L’intervento che ho scritto l’altro giorno è andato perduto, questo sfortunatamente no e appare in questo mio blog ormai privo di commenti da eoni…
E’ solo il vento venuto a cacciare i miei forse, rapirli, fargli fare vorticanti mulinelli e poi sparire dove solo lui sa. Ch’io poi, a dire il vero, nel vento ci spero. Nello scompigliarmi questi pesanti pensieri, renderli tanto leggeri da volteggiare. Confondersi fra le foglie. E’ solo questo il mio misero sperare. Di poca ambizione posson tacciarmi d’esser malato. Ed io accetterei, anche solo d’un giorno far tacere il mare di voci che mi ballano attorno, dalla loro postazione priviligiata: la mia testa. Da ciò che è alla destra. E poi forse con questa parola e mille altre mi crogiolo nel mio inattivo contemplare. Perchè poi io vivo, felice del mio impercettibile pulsare.