Forse è che non è solo mia. Cammino per strada, incrocio sguardi di gente con le mani in tasca e lo sguardo vuoto, quel senso di freddo che non bastano due sciarpe. E gli amici che una donna non l’hanno avuto mai. E il dolore di amore rimasti nel cuore di una persona mentre il tempo se ne correva lungo il suo binario, fermandosi il tempo di un sorriso di scherno. E poi si, la mia. Il senso di San Valentino è che ti ricordi cosa facevi un anno prima, due, tre. Ti fa fare il punto. Su tutte le esperienze ed i percorsi di cui non mi pento mai. Certo. Ma anche il conto delle serate fra me, una birra, un pensiero e muri gialli. O me e le strade in cui sbocconcellavo pensieri solitari. Il conto di quelle serate aumenta. E nel mentre una fetta della vita se ne va, è già scivolata lontano dalla mia mano, appiccicata a malapena alla memoria. E io rimango qua. Una lattina vuota in più.
A volte mi sembra ci sia troppa solitudina, la vedo negli altri, in chi conosco ed in chi no e mi ferisce.
“…mano, appiccicata…”
…la potenza di chi, in poche righe, riesce a racchiudere quell’immenso buco nero che è la tristezza nell’universo delle sensazioni…
il secondo anonimo sono io
però dai, il giorno dopo san valentino di qualche anno fa hai conosciuto me… cioè… vuoi mettere che culo! :D
Beh io sono molto contento di averti conosciuto quel giorno. E’ stato un San Valentino molto fortunato :D