenato, raggiunto da diversi colpi di pistola, percosso con bastoni viene gettato in acqua ed è ancora vivo. Reagisci, oh se…

November 12, 2011

Bretzel, Aggressioni, Cene internazionali

Dunque. Giovedì si è tenuta la cena del gruppo di ricerca in cui lavoro. Una cena internazionale perché ognuno doveva portare qualcosa di tipico in rappresentanza del proprio paese o regione. Quindi Messico, Pakistan, Sicilia, Piemonte. Ci sono poi cadute dentro anche Cina e Germania. All’ultimo riunione avevo annunciato che sarei tornato da Vienna portando meco una Sacher torte. Beh, io a Vienna non ci sono poi andato, per ragioni che alcuni di voi sanno, altri intuiscono, molti sbagliano, taluni fraintendono. E dunque si risvegliò in me l’orgoglio Baden-ese, di giovane virgulto auto-esiliatosi da Karlsruhe (no, non rimpiango la scelta) e decisi di lanciarmi nella preparazione dei Bretzel. Mi reco…

November 6, 2011

Libri

Se un giorno, con una storia a far finta che sia lì per qualcosa diverso di incastonarcela, se un giorno leggerete questa pagina, beh, è nata oggi. No, non c’è alcuna Elena :) ma sono momenti difficili. E allora scrivo un po’. Elena mi è mancata in modi e forme diverse durante gli anni. Il modo acuto e fisico dei giorni in cui cercavo le sue gambe e non le trovavo. L’assenza decisa del suo profilo, del suo respiro. Il modo sonoro e visivo in cui ricordavo la sua risata, il delizioso modo di arrossire ad ogni complimento. Non ci sono stati silenzi che non riempisse, concerti che non travolgesse…

November 6, 2011

Come

Come se un chilometro in più potesse regalarmi un secondo. Come se potessi sgravare il peso dei secondi con un atto qualsiasi. Come se dovessi fare qualcosa oltre a fidarmi. Come se non avessi pensato e pensato. La pista del Barrocco, avanti e indietro, mani dietro la schiena. Poi Alf mi aggredisce di sorrisi, Andrea mi spintona. Come se trattenessi con le braccia la marea che scorre troppo lenta, che incombe pesante. Come se dovessi trarre lezione e spunto di miglioramento da ogni situazione. Impara, affina l’equilibrio. Trasforma un campo di spine in un giardino zen. Pungiti. Come se le ore si facessero notte e giorno e le confondessi.

November 4, 2011

Messaggi dal bosco

Invece di lavorare a quell’altra storia, che son mesi di studio, provo a buttar giù alcune righe sulla storia del bosco. Che poi tendenzialmente non sapete di quella storia che inizia e finisce nel bosco. Cioè, qualcuno sì. Quella con Riccardo e Maria. Ma vabbè, dicevo così per prender tempo, per farvi stufare.   Qualcuno mi sa spiegare il segreto per sopravvivere?   Io, davvero, non sono capace. Almeno, non per quel tipo di sopravvivenza.   Respirare quando è difficile, quello sì. È respirare senza un motivo che invece non so fare.   Io di libri di rimpianti ne ho già scritto uno. Non posso passare il resto della vita…