…per me diventa sempre più un ricordo scolorito e indecifrabile. Dimenticare prima il gesto, poi la lettura che il cuore ne aveva dato. E poi scompaiono le pareti, gli alberi, gli odori e da ultime anche le parole più vere, che avresti detto capaci di risuonare per sempre, incastrate con un trucco fra il giorno che tenta di passare e quello che arriva. Si, ricordo tempi felici, e penso che non si possa tornare a cambiare le sfumature o cambiare la posizione dei personaggi, i sentimenti traboccati. Ma è la scopa che spazza via il male la stessa che spettina anche quei ricordi. Come la cura che nell’uccidere la malattia storpia la cellula sana. Una foto e non so più quanto vera, quanto un disegno fatto per diletto, qualche pixel qua e là, come non ci fosse dietro un impegno, un traguardo e un chilometro di lacrime per arrivare ad un giorno di cielo azzurro e sciarpe dimenticate in un parco. Guarire a volte è più importante che conservare un album di foto sudate, di momenti guadagnati e fatti propri. E’ amputarsi la memoria, per salvarsi dalla cancrena.
La memoria
Comments
Sono parole amare. Ma anche vere, profondamente sincere.
Quanto costa una rinuncia?
Ma forse c’è davvero una forma di “sopravvivenza” che si impone sulla nostra stessa volontà: che comunque, bisogna andare avanti.
E non si può prendere il volo se c’é chi ci tira a terra.
Grazie, è sempre un piacere avere un commento dall’autrice di uno dei blog che ammiro di più. In effetti è una rinuncia, ma forse ogni cosa che desideriamo esige che ci lasciamo qualcosa alle spalle, che ci presentiamo meno ricchi ma più affamati.
“meno ricchi ma più affamati”
auguriamoci di non avere mai TUTTO quello che desideriamo.
;)