Ho pianto, ho pianto di neve e tetti imbiancati, il selciato già scomparso sotto il manto bianco. Ho pianto lontano dalle vostre stufe e quel letto dove facevi l’amore perché non c’era la televisione, perché non c’era neanche tua madre e un po’ perché ti andava. Fuori con il vento che mi correva tutt’attorno ed io a gridargli dietro per distrarlo da quel suo sordo soffiare. Avrei voluti girare le spalle a quel vostro borgo, tornare forse in primavera, fuggire, fuggire lontano da quei vostri letti, smettere di restare lì a consumarsi di pensieri. Ma ero lì immobile e solo quando una lacrima ghiacciata mi punse mi accorsi di non essere un’idea e provai a camminare non so in che direzione ma di certo lontano quanto va chi in fondo non potrebbe stare di fronte ad un camino.
Patetico ma debbo pur esercitarmi, no? E poi mi ero appena svegliato e…
Giudizi sempre apprezzati balengozza. Certo che ce l’hai proprio con quel povero post del tizio fumone… ti è rimasto impresso…
decisamente meglio rispetto a quello del tipo che usciva a fumare…anche di quello sul ghiaccio direi…esercitarsi fa bene!!!
giudizio di una balenga che si improvvisa critica letteraria