Week-end a Bardonecchia, Daniele, Alf e il di lei ragazzo, Tommaso. Dormo nello stesso sacco a pelo in cui ho dormito innumerevoli volte. Perline di una stessa collana sparse nel tempo. Un filo, lo vedi apparire dal sacco blu che lo racchiudeva, lo vedi giocare con l’orso del logo.
Bardonecchia e Jägermeister e Grand Marnier. Birra. E’ fare spesa in un piccolo alimentari di Borgone, andando su, è parlare con la proprietaria. Tommaso che viene da fuori la valle, da Bologna, la signora che parla di formaggi.
Che, per dire, dare il tiro a Bologna significa aprire la porta.
Ecco, se la Domenica pomeriggio ha un senso, ed ha un senso che è lontano da Linked e dagli altri libri che devo/voglio leggere, se il senso è, dato per assunto, lontano dai programmi da finire, dal lavoro da proseguire, allora il senso passa chiaramente dal suddetto Jägermeister, da una bottiglia di Imperial Stout. Che poi lo sciopero dei treni, per una volta che dovevo prenderne uno. Che poi la neve.
La sera arriva, la domenica torna stupida. Sempre lenta, troppo lenta. Lascia il posto al lunedì e vattene.
E Brandy fra un pò se ne parte, se ne va nei Paesi Bassi. Tornerà, comunque. Chissà se ci troverà invecchiati.
Chissà se ci troveremo noi, così. Guarda dove metti i piedi, guarda quali azioni scegli di compiere, eri lì lì per sbagliare.
E non c’è solo quella, la questione morale intendo. C’è la solita attenzione da trovare per spenderla a vigilare per non trovarsi in uno stato di felicità insulso e bugiardo (come dice frivolajuliet). Credo che la cosa migliore sia vedere poche, pochissime cose, tenere d’occhio quelle e ignorare bellamente tutto il resto. A incominciare dalle persone che non meritano attenzione, che sono un continuo trascinarti, appesantirti. Per continuare con le incombenze, il tempo speso per qualcosa che non ti migliorerà né ti porterà più vicino a quello che conta ma ti darà solo una soddisfazione apparente. Rifuggile, allora. Abbi paura, che quella fa correre.