Io che ho sempre avuto quasi solo amicizie maschili (le trovo più vere) al crepuscolo di questa mia giovinezza mi ritrovo una sera, per esigenze di copione, a far l’amico gay di cinque amabili fanciulle. Cena al cinese, annaffiata da vino sospetto. Sospetti meticolosamente affogati in tre pinte al Corner house e un giro di amari a celebrare il tutto. Più avanti, dopo colazione al forno, con doverosa pausa al caffè ‘900 è l’innocenza di Micolozza ad annunciare, con sorpresa, che le cinque incombono su di noi e soprattutto sul mio risveglio da lì ad un paio d’ore abbondanti. Al suo giungere quindi mi ritrovo spettatore di un curioso dialogo:
IO_A – Cazzo, ora ti devi alzare
IO_B – Ah ah ah, e quella dell’elefante gay la sai? Inizia così….
IO_A – ABBIAMO un esame idiota!
IO_B – …allora l’elefante allunga la proboscide e….
IO_A – Scoppiato dei miei stivali (in pelle e da cowboy) se non ti alzi…
IO_B – …e fa splash, ah ah ah. Stavi dicendo?
IO_A – Stavo dicendo che per nessuno motivo devi gobbare addosso al prof!
IO_B – Ehi ma non eravamo a letto? Perchè mi hai portato qui a tradimento!
IO_A – Ne ho approfittato mentre eri distratto a raccontare quella barzelletta: idiota dovresti
saperlo che se la sai tu la so anch’io
IO_B – A me fa ridere
IO_A – Senti ora siamo seri: non devi sboccare!
IO_B – Mmmm, non mi sembra così importante…
IO_A – Lo è invece scoppiato del cazzo!
IO_B – Sarà… adesso vedo…
IO_A – Porca puttana…
Comunque l’esame è passato, e poi in ufficio.
Oggi invece ho fatto assieme a Giorgì e una sua amica fiorentina il turista in questa mia Torino. Fra le altre tappe siamo andati lassù al parco Europa dove pare di poter cadere nella città, da dove pare una cosa intera, unica. E poi scendendo dalla collina quelle sue acque che ti abbracciano inconsapevoli, nella loro stupità, che ti fanno straboccare un cuore invecchiato e già pieno di troppe cose. Io me ne torno ai monti o rimango nel silenzio di queste luci e di queste camminate veloci nelle strade fredde, le sciarpe strette al collo e via verso Florio. La multa, si anche la multa. Che Torino è fantastica. Quel silenzio lo trovo sempre là dove è così bello sentirsi infinitamente soli, disperati, mortali in quel grande, stupendo cimitero che è Torino. Un inno alla vita e all’impossibilità di raggiungerla.
la multa certo….e io pagoooooooooooooooo! :-)
Sei proprio uno scoppiato con stivali da cowboy
Prossima meta: Torino.