Cammino con le mie scarpe bucate per queste strade, piegato un poco in avanti, a rintanarmi sotto la pelle del mio giubbotto. I sogni mi cadono dalle tasche passo a passo, somn usor. Dall’esplosione di cartine distese sul tavolo derivano questa ed altre mille strade, cartelli in lingue che non conosco, suoni che mi accarezzano e mi rifuggono; che non ho conosciuto da bambino. Sto per imboccare la galleria che sbucherà sotto casa ma oggi ancora sono qui, incurvato dal freddo latente, a fare mie le strade che si imbattono in me. E cammino leggero, a portarmi via le mie stesse tracce, a non sporcare il quadro bianco. Cammino leggero con i miei sogni ancora sigillati, ancora da capire, ancora da interpretare. Con le parole che non so spiegare, che cerco e non trovo. Che non ho. Cacciato fuori dai miei stessi pensieri mi ritrovo sperduto eppure capisco ora che solo senza un meta posso dirmi già arrivato. Io sono qui. Fra suoni stranieri che s’accalcano, come stranieri sono i miei poveri pensieri alle parole. Incapace di comunicare in fondo lo sono sempre stato, comunque.
Io, oggi, sono qui.