Quasi avrei voglia di un poco d’ordine, guardo i sacchi d’immondizia accumulati in ogni dove, ormai materiale per ricerche archeologiche. Le cose da fare, che sarebbe bene fare e che io non faccio, non farò. Però poi penso che quell’ordine mi porterebbe poi a vivere in maniera prefissata, a fare ciò che si deve, a perdere in flessibilità. Voglio alzarmi e non sapere. Chi è flessibile in natura sopravvive, chi è flessibile secondo me vive, gli altri si limitano ad eseguire il compitino. Che poi oggi avrei voluto bermi una birra con un vecchiaccio, che so un vecchiaccio contadino od un vecchiaccio impiegato o che altro. Sentirlo raccontare fra i fumi dell’alcol della sua giovinezza, della sua voglia di sbattersi la vicina di casa, dei suoi sogni e dei suoi desideri. Così, per convincermi del fatto che un sogno, un desiderio, si ferma negli occhi e ci rimane: al di là. Di tutto intendo, eh, soprattutto del tempo e delle rughe.
Ottimamente.
m. i. c. b. …
mmm… vorresti la camera in ordine ma non hai voglia di metterla apposto tu…sei come me in questo.*stavo pensando di cercare un pulitore di camere su ebay, se lo trovo te lo mando, insieme al fegato.*
era un po’ che non sbucavi sul mio blog…
devo dire che leggere i tuoi post è sempre…interessante… certe volte mi rileggo un po’, certe volte non condivido, e molte altre non capisco, ma leggo lo stesso, perchè è un modo per avere un piccolo mirino sulle vite degli altri, che è sempre bello.
un’ode alla flessibilità, un’ode al non vivere negli schemi che vengono imposti, più da se stessi che da altri…
piace…!
ju