Ascolto musica con uno di quei programmi per cui inizi a digitare il nome di una canzone e te ne compare una lista. Così cercando "La mia banda suona il Rock" scrivo solo "la mia" e mi ritrovo, dopo Ivano Fossati ad ascoltare "La mia ragazza mena" e "Questa è la mia vita"; voglio dire, Sono io che guido,
Io che vado fuori strada mi va bene: più ti responsabilizzi più ti godi la vita, assumiti il peso di ogni tuo insuccesso e sarai libero. Poi scivola verso una conclusione Dato che ci sei, come io vorrei e mi fa pensare al ritorno. Sarà che un po’ ci devo pensare comunque. Saltato il ritorno con Andrea, impossibile il ritorno col Bruno ci sono biglietti da comprare (ormai cari), oggetti da portarsi appresso. Mi sembra fuori senso tornare per qualche settimana, vado a vivere in una bolla? Le snervanti discussioni sul capodanno, le lamentele. Ecco, il bello di questa esperienza, che è falsa, che è parentesi, teniamone conto, è che c’è più assolutezza: d’intenti, d’emozioni. Più slancio. A casa è tutto consumato, tendente al gretto egoismo. Ricci rattrappiti dagli anni, dal peso di giorni singoli. Ovvio che ci sono persone da vedere, di quelle importanti. Ma è strano; te ne stai qui a pensarteli immobili e ti dovrai rendere conto di esserti sbagliato. Li vedrai e sarai un puntino insignificante nel loro inverno, un diversivo in un sabato sera a Keller. Ecco, fuori posto. Ovvio che ti manchi qualcosa. Ma quel qualcosa ti manca ancora più forte quando sei là, lì vicino. E allora suonerebbe sensato tornare dopo un anno e non dopo pochi mesi. Parlare di senso, in un mare di insensatezza non so davvero che senso abbia.
Boh, volendo, pedalare più forte, buttare la chiave di casa nel bosco… così, scherzare fra l’autunno e l’inverno ed intromettercisi.
Una mezza stagione: a farsi un posto.
Capisco cosa vuoi dire, sia qui che nel pensiero precedente, solo non sarei stata capace di esprimerlo così bene. Se vuoi un consiglio, non tornare. Quando a giugno tornerai e ripartirai per rivedere la tua casa tedesca, non ci troverai più nessuno dei compagni e ti sembrerà un luogo intimo ed estraneo allo stesso tempo.. così come ora potrebbe essere Torino. Non so, penso che tanto vale coglier l’attimo, "che lo sai, il tempo vola". E poi così le due amiche balenghe possono venirti a trovare forse qualche giorno prima della befana:) ..tzè, un puntino.. scemo! :)
"Le snervanti discussioni sul capodanno, le lamentele." Questa non l’ho capita :(
Non credevo di essere così pesante…senza contare che mi sono sbattuto al 100%…e poi non sono problemi, è organizzazione. Io mi sono sbattuto perchè, nonostante conosca te e Casta da relativamente poco, sono FELICE di passare con voi l’ultimo dell’anno, di rivedervi, di bere e ridere. Interpreta le parole di questo conoscente come meglio credi.
per me non sarete mai dei puntini, con i puntini non ci fai le scorregge in tenda!