Che vento forte che c’è là fuori, io assonnato al computer.
Quante bottiglie in giro per la stanza.
Il materasso che mi ha prestato Daniel è ancora per terra.
Lezione, si ma ho fame.
Faccio un salto al bar, la bicicletta inforcata fra quel vento freddo, lo stesso della prima riga.
Se vado a trovare il Capo in questi giorni? La tentazione è forte. Bisogna fare quello che bisogna fare però.
Se…? Beh si.
Che poi tecnicamente parlando stasera ci sarebbe lo Stammtisch, in una birreria vera, eh.
Che poi cos’era quel rumore? Un tuono venuto male? Una catasta di legno che crolla?
E’ mattino, a sgranchirsi la schiena e le giunture e via, verso la bici e la giornata.
E’ mattino, a sgranchirsi l’anima, raccogliere gli elementi, lustrarli e rivederne la bellezza. E via, verso… le giornate.
chiedo venia per l’ammasso di stronzate, ho già usato la scusa che "è presto e sono assonnato"?